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Anno XI. Sabato, 5 Ottobre 1912. Num. 40.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Religione. —B. R. Vangelo della domenica prima d’ottobre — Congresso Eucaristico di Vienna — Fiori d’arancio.
Educazione ed Istruzione. —Un’antica allieva, Tributo di riconoscenza — F. Meda, Impressioni lauretane.
Società Amici del bene. —Per la Provvidenza Materna.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Religione


Vangelo della domenica prima d’Ottobre


Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù disse questa Parabola: Un uomo aveva un albero di fico piantato nella sua vigna, e andò per cercare dei frutti di questo fico e non ne trovò. Allora disse al vignaiuolo: Ecco che son tre anni che vengo a cercar frutto da questo fico e non ne trovo: troncalo adunque: perchè occupa egli ancora il terreno? Ma questi rispose e dissegli: Signore, lascialo stare ancora per qualche anno, fintanto che io abbia scalzato intorno ad esso la terra, e vi abbia messo del letame: e se darà frutto, bene, se no, allora lo taglierai. E Gesù stava insegnando nella loro Sinagoga in giorno di sabato. Quand’ecco una donna, la quale da diciotto anni aveva uno spirito che la teneva ammalata, ed era curva e non poteva per niun conto guardar all’insù. E Gesù vedutala, la chiamò a sè e le disse: Donna, tu sei sciolta dalla tua infermità. E le impose le mani, e immediatamente fu raddrizzata e glorificava Iddio. Ma il capo della Sinagoga, sdegnato che Gesù l’avesse curata in giorno di sabato, prese a dire al popolo: Vi sono sei giorni nei quali si convien lavorare: in quelli adunque venite per essere curati, e non nel giorno di sabato. Ma il Signore prese la parola e disse: Ipocriti, chicchessia di voi non iscioglie egli in giorno di sabato il suo bue, o il suo asino dalla mangiatoia, e lo conduce a bere? E questa figlia di Abramo, tenuta già legata da Satana per diciott’anni, non doveva essere sciolta da questo laccio in giorno di sabato? E mentre diceva tali cose,
arrossivano tutti i suoi avversari; e tutto il popolo si godeva di tutte le gloriose opere che da lui si facevano.

S. LUCA, cap. 13.


Pensieri.

Quando Gesù ebbe a recitare il brano evangelico d’oggi agli Ebrei era impressionato dall’annunzio a lui dato d’un’ecatombe di connazionali ordinata da Erode, e d’una disgrazia occorsa in una caduta della torre in Siloe, dove diciotto persone vi trovarono la morte.

Gesù — inveendo contro il pregiudizio solito — occorrere le disgrazie od infortunii materiali in castigo di colpe di carattere morale — li scagiona dall’accusa d’essere stati quelli più debitori verso la divina giustizia che non altri ch’erano in Gerusalemme, e che si erano meritato per re quella volpe d’Erode. Passando poi — rapidamente — da questo all’insegnamento morale — ciò che più gli era a cuore — li esorta perchè abbiano a fare penitenza, sacrificio, abnegazione, assicurandoli che, ove a ciò si fossero rifiutati, tutti quanti sarebbero periti similmente.

Da ciò l’esemplificazione della parabola, che posta in seguito e nel tempo in cui fu recitata acquista il suo vero significato, cioè: Dio ha per noi delle cure della pazienza: allorchè è imminente un atto di giustizia, una intercessione ci salva domandando una dilazione di grazia, di tempo, di cure maggiori: non invano si irride alla divina pietà.

Più sotto Gesù si adopera — col suo esempio — a significarci in che consista o cosa sia la penitenza, la pietà, la forza religiosa: non istare cioè in un semplice ed esagerato culto di esterne formole legali, ma — senza trascurarle od ometterle — la penitenza — secondo Gesù — si trova in quello spirito pronto ed alacre a tollerare contradizione sopra di sè, dando a favore del bisognoso e del fratello l’energia della virtù del soccorso.

La pianta sgraziata che da tre anni — tre epoche — occupa inutilmente il terreno, nè dà alcun frutto, pur troppo ci rappresenta a meraviglia. Nè ciò dico della società: no, ogni individuo vi è rappresentato, e forse più l’individuo religioso: Il padrone — Dio —