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IL BUON CUORE 235


Educazione ed Istruzione

All’“ITALICA GENS„ dalle Americhe


Da Buffalo (N. Y) — 160, Court St., riceviamo il seguente articolo del Rev. Prosseda di Fredonia sull’opera del Segretariato dell’Italica Gens di Buffalo:

Nel centro della città e proprio vicino alla gran piazza del Niagara, ove si innalza la mole bianca e maestosa del monumento alla memoria del Presidente Mc Kinley, sorge la bella chiesa di S. Antonio da Padova, fondata diretta dalla benemerita Congregazione di S. Carlo Borromeo, istituita dal compianto Mons. Scalabrini per il bene spirituale e materiale degli emigrati italiani. Il fare la storia di questa chiesa credo sia cosa superflua fuori dai limiti consentiti per una relazione in questo periodico; solo accenneremo ad alcune delle principali vicende della chiesa le quali, così in succinto, bastano a dare una chiara idea dell’opera tenace e costante dei figli di S. Carlo per il bene della Colonia di Buffalo. Questa missione ebbe inizio nel 1888, quando il P. Scibelli, ora morto, iniziò l’opera sua di missionario nella cappella annessa alla Cattedrale di S. Giuseppe. Colà gli italiani accorrevano da tutte le parti di Buffalo per i loro bisogni spirituali. Le cose rimasero così per quasi tre anni, e nel 1891, cresciuti i bisogni della popolazione, si fondò in Court st. e Morgan la presente chiesa.

Dopo qualche anno, ritiratosi il P. Scibelli, gli successero nella direzione i RR. PP. Ludovico Martinelli e Bernardo Casassa.

Affranto dalle fatiche del suo apostolato religioso e sociale, il P. Casassa moriva nel 1909 al suo paese natio in Val d’Aosta, e veniva scelto come successore nell’importante missione il P. Angelo Strazzoni. Egli attende alla sua opera con grande amore; ed è ora suo intendimento di fabbricare una vasta scuola italiana, ove i nostri giovani siano educati e rinsaldati nell’amore della Patria lontana. Il disegno è splendido; il fabbricato misura 75 piedi per 76, è a tre piani, e nel primo di questi v’è un ampio Auditorium per le recite, conferenze, conferimento di diplomi, ecc. Mentre scrivo, le fondamenta sono già incominciate, ed il prossimo settembre segnerà una festa memorabile per la colonia, a allorchè tale scuola sarà inaugurata. E come si addice alla prima parrocchia italiana di Buffalo, questa sarà la più bella scuola italiana.

Non contento di ciò il Rev. P. Strazzoni ha cercato di dare maggiore sviluppo alla Società di S. Vincenzo de’ Paoli per l’assistenza gratuita dei poveri e degli infermi; invero lo stato fiorente della società ed il bene che ne deriva stanno a dimostrare l’efficacia e lo zelo del giovane sacerdote. A questi lodevoli sforzi si aggiunge, con nostro grande compiacimento, l’istituzione del Segretariato dell’Italica Gens, annesso alla parrocchia. Questo da poco tempo esplica la sua azione ed ha già dato risultati assai lusinghieri; basti accennare
che mercè l’opera del P. Angelo fu composto, mesi or sono, un grande sciopero di lavoratori; furono avviate al lavoro molte persone; ricoverati decine di orfani. Egli si interessa inoltre delle condizioni dei lavoratori, tanto nella città come nelle campagne intorno a Buffalo, come pure dei malati negli ospedali e nelle famiglie. Insomma nulla tralascia perchè la nostra colonia sia assistita degnamente. Noi ci congratuliamo vivamente con lui, augurandogli sempre nuovi successi.

Il carteggio di Alessandro Manzoni

A cura di Giovanni Sforza e di Giuseppe Gallavresi uscirà a giorni, in una magnifica stampa della Casa Hoepli, la prima parte del Carteggio di Alessandro Manzoni, dal 1803 al 1821, vale a dire da quando il Manzoni aveva diciotto anni a quando n’ebbe compiuti trentasei. «La presente edizione, avvertono i due raccoglitori, è frutto di una intesa tra la famiglia del grande Lombardo, l’editore Hoepli ed il più provetto di noi due (sarebbe lo Sforza, direttore dell’Archivio di Stato di Torino). Questi ha liberamente conferito nella nuova e più compiuta stampa la materia che ebbe dagli eredi del Poeta, aumentata durante anni ed anni di ricerche e ricevuta quindi — per curare la presente edizione — dal più giovane collaboratore con reverente gratitudine». A tale concordia di propositi, fra gli usuali ricercatori di archivio non troppo comune, corrispose il più largo favore degli studiosi italiani e stranieri, che gareggiarono nel comunicare le carte manzoniane, che dovevano integrare l’epistolario edito sin qui. Citiamo con riconoscenza: l’Istituto di Francia, che, in via d’eccezione, volle questa volta dipartirsi da quelle norme che limitano la comunicazione dei depositi recenti; i nipoti della erede del Fauriel; le discendenti della marchesa di Condorcet; l’ing. Massucco, pronipote di Eustacchio Degola, primo padre spirituale di Alessandro, e, via via, enti pubblici e persone e famiglie private. Esce adunque ora una edizione interamente (le eccezioni sono pochissime) collazionata sugli autografi o su copie degne di fede; disciplinando la riproduzione a più rigidi criteri di uniformità coll’autografo, e rispettando anche talune singolarità nella grafia e nella punteggiatura più frequenti nelle lettere più antiche. Salvo quando si trattasse di semplici sviste o di trascorsi di penna, le forme più anormali riscontrate nelle lettere francesi furono riprodotte, riservandosi gli illustri e benemeriti raccoglitori il compito di sobrie annotazioni esplicative e interpretative riguardanti i luoghi e le persone e lasciando in disparte i commenti morali ed estetici, i quali in questo caso non hanno da essere fatica degli editori. Alessandro Manzoni ha da presentarsi al lettore senza commenti, lui, i suoi giudizi, le sue particolarità, i suoi segreti.

I maestri e la famiglia.

La prima lettera che troviamo qui è indirizzata a quel gran cavaliere della poesia italiana che fu Vin-