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IL BUON CUORE 309


viene a nome del nostro Santo Padre; tanto è profondo e radicato nei nostri cuori l’amore per il Padre comune della cristianità, tanto è più sincero il saluto che porgiamo al Legato di esso nostro Padre comune. In questo istante il suono delle campane delle chiese dell’Archidiocesi annunzia ai fedeli che V. E., quale Legato del Papa, è giunto per presiedere qui in Vienna in nome del Santo Padre, il Congresso Eucaristico internazionale. Questo suono viene dal tempio del Signore, ove si custodisce il Santissimo Sacramento e dirige il pensiero di tutti al Papa dell’Eucaristia; esso farà scorrere lagrime di contentezza, di gratitudine e di amore. E però salutiamo V. E. in questa capitale residenziale dell’Impero, con speciale compiacenza, perchè l’E. V. è l’ornamento di quella congregazione che ha dato a Vienna l’Apostolo dei tempi nuovi, e con l’aiuto di Dio agli altari un nuovo santo, il santo Clemente Maria Hofbauer.

«Non sono cento anni che in un’epoca in cui la fede era assai decaduta per l’influsso della rivoluzione e delle guerre, egli, additando l’Eucaristia e ricevendo la Santa Comunione, infuse nuovo sangue nella gioventù e richiamò il popolo tedesco alla vita religiosa.

«Quale confratello di questo nuovo santo viennese, sia V. E. benvenuto, promotore di vita cristiana per mezzo della SS. Eucaristia presso vecchi e giovani, presso coloro che sono lontani e quelli che sono vicini.

«La mano benedicente e le preghiere dell’E. V., siano apportatrici di benedizione e di pace ai tempi nostri.

«Così voglia Iddio».

Il Cardinale Legato ha risposto in questi termini:

«La parola illustre che V. E. si è degnato di rivolgere a me e che proviene dall’intimo del cuore, mi ha altamente commosso. Le vostre parole danno una splendida testimonianza della vivissima fede dell’E. V. che vede nel Sommo Pontefice Pio X il vicario di Nostro Signor Gesù Cristo e venera la Sua augusta persona in me, indegno suo servo. Esulto e rendo grazie a Dio ottimo e massimo per i sentimenti belli e profondi del clero e del popolo viennese».

Quindi prese la parola il dott. Neumayer, Borgomastro di Vienna, che così si espresse:

«Eminenza! La popolazione di questa imperiale e reale capitale dell’impero è accorsa piena di giubilo per presentare i suoi omaggi a V. E., al rappresentante del Santo Padre; e quindi io, quale borgomastro di questa città umilio a V. E. il benvenuto di Vienna. Come nello stemma della città è raffigurata la Croce, così è profondamente radicata nel cuore dei viennesi la fede ereditata dai padri, l’amore per il Salvatore degli uomini. E come il campo rosso sul quale spicca la Croce ci addita la via a un fiero combattimento, così le fede dei viennesi è provata tanto nei giorni della sventura che nei giorni della consolazione e della gioia, e sono giorni di consolazione e di gioia che incominciano per Vienna con l’arrivo di V. E. poichè essi coincidono con una stupenda festa della cristianità, alla quale sono convenuti i fedeli di tutte le parti del mondo. Però in questo momento, nel quale tutti i cuori sono infiammati di santo entusiasmo, conviene rammentare i tempi tra-
scorsi che pesarono sulla cristianità. Nel luogo, ove ci troviamo e nel quale la città di Vienna dà il benvenuto a V. E., quattrocento anni or sono ferveva la lotta dalla quale doveva affermarsi il destino dell’Europa: quello di poter rimanere cristiana. Con l’aiuto di Dio a Porta Carinzia fu battuto quello che in allora era il nemico della cristianità. Con un combattimento decisivo la coltura cristiana fu salvata dalla rovina. Cosi si avvicendano nel mondo la pace e la guerra, il piacere e il dolore, come immutata è l’onnipotenza divina e nel cuore dell’uomo che tutto vince. Con tanto amore nel nostro cuore, noi dirigiamo la nostra vita e tutto il nostro lavoro verso l’ideale di porre sulle basi del cristianesimo l’opera sociale del nostro popolo, al fine di dare nelle scuole ai nostri bambini la benedizione del cristianesimo educandoli agli ideali che li illuminino nella vita, che si compendiano nelle parole: «Iddio, Patria, Sovrano». Con questo amore nel cuore noi salutiamo pure oggi riverenti il Santo Padre ed accogliamo con gioia V. E., ed auguriamoci che possa trovarsi bene a Vienna e possano i giorni che l’E. V. passerà qui, rimanerle di grata ricordanza».

Al commosso e bel discorso del Borgomastro, S. E. il cardinale legato ha brevemente risposto per ringraziare.

Alla Cattedrale e alla Hofburg.

Quindi si è formato nuovamente il corteo che si è diretto verso Santo Stefano. Migliaia e migliaia di labari rossi e bianchi scintillano ai raggi del sole. Da tutti i balconi una gran folla assiste al passaggio del corteo: la gente si raccoglie -fino sui tetti. Il corteo era, chiuso dal Cardinale Legato e dal Nunzio Apostolico. Dietro venivano il principe Lancellotti e il borgomastro e dietro ancora un’onda enorme di popolo. La polizia a piedi ed a cavallo ha mantenuto un ordine perfetto. Il corteo è entrato a Santo Stefano. dove ha avuto luogo la visita al SS. Sacramento e la Benedizione.

In seguito il Cardinale legato si è recato alla Hofburg ove era atteso dall’Imperatore. Questo è il pallido raccolto delle accoglienze fatte al cardinale legato del Santo Padre. Più di duecentomila persone erano sulla via. Il carattere eminentemente religioso della splendida manifestazione ha provocato dal popolo non applausi, ma una viva simpatia ed un grande rispetto. Molti si inchinavano rispettosi al passaggio del corteo, facendo il segno della croce.

L’aufografo del Santo Padre.

Ai nostri diletti figli, i cattolici dell’Impero Austro-Ungarico, ed a quelli specialmente della vetusta Metropoli, baluardo insigne del Cristianesimo, che apprestandosi a rendere solenni onoranze a Gesù Cristo nella Santissima Eucarestia, faranno rivivere le avite glorie, si, svolge in questa auspicata occasione col nostro paterno, e col voto chela memoria del Congresso Eucaristico resti imperitura, e contribuisca a conservare la fede e la devozione, impartiamo di cuore l’Apostolica Benedizione.

Dal Vaticano, li 4 settembre 1912.
(Continua).

Pius PP. X.