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332 IL BUON CUORE


Già superiormente notai l’importanza del tempio presso quei popoli, e notai la trascuratezza di cui si circondano le chiese attuali. Molti sono che gridano ai quattro venti, colla sicurezza d’una intelligenza superiore, e d’una condotta normale l’inutilità di questi luoghi separati e specialmente destinati al culto, potendosi — essi dicono — adorare meglio Dio nel gran tempio dell’universo, l’opera delle sue mani, dalle proporzioni superiori alla fantasia e potenza umana; doversi poi Dio adorare — da veri adoratori — in ispirito e verità.

Concediamo si possa pur adorarlo nell’opere sue immani: lo sappiamo il linguaggio del monte, del mare, dell’infinita distesa dei cieli, della landa del deserto, ma è pur innegabile l’azione potente di questo sacro luogo, che ci aduna, che assomma le nostre energie individuali che — dirò così — raccoglie in una armonia più sentita, più forte le mille disperse voci della natura e degli spiriti indefiniti. È innegabile la grandiosità, la suggestione d’una folla che grida al suo Dio l’osanna della riconoscenza: innegabile la grandiosità d’un popolo che invoca colla supplica la clemenza e la pietà dal suo Dio: innegabile l’assorbimento d’un singolo spirito in questa forza religiosa-collettiva che qual fiume potente corre verso l’alto fremente, impaziente fra le dighe d’una chiesa. Bella e cara chiesetta, bianca macchia fra il nero delle piante lassù sul monte.... bella simpatica cappella nel fondo della valle baciata dal fuggente ultimo raggio dorato del sole oh! come vi si raccoglie devoto il tuo popolo circa il vecchio cadente pastore.... padre amato, in una grande, numerosa famiglia..., padre, che noma ciascun dei figli, s’allegra del loro bene, geme al loro dolore, rincorre sulla balza scoscesa il traviato, il perduto!...

Bella chiesa della pianura!... bella chiesa, tempio maestoso della città! Intorno vi brulica, formicola un mondo febbrile nel lavoro, nell’arte, nel commercio. Pare si sperda lo spirito in tanta materia.... L’onda greve del materialismo sale, sale, stringe la gola, ci soffoca, rimpicciolisce la mente, chiude il cuore, ci spinge a morte, ma no!... s’arresta di contro la piccola cappella, cala davanti alla mole del tempio, il testimonio secolare dei fremiti santi e generosi di cui visse non uno solo, ma lo spirito di popoli e popoli che là entro si passarono.

Atterratele; toglierete il passo alle barbarie, soffocherete ogni gentilezza, ogni pietà, innalzerete il monumento all’egoismo brutale e villano delle umane passioni.

Nel Vangelo si legge che intorno a Cristo che — a scopo di riscaldarsi — cammina lungo i portici di Salomone si fa d’attorno una turba, che lo redarguisce gridandoli perchè loro mette in angustia l’anima propria.

Poverini! davano la colpa a Gesù di questo loro triste stato d’animo, per cui erano inquieti, disturbati così da voler male a Cristo pur non sapendosi da lui staccare, cercandolo anzi nella polemica. Ci fanno compassione; ed a svegliarli Gesù ha parole ben serie e sagge: dice anche la ragione vera di loro inquietitudine.

Ha detto che cosa vuole Iddio, ma essi non l’ascoltano perchè — dice Gesù — non sono del suo ovile, come l’altrui pecorella non ascolta nè conosce la voce del pastore non suo.

O mio Dio! grazie d’essere nel tuo ovile, dove mi giunge ascoltata la tua voce. Grazie. Ma e se non la ascoltassi sempre se m; fosse fatto sordo pur nel chiuso ovile di Dio?... se più non esultassi alla luce gioiosa che da lui piove? se mi desse fastidio all’occhio ammalato? se la voce di lui avesse nessun eco nel mio cuore?

Se di noi si dicesse: più non m’ode perchè non è delle mie pecore, non è del mio ovile?...

Oh! agitatevi, fate in modo che a mezzo dell’opere vostre buone, sante, sincere nel fatto, nel fine che vi proponete, abbiate a far certa e migliore la vostra elezione e vocazione cristiana.

B. R.

Congresso Eucaristico di Vienna


Note gentilmente favoriteci dal Rev. Mons. G. Polvara da Vienna

15 settembre 1912

(Continuazione, vedi n. 41).

Gli oratori — I discorsi alle adunanze plenarie

L’entusiasmo dei Congressisti.

Alle solenni affermazioni dell’Em. Cardinale Legato, delle quali ne venne pubblicato il testo, diamo oggi una precisa relazione dei temi svoltisi nelle quattro solenni adunanze alla Rotonda.

Il Cardinale Arcivescovo di Vienna in latino ed in tedesco svolse il tema: L’Eucaristia la chiave per l’unione dei popoli, dimostrando lo spettacolo ammirando di fede e di devozione, che Vienna dava in questi giorni dinanzi a tutto il mondo.

Un giubilo indescrivibile produsse il discorso del ministro del culto Hussarech, il quale, con espressioni di viva fede, accennò al grande spettacolo di devozione verso il Divin Redentore dimorante tra noi sotto le specie eucaristiche, di cui Vienna oggi è teatro, e ricordò le glorie cristiane dell’impero, le chiese di origine apostolica; il sangue di tanti martiri; gli apostoli Severino, Rupperto, Vigilio, Cirillo e Metodio; Carlo Magno, le crociate e il Capistrano; l’opera di Innocenzo XI e del Sobiesky per la liberazione di Vienna e l’opera di Pio X per instaurare omnia in Christo.

Parlò il Principe Lichtenstein, presidente della giunta provinciale austriaca, e avverti molto opportunamente che agli assalti maligni della stampa giudaica contro il Congresso si doveva rispondere col disprezzo; e derivava come conseguenza un insegnamento di somma importanza pei cattolici, quello cioè di opporre stampa a stampa, per ridurre all’impotenza i nemici del cristianesimo.

Il sindaco Neumayer di Vienna diede a tutti gli ospiti il benvenuto e come un tempo, sbaragliate le orde mussulmane, che avevano scritto sul proprio vessillo