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324 IL BUON CUORE


La targa d’oro di Vienna al Papa.

Durante il banchetto offerto dal Borgomastro di Vienna al Cardinale Van Rossum, fu consegnata al Nunzio Apostolico una magnifica targa d’oro, perchè la facesse pervenire al S. Padre.

La targa rappresenta la città di Vienna come circonfusa di piccole nubi, fra le quali spicca la Burgtor con l’altare sul quale doveva essere celebrato il sacrificio nel giorno della processione. Le nubi simboleggiano le preghiere che s’innalzano in occasione del XXIII Congresso Eucaristico Internazionale. Sono stati coniati solamente due esemplari: una per il Santo Padre e l’altra per l’Imperatore.

Ove risiedevano le Sezioni del Congresso.

Affine di conservare il carattere strettamente religioso del Congresso, vennero adibite alle diverse sezioni le chiese della città.

Così alle sezioni tedesche vennero adibite le chiese degli Scozzesi, della Corte e di S. Agostino; alla sezione francese la chiesa di S. Carlo; alla sezione inglese ed americana quella dei Domenicani; agli spagnuoli quella dei Fatebenefratelli alla Taborstrasse; agli italiani quella dei Minoriti; ai belgi quella di San Giuseppe alla Windmuhlgasse; ai boemi quella ad Alsergrund e quella della Salvatorgasse; ai polacchi quella di S. Michele; ai croati quella di S. Pietro; ai ruteni quella di S. Barbara; agli sloveni quella dei Francescani alla Weiburggasse; ai rumeni quella delle Orsoline; agli ungheresi quella di S. Agostino; agli slovacchi quella dei Cappuccini al Nuovo Mercato: agli olandesi quella tedesca della Singerstrasse.

La solenne seduta di chiusura.

Vienna 14 (sera).

Oggi il tempo è stato pessimo, la pioggia stamani è caduta a torrenti guastando tutto l’addobbo delle vie, le quali sono ridotte quasi impraticabili. Ciò costituisce un disturbo gravissimo per i pellegrini meno abbienti, che sono alloggiati lontano dal centro.

Ad onta di questo però la seduta solenne di chiusura è stata affollatissima.

Alle 11 precise nella grande Rotonda potevano essere radunate un 30.000 persone. Lo spettacolo era imponentissimo, indescrivibile. L’ordine era perfetto: non si ebbero a deplorare inconvenienti di sorta. Però le misure della polizia erano state rigorosissime, specialmente per evitare che in mezzo ai congressisti si infiltrassero dei malviventi.

Nella tribuna di Corte erano presenti: S. A. I. e R. l’Arciduca Carlo Francesco Giuseppe, in rappresentanza dell’Imperatore, con la sposa Arciduchessa Zita di Parma; gli Arciduchi Francesco Salvatore e Giuseppe, i Principi Massimiliano e Giovanni di Sassonia, i Principi Saverio, Sisto e Renato di Parma, le Arciduchesse Maria Valeria, Maria Giuseppa, Cristina, Maria Annunziata, Maria Teresa, Augusta; l’Arciduchessa Elsa con lo sposo conte di Waldburg-Zell; la Granduchessa Alice di Toscana.

Nella tribuna presidenziale avevano preso posto il
Cardinale Van Rossum, Legato del Papa; i Cardinali Skrbensky, Katschthaler, Amette, Nagl, Kopp, Bauer, Mercier.

In altra tribuna erano schierati i 150 Arcivescovi e Vescovi presenti al Congresso, che difficilmente potrebbero essere enumerati, senza commettere delle facili omissioni.

Appena che il Cardinale Van Rossum ebbe toccato il campanello presidenziale dichiarando aperta l’adunanza ed ebbe pronunziato la preghiera di rito, si innalzarono mille grida entusiastiche in tutte le lingue del mondo. L’effetto era di quelli che non si possono descrivere. Tutti erano commossi fino alle lacrime. Agli hoc dei tedeschi si intrecciavano gli elien degli ungheresi, gli vyborne e gli zivio degli slavi, gli evviva degli italiani, i vive dei francesi e gli hurrà degli inglesi.

Era un saluto unanime che i popoli ivi riuniti mandavano ai rappresentanti della Casa Imperiale, al Legato del Pontefice, ai Cardinali, Arcivescovi e Vescovi presenti, per l’opera loro indefessa in pro del Congresso Eucaristico, la cui riuscita sorpassa ogni immaginabile aspettativa.

Terminata l’ovazione, presero la parola i relatori delle deliberazioni prese nelle singele sezioni, proponendone l’approvazione.

Il padre Kolb S. J. tenne quindi un discorso nel quale ringraziò il Santo Padre per avere inviato al Congresso la Benedizione Apostolica (applausi vivissimi).

L’unica mozione di cui venne data lettura nell’odierna seduta (accolta con vivi applausi) dice:

«Il XXIII Congresso Eucaristico rende grazie a Sua Santità il glorioso Papa regnante Pio X con sommesso rispetto per il decreto sulla comunione da lui emanato. Il Congresso vi scorge un mezzo profondamente efficace contro le piaghe dei nostri tempi, una valida tutela per la innocenza dei fanciulli e un mezzo potente per il rifiorire e il rinvigorirsi del cristianesimo. Il Congresso Eucaristico esorta tutti i fattori competenti a promuovere con tutte le forze e con tutto lo zelo la completa applicazione di questo decreto».

Un grande applauso fu l’approvazione, ad unanimità, della suddetta mozione.

Indi prese la parola Mons. Arcivescovo di Valencia, parlando in lingua spagnuola, a nome dei cattolici spagnuoli. Egli espresse la sua grande ammirazione per la bella riuscita del Congresso e mandò un riverente saluto alla Casa Imperiale degli Asburgo e alla Casa Reale di Spagna, e particolarmente alla Regina Madre, Maria Cristina, discendente pur essa dalla gloriosa dinastia austriaca. Fu applauditissimo.

Indi il Cardinale Amette, in francese, ringraziò il Cardinale Nagl e gli organizzatori del Congresso per il suo brillante successo. Espresse la simpatia di tutti i cattolici di Francia per l’Austria-Ungheria e le sue popolazioni. Elogiò quindi l’Imperatore e la Famiglia Imperiale, baluardi del cristianesimo. Nel discendere dalla tribuna il Card. Amette abbracciò il Card. Nagl.

Anche l’illustre presule dell’archidiocesi parigina fu vivamente e calorosamente applaudito.

Terminato l’applauso si alzò S. E. R.ma il Cardinale