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IL BUON CUORE 325


Van Rossum, Legato del Papa, e pronunziò il seguente discorso.

Il discorso del Cardinale Legato.

«Così siamo giunti alla fine di questa grande festa fatta in onore del nostro Divino Salvatore, alla chiusa di questo Congresso Eucaristico mondiale.

Siamo stati tutti testimoni della sua stupenda riuscita. Abbiamo veduto che Iddio ci accorda la sua protezione e che questi giorni furono così splendidi, più di ogni ardita e possibile speranza; quindi il nostro cuore trabocca di gioia e di gratitudine. Ci preme perciò di esprimere pubblicamente tali sentimenti che ridondano di vera soddisfazione.

E così ci rivolgiamo prima di tutto all’unica fonte di tutto il bene, al Dio uno e trino, al Padre, al Figliuolo ed allo Spirito Santo, affine di lodarlo dal più profondo del cuore, affine di festeggiarlo; lode sia al Padre, lode sia al Figlio ed allo Spirito Santo. Dalla Santissima Trinità, il nostro spirito si volge alla Beatissima Vergine, la eccelsa Madre di Dio, che quale dispensatrice di tutte le grazie in questi giorni ci ha tanto consolato, ci ha fortificato nella fede, ci ha ravvivato nella fiducia, ci ha infiammato nell’amore al Santissimo Sacramento.

Dopo avere porto i nostri sentimenti di riconoscenza al cielo, volgiamo gli sguardi alla terra.

Nella Eterna Città vive un eccelso personaggio, il cui spirito si unì a noi in questi giorni, nella venerazione di quel Dio che si nasconde sotto le forme del pane, ed il cui cuore batte col nostro nella manifestazione intima dell’amore. Egli è il regale grande sacerdote, il rappresentante del grande sacerdote divino, dell’Uomo Dio, di Gesù Cristo. Ma Egli è pure il nostro padre amoroso che ha vegliato in questi giorni sopra di noi con paterno affetto, che ci ha benedetto ed ha benedetto il presente Congresso.

Il poterlo assicurare della fede profonda, della viva devozione alla Santissima Eucaristia, della fedele sottomissione alla Sede Apostolica di cui i membri del Congresso hanno dato prova lampante in questi giorni, sarà il miglior guiderdone di tanto paterno attaccamento.

E sarà mia grande soddisfazione di potere riferire ciò al Santo Padre. Ma anche qui a Vienna abbiamo da pagare un debito di gratitudine; quindi rivolgiamo con un gioioso entusiasmo la prima parola al grande Monarca che, tanto quanto il Santo Padre, è più padre dei suoi popoli che loro Imperatore e loro Re; a lui che con cavalleresca dignità, con amore e con fermezza tenne alto sopra di noi, in questi giorni, il suo scudo difensore. Egli ha mostrato al mondo, con un esempio splendidissimo, che la Casa Asburgo non ha cambiato per passare del tempo; essa è rimasta sempre la rocca sulla quale ab immemorabili, veglia la Santissima Eucaristia, ed ove è venerata di grande e profonda venerazione.

Ed ora il capo va innanzi, seguono le membra. Non mi è concesso, nei pochi istanti che mi stanno a disposizione di potere menzionare tutto quanto gli augusti componenti la Casa Imperiale hanno fatto non solo du-
rante gli indimenticabili giorni del Congresso ma durante la sua preparazione, affinchè esso riuscisse come è riuscito.

Però ciò che non mi è possibile di enumerare, è ben conosciuto da questo onorevole Consesso, e quello che anche esso Consesso non può sapere, sta scritto con caratteri indelebili nel libro della vita.

La mia parola di ringraziamento volge quindi agli Eminentissimi Cardinali, ai Reverendissimi Arcivescovi e Vescovi, poichè col loro intervento essi hanno contribuito ad aumentarne lo splendore e favorirne la riuscita.

Però un ringraziamento specialissimo debbo rivolgere all’Eminentissimo Presule di Vienna, che fin dall’inizio fu l’anima della grande impresa, e ne promosse l’esito imponentissimo coi suoi ponderati consigli, colla sua indefessa operosità, colla sua instancabile abnegazione.

Grazie vivissime spettano pure a tutte le autorità di Stato e del Municipio, che hanno saputo mantenere l’ordine con forza e con prudenza.

Rendo pure sentite grazie a tutti gli oratori del Congresso che colla profondità della dottrina, con l’elevatezza dei pensieri e colla chiarezza dell’esposizione e colla inspirazione della parola ci hanno fortificato nella fede e ci hanno così potentemente incitato all’amore ed alla venerazione per il SS. Sacramento.

Così pure voglio esprimere i sensi di gratitudine al Comitato locale del Congresso Eucaristico, che mise tanto zelo e tanto fervore nella preparazione e compimento di quella festa che allietò questi indimenticabili giorni, e così pure la direzione viennese del Congresso che ebbe cura di corrispondere a tutte le richieste, ed antivenire tutti i desiderii, e che compì questo lavoro gigantesco in modo inappuntabile.

Anche il Comitato Centrale e tutti i sottocomitati meritano i nostri ringraziamenti.

Grazie, mille grazie poi a tutti voi riveritissimi coniponenti il Congresso, che da tutti i paesi dell’Europa e dell’America siete venuti sino qui.

Voglio poi particolarmente menzionare i rappresentanti dei popoli della Monarchia Austriaca, i quali compiendo sacrifici, e affermando la propria completa dipendenza dalla Chiesa Cattolica, hanno voluto addimostrare dinanzi a tutto il mondo la loro gratitudine, la loro venerazione, il loro amore per il massimo dono fatto da Gesù all’umanità, nel Santissimo Sacramento dell’Altare.

E così coi sentimenti di profonda devozione al Santissimo Sacramento noi, domani, chiuderemo il Congresso colla grande processione eucaristica. A risarcimento per l’oblio e per lo scherno cui è fatto segno in molti luoghi il nostro Gesù, nelle miracolose manifestazioni del suo amore noi, domani, gli prepareremo un trionfo che forse, al mondo, mai gli fu tributato l’eguale. In faccia al mondo intero noi tutti con viva fede e con amorevole devozione lo riconosciamo come nostro Re, come nostro Dio, al quale tributiamo amore, onore e riconoscenza.

Queste vie di questa vetusta città capitale e residen-