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Anno XI. Sabato, 12 Ottobre 1912. Num. 41.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Un Cardinale inglese che fa l’elogio del Rosmini — G. Morando, La Duchessa di Genova Madre.
Religione. —B. R. Vangelo della domenica seconda d’ottobre — Congresso Eucaristico di Vienna — I primi martiri d’Uganda — Echi e letture.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Educazione ed Istruzione


Un Cardinale inglese che fa l’elogio del Rosmini

(dalla Rivista Rosminiana)


Il giorno di domenica 23 dello scorso giugno il cardinale Bourne, Arcivescovo di Westminster e Primate della Chiesa Cattolica in Inghilterra, onorò della sua presenza e della sua parola la festa patronale della chiesa parrocchiale di S. Etheldreda nel quartiere di Holborn in Londra, l’unica chiesa anteriore alla rivoluzione protestante, che sia stata poi, nel 1876, restituita al culto cattolico. La parrocchia di S. Etheldreda è governata dai Padri dell’Istituto della Carità (i Padri Rosminiani), ai quali la volle affidata il grande cardinale Manning.

Ricordando questa scelta, nella sua predica, il cardinale Bourne ne prese occasione per pronunciare intorno ad Antonio Rosmini alcune parole, le quali riescono degne di nota, non tanto in se stesse, quanto per le circostanze in cui vennero pronunziate, da un porporato, da un arcivescovo davanti ai suoi fedeli, in chiesa e in mezzo ai sacri riti. Dopo aver ripetuto che il fondatore dell’Istituto della Carità fu «uno dei più sapienti e santi uomini della Chiesa Cattolica del secolo scorso», il cardinale continuò: «Io non credo coll’aver detto ciò di aver esagerato. Egli fu un uomo di talenti straordinari. Mostrò, nel mezzo degli avvenimenti politici della prima metà del secolo scorso, una profonda preveggenza, quale a pochi è data. Fu uomo di carità grande e soffrì come pochi hanno sofferto, perchè vi fu un momento nella sua vita in cui, umanamente parlando, sembrava certa la sua elevazione a un’altissima dignità nei consigli del governo della Chiesa Universale, onde avrebbe esercitato un’influenza va-
stissima. Ad un tratto tutto cambiò. Nuovi fatti politici attraversarono la via a deliberazioni già prese ed annunciate1 e in tutto il resto della sua vita, che fu circa sei anni, egli dovette portare in cuore la consapevolezza di esser stato mal compreso o guardato con sospetto. Sappiamo come passò quegli anni. Un’abnegazione e una carità meravigliosa sigillarono le sue labbra.... Nel silenzio e nella speranza sarà la vostra forza, divenne il suo motto....».

L’intero discorso si legge nel The Universe del 28 giugno passato.

La Duchessa di Genova Madre

(Dalla Rivista Rosininiana),


Pure la memoria di S. A. R. Elisabetta Principessa di Sassonia e Duchessa di Genova, morta nello scorso agosto tra il compianto dell’Italia tutta, si lega alla memoria del sommo nostro filosofo. Ella visse per più di mezzo secolo nella villa che era stata di Antonio Rosmini, ed ivi educò Margherita, il fiore delle Regine, e Tommaso, il capo supremo della nostra ammirabile Armata.

Il Rosmini s’era stabilito a Stresa fino dal 1835, nel quale anno acquistò dalla signora Anna Maria Bolongaro un casino sopra Stresa che fu il principio di quel magnifico Collegio che porta il nome di lui ed è detto per la sua ridentissima posizione «occhio del lago». Nel ’48 la pia vedova, ammirando l’altissima carità con cui il Rosmini prodigava le sue proprie ricchezze e tutto sè in sante opere, gli lasciò in eredità la sua villa giù in riva al Verbano. Quivi egli si stabili definitivamente dopo il ritorno dalla sua burrascosa Missione a Roma, e dalla sua Vita appare quale nobile esistenza vi condusse e quali insigni ospiti del mondo ecclesiastico e del mondo politico vi si recarono a visitarlo. Basti ricordare — sufficit unus PlatoAlessandro Manzoni e le sue frequenti gite dalla vicina Lesa, e le Stresiane che ne scrisse il giovane Bonghi.

Morto il Rosmini, nel 1857 la villa fu comprata dalla
  1. Pio IX aveva già fatto conoscere iteratamente a lui e ad altri la sua volontà di crearlo cardinale.