Pagina:Il buon cuore - Anno XI, n. 28 - 13 luglio 1912.pdf/5


IL BUON CUORE 221


Pensione benefica per giovani lavoratrici ed altre, tutte col loro vessillo.

Questi Istituti potevano dirsi interpreti della gratitudine di altre opere pie già in vita beneficate dalla generosità della pia signora, e anche di coloro a cui il soccorso giungeva confortato da delicate parole, e leniva sventure e dolori che talvolta il mondo ignora, improntando la sua beneficenza allo spirito del Vangelo, spirito che era a norma di tutta la sua preziosa esistenza.

La pietà e la bontà furono caratteristiche invidiabili dell’animo gentile e pio della nobildonna Landriani, che giunse a tarda età, circondata sempre di grande riverenza, degna invero del nome e delle virtù onde ella era adorna.

La sua morte fu veramente santa! Confortata da tutti i carismi nella nostra Santa Religione, e — benedetta dall’Erri. Cardinale nostro Arcivescovo, — e benedicendo, rassegnata, a’ suoi cari..., la sua dipartita ha destato vivo e generale rimpianto.

E Chi da anni e molti.... seguiva tale esistenza impreziosita di vere ed elette virtù di mente e di cuore, e che in ogni circostanza pur triste ed amara la vidde guardare a Dio, al Cielo con esercizio d’abnegazione e sacrificio, depone, lagrimando, un fiore sulla sua tomba venerata oggi e sempre, il fiore del ricordo, della riconoscenza sublimato dalla preghiera a requie e a protezione.

Alla desolata signora sua Sorella, alla nipote signora Giulia Cattaneo, ai parenti tutti le sincere condoglianze.

P.

Educazione ed istruzione


La colonizzazione della Patagonia

e l’emigrazione italiana.

(Continuazione e fine, vedi n. 27).

Una buona soluzione per un avviamento conveniente della nostra emigrazione nel Sud si potrebbe avere se il capitale italiano si facesse guida e sostegno delle nostre forze di lavoro, provvedendo alla costituzione in quelle regioni di qualche seria ed importante impresa di colonizzazione, capace di procurare ai coloni italiani la desiderata indipendenza economica e di promuovere il conveniente raggruppamento etnico.

La cosa fu già altra volta oggetto di studio. Infatti fra i tanti progetti di colonizzazione italiana rimasti inattuati per varie difficoltà, o falliti, è degno di nota per la sua importanza uno che fu presentato poco più di dieci anni fa dal generale Ricciotti Garibaldi, d’accordo coi senatori Odescalchi e Medici, che si riferiva appunto alla colonizzazione della Patagonia col lavoro
italiano. Si trattava di una società che avrebbe dovuto colonizzare in un periodo di cento anni tutti i terreni demaniali della Repubblica Argentina al sud della provincia di Buenos Aires, la cui estensione era allora di 29,000 leghe quadrate.

Ma il grandioso progetto, studiato particolareggiatamente nelle varie modalità e condizioni, e che da persone competenti era stato riconosciuto di grande vantaggio tanto per l’Italia come per l’Argentina, per difficoltà di vario genere sorte nelle trattative, non ebbe alcun seguito.

Ora le condizioni dell’Italia e dell’Argentina sono notevolmente cambiate, ed una impresa di simile entità non sarebbe più attuabile: la nostra emigrazione contenuta entro limiti più moderati non va più come allora, cercando un sfogo necessario; e buona parte di quelle terre fiscali cedute a compratori singoli di varie nazioni, più volte vendute all’asta (rematar) secondo il sistema argentino, dopo aver fatto molti passaggi di proprietario, hanno prezzi nominali assai elevati, mentre purtroppo il loro valore reale non è per niente salito, essendo rimaste in massima parte incolte e deserte. Dopo quel progetto nessun altro di importanza è stato fatto, che mirasse alla colonizzazione di terre della Patagonia con denaro italiano, nè si sa che attualmente ve ne siano in studio.

Esclusa quindi anche questa soluzione, noi non esitiamo ad esprimere il parere che non conviene per ora, e finchè tale si conservi lo stato delle cose nelle regioni meridionali argentine, che gli emigrati italiani vi si rechino, perchè ciò sarebbe contrario all’interesse loro ed a quello della patria.

Abbiamo detto che uno dei motivi che rende poco consigliabile l’avviamento dell’emigrazione italiana alle regioni meridionali argentine è la deficienza del capitale nazionale disposto a seguire l’emigrazione dei nostri lavoratori.

Questa deficienza che qui abbiamo rilevata non si riscontra solo nei riguardi della colonizzazione nostra in Patagonia, ma in tutti i paesi transoceanici: onde le osservazioni che seguono debbono riferirsi non solamente ad una regione o ad uno Stato, ma al problema generale della colonizzazione italiana oltre oceano.

L’orientamento del capitale italiano verso le colonie agricole dei nostri emigrati, sarebbe oltrechè un impiego sicuro e fortemente redditizio, il conseguimento di uno dei compiti più importanti della politica emigratoria, la valorizzazione della nostra emigrazione dal punto di vista nazionale.

Invece per ora, purtroppo, il capitale italiano si mostra restio e timido a mettersi su quella via, divenuto sospettoso e diffidente dopo qualche tentativo mal riuscito per inadeguata preparazione.

È questa una nostra particolare deficienza cui è di importanza capitale rimediare sollecitamente, se non si vuole pentirsene quando sarà troppo tardi. Dovrebbe il nostro Governo pensare seriamente a questa necessità che s’impone, ed anche se non creda conveniente