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18 IL BUON CUORE


come direttore di anime se si pensa anche solo a Teresa Ravaschieri e a Paolina Craven Laferronays.

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E intanto la Storia di S. Caterina da Siena (1856): Newman e la religione cattolica in Inghilterra (1859); S. Pier Damiani (1862); Gli errori di Renan; La vita di Gesù Cristo; La dottrina cattolica e molti altri scritti tra il 1860 e il 1880 su tutte le aspre questioni politico-religiose di quel periodo difficilissimo San Filippo Neri (1881), come aveva diffuso il nome e il pensiero del padre Alfonso Capecelatro per tutta Italia e fuori, aveva destato anche nei cuori in cui il desiderio di pace era più segreto ma non meno vivo, la fiducia di ricondurre a Cristo, ancora una volta, la civile società. Poteva esserci apostolato più degno di un sacerdote cattolico di questo che intendeva a conciliare la Chiesa eterna con la patria immortale lo spirito della fede che non passa con lo spirito della scienza che non muore? Ora S. Pier Damian, S. Caterina, S. Filippo Neri, non avevano saputo superare nella loro vita, e nei loro secoli, siffatti e più profondi dissidi dei tempi passati? e al tempo nostro l’armonia non cominciava a farsi nejla coscienza rinata eroicamente cattolica di Giovanni Enrico Newman? Non è meraviglia dunque che il padre spirituale del piccolo cenacolo della casa di S. Filippo in Napoli — la stessa magnifica casa che la mite franchezza cristina del P. Preposito Capecelatro strappò intera alla furia anticlericale d’allora — non è meraviglia che sia poi divenuto come il padre spirituale di tutti i grandi cattolici, votati col medesimo sincero fervore alla causa della Chiesa e a quella della patria. Di quegli uomini bisogna ricordare i nomi; giacchè essi si chiamarono Alessandro Manzoni, Niccolò Tommaseo, Gino Capponi, Federico Sclopis, Cesare Guasti, Augusto Conti. E a questi bisognerà aggiungere Felice Dupanloup e Carlo Montalembert, pomi che stimò dapprima nella calda ammirazione della comune amica Paolina Craven, la scrittrice di Recit d’une soeur, e più, quando poi conobbe direttamente, nel vescovo d’Orlèans un modello di pastore di anime, e nel Montalembert il tipo di patriota cattolico; senza dire quanto abbia influito sullo scrittore delle vite dei Santi, la bella vita di S. Elisabetta di Ungheria dello eloquentissimo conte. Ed eccoci al 1879. Il santo ideale che il modesto Filippino aveva proseguito con diritta coscienza e spesso tra dolorose diffidenze, allora aveva attratto a sè anche la mente di Leone XIII, che in quel medesimo anno creò cardinale l’altro grande sospettato Enrico Newman, e chiamò in Roma col titolo di prelato modestie°, all’Ufficio di sottobibliotecario di S. Romana Chiesa, il padre Alfonso Capecelatro. Ma bastarono a quel Papa pochi mesi per conoscere quale amore per la Chiesa e pel Vicario di Cristo ardesse nell’anima di quell’esile prelato. Nel 1880 lo stesso Leone XIII lo nominò arcivescovo di Capua e nel 1885 lo creò cardinale e poi bibliotecario di S. Romana Chiesa.

Frutto dell’operoso raccoglimento nella sua silenziosa Capua, ma di non più che pochi minuti giornalieri concessi alla scrittura dagli obblighi pastorali, sono stati: P. Ludovico da Casoria, S.’ Alfonso, La Venerabile Frassinetti, Le virtù cristiane: e senza contare le «Pastorali», più 1i trenta discorsi e, parecchie monografie, su argomenti capitali come Il divorzio, vitali come Le vie nuove del clero e L’insegnamento religioso. Perfino la sua preghiera quotidiana egli trovò il modo di farla in comune con la

