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34 IL BUON CUORE


In favore degli immigranti poi, ricoverati nelle Hospedarias, la legge dispone che questi uffici d’assistenza procurino condizioni vantaggiose per il collocamento degli immigranti, abbiano cura che il collocamento abbia luogo presso persone che diano affidamento di comprovata onestà e serietà, e intervengano, a richiesta solo degli immigranti, nella stimilazione dei contratti o di convenzioni coi padroni. Esaminando sommariamente queste buone disposizioni delle leggi sull’immigrazione, non possiamo quindi lamentare nel Cile gli inconvenienti che riscontravamo quando, nel precedente Bollettino, parlavamo della California, a proposito delle istituzioni che favoriscono la immigrazione in modo generico, e non attuano poi praticamente nessuna opera di protezione o di assistenza sociale a favore degli emigranti. Anche nel Cile fino a Parecchi anni fa il servizio dell’emigrazione era affidato all’iniziativa privata, cioè alla Società del Fomento Fabril, che arruolava gli emigranti per mezzo di un’agenzia generale di colonizzazione stabilita a Parigi; ma molto opportunamente dal 1005 Questo servizio è stato avocato allo Stato, che con le accennate disposizioni legislative l’ha anche reso più efficace. non solo in rapporto alle necessità Politiche del Cile, ma anche per riguardo alle garanzie verso gli emigranti. ’Tuttavia Però,. come armare dalle statistiche compilate dall’Ispettorato delle terre e della colonizzazione, non sembra che gli sforzi fatti per promuovere l’immigrazione nel Cile siano stati coronati da successo. I dati per

il quinquennio 1905-1909 sono: Immigranti In genere

1005 itahant

220 A4.2

45 209

8810 5484 3008

405 IK8 143

Totale del quinquennio 19054

960

cyY5

on7 roo8 1 90Q

Come si vede non furono certamente gli italiani a fornire. una numerosa mano d’opera al Cile. Ancora in una recente statistica (i) leggiamo che nel. primo semestre del ror I il, numero complessivo, degli emigranti.italiani ai tre Stati del Pacifico, Cile, Perù e Bolivia, sale solamente a 382. E siche i nostri emigranti potevano contare, oltre che sulle varie opportunità accennate che non presentano certamente altri Stati del Sud America dove affluisce in maggior numero la nostra emigrazione, anche sulle buone disposizioni del Governo cileno verso di essa. A tacere infatti delle benemerenze del Governo centrale verso gli esperimenti di colonizzazione italiana di Nuova Italia, è bene rammentare che nel Cile vi sono uomini politici che, nonostante prevenzioni e indif(r) Cfr. il num-ro di ottobre 1911 del Bollettino del Ministero degli Affari Esteri (pag• 85).

ferenze che anche colà allignano contro la nostra razza, sono ammiratori della nostra mano d’opera immigrata. Augustin Edwards, per esempio, che fu fino a questi ultimi anni ministro degli esteri,e della colonizzazione, dimostrò parecchie volte pubblicamente di desiderare una più vasta immigrazione italiana e fu indotto parecchie volte a fare paragoni per noi lusinghieri tra’ coloni italiani e quelli di altre nazioni. La mancanza di vie agevoli di comunicazione tra l’Italia e il Cile (r) fu non ultima causa della poca rispondenza dei nostri emigranti all’appello di quello Stato del Pacifica; la ferrovia transanclana, che fu aperta nella seconda metà del 1910 tra Mendoza e Santiago, contribuirà certamente a creare un lento ma continuo rivolo di emigrazione italiana al Cile, tanto più che i nostri emigranti vi si recano sovente dono aver fatto un più o meno lungo soggiorno nello Stato del Plata. Esistono ancora terre demaniali nel Cile; questo Stato, prevedendo come il più efficace richiamo per i coloni stranieri fossero le terre libere, non le alienò come fece l’Uruguay per far denari e pagar le spese delle passate frequenti rivoluzioni, nè le distribuì come fece l’Argentina, inconsideratamente, lasciando che passassero attraverso le forche caudine di una artificiale valorizzazione sistematico, come dei titoli industriali qualunque. Però, nel lodevole intento di adibire alla cplonizzazione straniera le restanti terre demaniali, lo Stato cileno ha trascurato uno dei più importanti problemi del regime fondiario, mentre aspettava che i coloni stranieri venissero a fecondare le terre a loro riservate, esso deve incolparsi di aver represso poco o nulla fino a p000 tempo fa l’abusiva occupazione delle terre fiscali, specialmente nella regione meridionale del paese. Questa trascuranza costituisce ora una delle difficoltà che si oppongono alla colonizzazione straniera del Cile e che la rende piena di pericoli se non intervenga un’energica e precisa azione del Governo in proposito. Già noi abbiamo detto che gli stessi _ terreni della colonia Nuova Italia, nonostante che il Governo cileno favorisse questo primo, esperimento di,,colonizzazione italiana, furono oggetto di infondate rivendicazioni legali da parte di persone che li avevano provvisoriamente occupati senza alcun titolo, che avesse lontanamente qualche apparenza di. legittimità. Ma questo non accadeva solamente,nel 1904, al-, l’inizio della fondazione di Nuova Italia, ma,. secondo il Signor Pedro Vincente Rosales, 4mo• dei. pionieri della colonizzazione europea al Cile, fino dal 1850 all’arrivo dei primi coloni tedeschi. 1 1 Ro-. sales, citato dal dottor Lomonaco, afferma che questi coloni tedeschi, per quanto stimolati ad emigrare (1) La linea di nnsgigaione diretta fra l’Italia e il Cile, protretAlta fra i dne Governi, attende ora l’approv.z one del’Congressa cileno.