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IL BUON CUORE 21


ormai negli Stati Uniti, specialmente nel Missuri, nell’Arkansas ed in California. A centinaia di migliaia i nostri immigrati si logorano nelle fabbriche delle grandi città americane e bene spesso sono alla mercè di qualche crisi che ristagna il lavoro e li fa languire nella disoccupazione. Altre centinaia di migliaia sudano come schiavi nelle viscere delle miniere carbonifere, sempre in pericolo di qualche disastro e senz’arrnrare ad accumulare i risparmi sognati che faccian loro trovare il cammino d’un ritorno festoso in patria. Tra questa massa sono innumerevoli colcro che, se avessero sudato per la terra soltanto la metà di quello che han sudato per la miniera o per la fabbrica, oggi sarebbero padroni di casa e di terra, si troverebbero con un bel gruzzolo di risparmi ed avrebbero ancora quella cera vigorosa e florida che avevan portato d’Italia. Chi, tra i veri patrioti italiani, non vorrà simpatizzare con questa Italica Gens che sì arduo ma pur tanto umanitario lavoro si propone dr compiere? Chi non vorrà aiutarla? L’Italica Gens sta per essere eretta in ente morale, cioè incorporata nello Stato di New York. Acquistata la sua personalità giuridica, essa procederà senz’altro e vigorosamente all’attuazione del suo programma. Finora si è limitata ad esplicare la sua attività colonizzatrice con informazioni ed incoraggiamenti, dati caso per caso. Parecchie famiglie italiane ed anche gruppi interi di emigranti ebbero da essa direzioni ed informazioni esaurienti quando ricorsero al suo Ufficio. Ma fu naturalmente un’azione riltuaria perchè, in questo ramo di attività, le mancava finora quella coesione di programma e di collaboratori che oggi ha. Senza pretese ma senza titubanze l’Italica Gens entra in azione con un programma chiaro ed un piano sintomatico. Noi non siamo usi a tirar cambiali sull’avvenire e quindi non ci azzarderemo in calcoli e visioni di suscessi spettacolosi. Conosciamo troppo bene la realtà per Illudere noi stessi o suggestionare gli altri. Ma d’altra parte noi abbiamo ugualmente fede nel triondo delle idee buone quando siano corroborate da un lavoro silenzioso, persistente, ordinato e circospetto. GIUSEPPE GRIVETTI.

Religione


Vangelo della seconda Domenica dopo l’Epifania Testo del Vangelo.

In quel tempo disse il Signore Gesù a’ suoi discepoli questa parabola: È simile il regno de’ cieli a un padre di famiglia il quale andò di gran mattino a fermare dei lavoratori per la sua vigna. Ed avendo convenuto coi lavoratori a un denaro per giorno, mandolli alla sua vi

gna. Ed essendo uscito fuori circa all’ora terza, ne vide degli altri che se ne stavano per la piazza senza far nulla, e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna, e darovvi quel che sarà di ragione. E quelli andarono. (.1,cì anche di bel nuovo circa l’ora sesta e la nona, e fece l’istesso. Circa l’undecima poi uscì, e trovonne degli altri che stavano a vedere, e disse loro: Perchè state qui tutto il giorno in ozio? Quelli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Venuta la sera, il podi one della vigna disse al suo fattore: Chiama i lavoratori, e paga ad essi la mercede, cominciando dagli ultimi sino ai primi. Venuti adunque quelli, che erano andati circa l’undecima ora, ricevettero un denaro per ciascheduno. Venuti poi anche i primi, si pensarono di ricever di più ma ebbero anch’essi un denaro per uno. E ricevutolo inor;moravano contro del padre di famiglia dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora e li hai uguagliati a noi, che abbian portato il peso della giornata-e del caldo. Ma egli rispose a uno di loro, e disse: Amico, io non ti fo ingiustizia: non hai tu convenuto meco a un denaro? Piglia il tuo, e vattene: io voglio dare anche a giusto ultimo quanto a te. Non posso io dunque far quel che mi piace? Od è cattivo il tuo occhio, perch’io son buono? Così saranno ultimi i primi, e primi gli ultimi: imperocchè molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti. Pensieri. Il padrone va in cerca di operai per la sua vigna Così dice il Vangelo. Più che la ragione a me pare questo sia il pretesto. Aveva pur bisogno la sua vigna d’essere lavorata: questo sì, ma non è questo il solo motivo che gli fa lasciare la casa coi propri comodi per recarsi alla piazza in cerca di operai, no: l’aver dato una paga _agliultimivenuti_come mi mi dice ché più che retribuire il lavoro fatto voleva aver ragione ed occasione d’un lavoro qualsiasi per far del bene, occupando quegli operai e togliendoli all’ozio tanto fatale. Non ve lo spinse l’amor del proprio vantaggio, dell’utile — il gran movente! — ma fu in lui più veramente il bisogno di far del bene con dignità aiutando — nobilmente — coloro che in modo diverso oziando, avrebbero dovutó rimanere — purtroppo facili vittime dell’ozio stesso. Buon padrone! buono davvero poichè intende e vuole il bene senza interesse alcuno. Lo seccherebbe immensamente il perdere occasione di far del bene, di occupare questi sgraziati di cui niuno s’interessa e che la società — egoisticamente — trascura.

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Tanto più buono quanto più si lamenta che -quei miseri stiano oziosi. E più si rammarica quando gli rispondono che nessuno s’è interessato di loro. Alla loro voce risponde col fatto mandandoli al lavoro in casa propria dove si troveranno bene, dove avranno conveniente mercede, dove.... Quanto più scrissi sopra riesce ben doloroso col confronto assai facile dell’oggi. La carità, la bene-ficenza è pur così manchevole nei suoi mezzi, nel suo fine, nella sua origine. Nei mezzi insufficienti a lenire quelle piaghe che la società crea ogni giorno; nel suo fine che non risse a raggiungere giacchè più ne gode assai l’audace e Io sfaccendato che non il