sua immensa famiglia spirituale: e il Sursum Corda, L’anima con Dio, I.e elevazioni al Sacramento hanno potuto essere visti tra le mani dei pontefici e di regine, di generali d’armata e di ministri d’Italia, di scienziati e di poeti, sotto altere fronti inclinate a Dio, sopra umili cuori a Dio elevati. Se ne vide uno «L’anima con Dio» anche in mano al poeta nell’atto di offrirlo a una sua cara bambina dicendole: «Prendi, così pregherai in buona lingua italiana». Ma non solo per questo a Giosuè Carducci, per quanto letterato, il libretto doveva sopratutto piacere per la sua fresca vena di religiosa sincerità. Seguace della nuova scuola storica italiana che ebbe maestri il Cantù, Cesare Ba’bo, il Troya, il Capponi, il Fornari e P. Tosti, egli non chiese alle cifre e ai polverosi documenti più di quelli che essi potessero dare e il velo nascosto trasse e fece rivivere in pagine stupende, spiranti luce e calore. Nei numerosi scritti d’indole oratoria che rivelò doti di eloquenza sacra e veramente superiore. Niuno meglio di lui conobbe ed amò in Gesù Cristo i nostri tempi, e niuno meglio di lui seppe considerarne i bisogni e gli avvenimenti, guardandoli nella luce degli insegnamenti cristiani, e sollevandosi spesso ad altissime considerazioni, che rivelano i] filosofo della storia, il quale nei fatti umani scruta i disegni di Dio. Ma la forma della sua eloquenza è piana, senza artificio di rettorica, accessibile anche al popolo minuto, tracciata veramente secondo le norme e l’esempio di S. Filippo Neri. Tra gli oratori sacri contemporanei, non sapremmo indicare ai giovani sacerdoti un modello migliore di sacra predicazione veramente pastorale. Infine va ricordato che egli fu anima superiore alle grettezze di parte, serbando sempre intero il suo amore per la Chiesa d’Italia e dimostrandolo nella vita senza ambiguità nè timidezze, anche quando lo sciagurato conflitto che tutti affligge, pareva rendere incompatibile i due amori,

Una bella pagina del card. Mercier sul grande estinto. Noi non sapremmo rinunciare in questo breve cenno biografico sul grande seomnarso, gloria fulgidissima della Chiesa nonchè dell’Italia, a una bella pagina del cardinale Mercier, che nell’aprile scorso in occasione del giubileo cardinalizio del card. Capecelatro scriveva di lui: «Io dubito che al Presente esista nel mondo cattolico un uomo il anale sintetizzi, in egual grado del cardinale Capecelatro, gli interessi vitali della Chiesa. Sacerdote innanzi tutto. discepolo fedele dei Santi Filipno Neri e Alfonso de’ Liquori, dei quali Pali ha. in forma tanto elevata, esnosta la storia edifi-ante, ha messo sempre tra le prime cure del suo zelo apostolico la formazione morale e religiosa del suo clero e più snecialmente emella dei giovani leviti del Santuario. Ministro e soldato della Chiesa e fiero patriota a un tempo, egli ha notentemente conferito al decoro dell’alto clero nella sua bellissima patria l’Italia. I suoi numerosi scritti pieni di attrattiva e di dottrina. occupano uno dei primi poti nella letteratura religiosa di questi ultimi 50 anni. Da lungo tempo io ardeva dal desiderio di fare la conoscenza personale di q uest’uomo insigne, e dacché io ebbi l’onore di, occupare l’ultimo nnon del illuSacro Collegio, che a nome e le opere di strano da un quarto di secolo. il mio desiderio si raddoppiò. Ricordo vivamente l’emozione che mi sentii calando nel marzo dell’anno scorso mi trovai finalmente in presenza del venerabile vegliardo. Fgli ha conservato tutto il vigore del suo pensiero, l’occhio è rimasto penetrante: la sua parola, anche