Pagina:Il buon cuore - Anno XI, n. 28 - 13 luglio 1912.pdf/6

222 IL BUON CUORE


impegnarsi esso stesso direttamente, potrebbe incoraggiare ed orientare con mezzi che a lui non mancano, qualche istituto bancario italiano verso quell’importantissimo compito nazionale delle terre d’oltre oceano, come altre volte già fece pel conseguimento di altri fini, in altri paesi.

Noi non dubitiamo che il capitale italiano, spinto dalla sua propria convenienza, non tarderà molto ad investirsi in imprese agricole nei paesi transoceani: ma frattanto diciamo che fino a quando esso, distolto da altri impieghi in Italia e fuori, indugierà a seguire la nostra emigrazione, sarebbe disastroso, dal punto di vista nazionale, abbandonare questa a sè medesima, come fino ad ora è avvenuto: è necessario in qualche modo provvedere, e ciò è possibile, come ora vedremo.

Se la nostra gente emigrata non è andata assolutamente dispersa ed assorbita, e se più qua e più là se ne vedono delle collettività unite e numerose, ciò si deve solamente al suo numero straordinariamente grande ed al flusso continuo dei nuovi emigranti che vanno ogni anno a rinfrescare le colonie degli emigrati più vecchi; a quella distribuzione automatica provvidenziale, fatta per mezzo della corrispondenza e dei richiami degli emigrati ai parenti ed amici rimasti in patria.

Ora però che le statistiche ci mostrano come la nostra emigrazione di carattere permanente vada ogni anno più riducendo le sue cifre, non possiamo non preoccuparci di quel tempo, più o meno prossimo, in cui il numero degli emigranti permanenti, come è avvenuto da alcuni anni alla Germania, sarà quasi completamente scomparso.

Dobbiamo preoccuparci del fenomeno per dominarlo e farlo servire ai nostri fini, ora che abbiamo ancor tempo.

L’emigrazione di carattere permanente, sia pure in numero non grandissimo, può essere ora efficacemente utilizzata per fare opera di raccoglimento e di consolidamento in alcune nostre colonie.

Una delle difficoltà maggiori dei nostri emigranti è quella di orientarsi e di avere indicazioni sui luoghi ove convenga loro recarsi: tanti ve ne sono che vanno alla ventura, oppure consigliati dagli uffici di immigrazione dei paesi americani, e naturalmente costoro sono sbalestrati dovunque capita, dove quei Governi hanno interesse a mandarli, e spesso vanno a finire in luoghi lontani, isolati dalla collettività dei connazionali, dove scarse sono le probabilità di avvantaggiarsi.

Fare ad essi conoscere le opportunità che si presentano in località dove già risiedono collettività italiane, indirizzarveli ogniqualvolta che in esse, cosa facile e frequentissima, possono utilmente lavorare, non solo nell’agricoltura, ma anche esercitando altri mestieri e professioni che sono richiesti a mano a mano che i nuclei coloniali si ingrandiscono, è questo un compito importantissimo diretto ad evitare ogni ulteriore dispersione, pel quale ci si può adoperare molto efficacemente, anche mancando del sussidio del capitale; ed al quale in modo speciale si propone di cooperare l’Italica Gens, ed abbiamo fiducia, con risultati adeguati.

E tale avviamento si può dare non solo agli emigranti che vi arrivano dall’Italia, ma anche a tanti altri connazionali che già risiedono nelle grandi città transoceaniche, dove traggono vita misera, economicamente, fisicamente e moralmente, e che ben volentieri cambierebbero quel loro stato per la vita agricola, se l’incognito dei campi di colonizzazione non li spaventasse, se conoscessero qualche luogo dove potersi convenientemente stabilire. Non potendo disporre di capitale, si tratta di vedere dove è possibile, anche senza di questo, che i coloni abbiano una posizione buona ed indipendente, e che prospetti loro una elevazione delle proprie condizioni, cui è giusto che aspirino essi che a quello scopo hanno affrontato il sacrificio dell’esilio.

E questo che bisogna fare ed è ciò che l’Italica Gens va cercando, raccogliendo dai suoi corrispondenti, largamente sparsi nei paesi transoceanici, dati di fatto e notizie sulle possibili opportunità dei vari luoghi.

Dalle indagini per ora fatte a tale scopo in Argentina, risulta che condizioni molto favorevoli all’acquisto della proprietà da parte dei nostri emigranti nelle provincie in cui già risiedono colonie italiane non esistono, ed anzi quella probabilità va ogni anno più facendosi difficile. Ciò non perchè manchi il terreno disponibile. che anzi per estensioni vastissime si vede incolto anche intorno ai più importanti nuclei coloniali, ma perchè quei terreni in forza della sfrenata speculazione di cui sono oggetto hanno per lo più prezzi elevatissimi.

Dimodochè sono inaccessibili ai nostri coloni non solo che volessero immediatamente acquistarli, ma anche che, come molti hanno potuto fare nelle provincie di Cordova e di Santa Fè fino a non molti anni addietro, si accontentassero di pervenire ad esserne padroni dopo averli coltivati per lunga sequela di anni, prima come mezzadri e poi come affittuari.

Con questo non vogliamo escludere che la colonizzazione non abbia ancora in Argentina un campo immenso da sfruttare, ciò che certamente sarà fatto specialmente per opera di chi disponga di capitali; altra volta parleremo più a lungo della situazione fondiaria di quella Repubblica: solo qui ci basti avere accennato alle difficoltà che essa offre alla colonizzazione pei nostri emigranti.

Volgendo lo sguardo agli altri Stati Sud-Americani, dobbiamo notare che vi sono alcune regioni le quali attualmente, a preferenza di altre, possono offrire opportunità alla nostra emigrazione permanente; ed esempio gli Stati meridionali del Brasile: e crediamo si debba di essi tener conto nelle investigazioni dirette a studiare la miglior distribuzione della emigrazione secondo gli intendimenti esposti.

Vogliamo alludere specialmente agli Stati di Rio Grande do Sul e di Santa Catharina, dove sono nuclei coloniali italiani numerosi e noti per la loro unione e per la conservazione dello spirito nazionale. Data la deficienza di comunicazioni ferroviarie, quelle colonie, oggi non sono generalmente molto ricche, ma ciò non di meno si può con sicurezza affermare che esse hanno tutti gli elementi per un prospero avvenire. Intorno a codesti nuclei coloniali, in cui i nostri connazionali sono