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Anno XII. | 22 Febbraio 1913. | Num. 8. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Necrologia P. Barnabita Gaetano Oggioni — Cav. uff. dott. Giuseppe Ferrari — Marchesa Teresa Visconti Sanseverino.
Don Pietro Stoppani (Messa d’Argento). — Comitato delle scrittrici Braille.
Educazione ed Istruzione
LA CITTÀ DELLE FONTANE
NORIMBERGA
Appena giunto a Norimberga mi son messo subito a cercare con un’ansia un po’ ridicola quel mondo fantastico che mi ero creato nella mente: una città di giocattoli, Non ho trovato invece che poche botteghe su per giù identiche nel loro contenuto alle nostre d’Italia: ma la delusione mi è subito passata e dinanzi a questa città che conserva ancora l’impronta dei secoli, i giocattoli sono scesi spaventosamente nella mia stima. Norimberga se è bella e se piace lo deve ai suoi abitanti, scrupolosi conservatori dell’antico. Questa città possiede ancora le sue belle mura massiccie, le ’sue case in stile gotico, i suoi’ canali che l’attraversano in tutti i sensi con un’acqua calma e verdastra che sembra stanca di rispecchiare da tanti secoli il solito quadro mediovale.
Ma se la fossa non è ora un vecchio baluardo in pensione ha pur sempre assieme alle mura, un significato di difesa; sul suo orlo esterno termina infatti la vita moderna; perchè se Norimberga vecchia esiste ancora, pure è sorta coi suoi’ comignoli e coi suoi immensi edifici, un’altra Norimberga modernissiina che cinge tutt’attorno là città medioevale. Ed è ’precisamente qui, che si fabbricano i gitiocatioli; in modo oserei dire prosaico e che forse spoetizzerebbe qualche testolina infantile che trastullandosi coi pupi e coi cavallini di legno, pensa riconoscente ad una piccola mano femminile o all’opera paziente di un vecchio. E’ il progresso invece che ora crea in poche ore eserciti interi e migliaia di bambole parlanti, ed è passato il tempo nel quale ogni abitante della antica cittadina era un piccolo industriale in giocattoli: l’unica industria che ancora rimane e che fa vivere molte famiglie è quella della colorazione dei soldatini di piombo perchè è il solo lavoro che non possa essere compiuto dalle macchine.
Ma le grandi fabbriche di giocattoli non possono interessare chi abbia un po’ di amore per l’arte; passiamo veloci uno dei tanti ponti levatoi e lasciamoci annoiati dietro alle spalle l’eterna città di lavoro. Entriamo così nel regno della pace, perchè realmente in Norimberga vecchia non sembra che si lavori, ma che si donna o per lo meno che si contempli; certe stradicciole che si arrampicano sulla collina più alta della città e che sono ancora pavimentate rozzamente, tutte a fosse e fossetti, fanno pensare ad un villaggio di montagna spopolato: un villaggio dove una colonia di asceti esca la notte a pregare sul Burg dei Graf e che di giorno stia ritirata a meditare sui libri sacri. Son salito anch’io lassù e dal muraglione immenso ho intravisto sotto di me la città velata da una nebbia leggera leggera; qua e là qualche campanile e qualche torre lanciava fuori dalla cortina di vapore la sua guglia aguzza ricoperta da certe tegole nere e turchine che brillano al sole come smalti: