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50 IL BUON CUORE


presto, inesorabilmente e per sempre la via degli ospedali. Immaginate che a Liegi, una città grande all’incirca come la nostra Bologna, vi sono quasi soo di questi ragazzi; immaginate che quassù il vero caldo dura un mese o poco più e ai primi di Settembre (come ho constatato io stesso) si accendono nelle case i caloferi, le persone indossano i vestiti pesanti e le signore sfoggiano le pelliccie, e poi ditemi che razza di guadagni possono fare e recare la sera ai loro padroni. Questi fintanto che la stagione è calda e il garzone torna ogni sera con qualche po’ di soldi, lo trattano bene e lo fanno sedere qualche volta alla loro stessa mensa. Ma poi quando ricomincia di mono il freddo e la gente passa frettolosa senza degnare nemmeno di uno sguardo il povero napoletanino che bubbola per il freddo per lui insolito, allora il padrone muta registro, e manda a letto ogni sera il garzone con un po’ di patate malcotte e con una discreta dose di rimproveri e di ’bastonate. Questo improvviso mutamento di condotta nel padrone non è soltanto il portato del suo animo cattivo, ma è più che altro una manovra a scopo finanziario. Avvicinandosi la stagione morta si avvicina anche il tempo in cui dovrebbero sborsare le somme promesse, ma per lo più succede che si sottraggono in un modo falicissimo a questo obbligo, perchè il garzone piuttosto che continuare a subire i maltrattamenti continui, reiterati e aggravanti ogni giorno più, preferisce abbandonare il padrone e così più nessuno domanderà a costui il prezzo del lavoro del povero sorbettaino. Ma per costui l’odissea non è ancora finita perchè deve pensare a come fare per ritornarsene a casa mentre si trova senza un soldo. Non sempre trovano nel Console italiano il necessario appoggio o perchè questi non vuole o perchè non può. Spesse volte quì i consoli italiani anche di città importantissime sono belgi, come, ad esempio, a Liegi dove il nostro console è un banchiere belga. Vi è però per fortuna quassù un italiano, un modesto italiano, un santo prete, un salesiano di Don Bosco che vive da moltissimo tempo qui dove ben volentieri i suoi Superiori lo lasciano sapendo il bene immensa che egli da 3o anni va compiendo a pro’ di questi nostri poveri connazionali. Essi lo conoscono tutti, a lu prevete» come essi dicono nel loro gergo meridionale, perchè Don Luigi Vincenti, il modesto figlio di D. Bosco, piccolo, magro, coi capelli tutti candidi,un po’ curvo, gira ogni giorno il Belgio in tutti i sensi in cerca di questi disgraziati per aiutarli, per incoraggiarli, per indirizzarli. Quanti ne ha salvati, quanti ne ha redenti. Provate a fermare per le strade uno di questi giovinetti e domandate loro se conoscono Don Vincenti. Lu prevete? Altro se lo conosce; perchè ogni volta che l’incontra, li ferma, li interroga, vuol sapere i

loro bisogni e a tutti, a tutto provvede sempre instancabile. Pensate che è trent’anni che fo questa vita, come chi dicesse un giorno. Orbene io dico cosi: di quando in quando e anche in questi ultimi giorni sono piovute dall’Italia delle decorazioni per dei nostri connazionali che risiedono qui e che si sona distinti un po’ nell’industria e nel commercio arricchendosi. Don Vincenti invece è trent’anni!! che spende la sua energia, la sua parola, la sua influenza a pro’ di questi nostri fratelli derelitti di tutto il Belgio! E’ solo, unico qui fra tanti stranieri a consolarli, a aiutarli! Non si troverà nessuno in Italia, un deputato ad esempio che si interessi a che l’opera e la vita eroica di questo sacerdote venga conosciuta e premiata dalla Madre Patria per la quale egli ha dato, nel lavoro e nei sacrifici di trent’anni, tutta la sua vita. Egli l’altro giorno, mentre parlavo con lui, quasi piangeva nel raccontarmi tante miserie che egli vede ogni giorno addolaratissimo di non poter provvedere a tutto. a Perchè, egli mi diceva, Ella non scrive sui giornali italiani e non dice alto e forte che è tempo che il Governo ordini ai Prefetti e sotto prefetti specialmente di Caserta, Montecassino, Campobasso e Napoli di non concedere più passaporti per il Belgio e specialmente per Liegi a queste povere creature?». Ed io, con entusiasmo ho preso il consiglio del prete modesto ed eroico; ma ho voluto unire all’opera di carità cui egli mi incitava, un’opera di doverosa giustizia per lui nell’indicarlo all’ammirazione e alla gratitudine di tutti gli italiani. Bruxelles, Settembre 1912. Avv. GIACOMO MAZZOTTI.

L’ultimo dei " globe-trotters „ disegnatori

— Quando Melton Prior giungerà in ufficio, fatelo entrar subito nel mio gabinetto — disse Sir William Bruce Ingrani, direttore dell’Illustrated London News all’usciere di servizio, un sabato mattina dell’autunno del 1873. Melton Prior era un piccolo ometto dal cranio prominente e dalla mascella quadra che, dopo aver fatto parecchi disegni d’annunzi e di réclame per il servizio di pubblicità dell’Illustrated London News, cominciava allora a collocarvi qualche schizzo di attualità. Quando l’ordine del direttore gli fu trasmesso, pensò subito che l’atendesse qualche lavata di capo. Entrò quindi con una certa trepidazione nel gabinetto direttoriale: un ufficio dignitoso ed elegante dove nessun dettaglio era trascurato in linea di comfort, dal flacone di cristallo in cui maturava un vecchio wisky irlandese alla comoda poltrona di cuoio dinanzi al caminetto — rifugio nei momenti di spleen.