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IL BUON CUORE 219


Maddalena con atteggiamento scontroso le vieta di toccarlo! Che significa tutto ciò? Rimprovero, incoerenza, misteriosa lezione compresa soltanto da chi la dava e da chi la riceveva, uno strano modo di ripagare la più fervida devozione rivelatasi, a dir vero, molto tardi in una vampata di così calda affettuosità, ma solo perchè mancarono prima d’allora le occasioni svegliatrici, quelle che provocano gli abbaglianti scintillii dei grandi caratteri?

Giacchè di spiegazioni di così enigmatica proibizione se ne recarono molte. Ci si vide un rimprovero. Di che? di non aver ravvisato subito nelle parvenze d’un giardiniere Gesù risorto? di non aver ricordato le dichiarazioni e promesse reiterate della Passione e della Risurrezione?

Anzitutto non fu nei costumi di Gesù risorto rimproverar chichessia, anche quando ce ne sarebbe stato ben forte motivo, come nel caso di S. Pietro; poi Gesù meglio d’ogni altro si fece ragione dell’enorme scompiglio che l’atroce sua fine aveva portato nelle menti di tutti; poi non fu Lui stesso a trasformarsi; a negare, come ai discepoli di Emaus, il dono della fulminea percezione e del subito riconoscimento dell’essere suo, d’altronde così nuovo, giacchè tutti prima d’allora ignoravano lo stato dei risorti per sempre?

Piuttosto c’è a vedervi un trattamento privilegiato in favore della Maddalena, quello di venire assunta ad inaugurare il nuovo culto in spirito e verità. Mi spiego. Colla Risurrezione finiva in parte e coll’Ascensione finiva totalmente pei seguaci di Cristo, quella che possiam chiamare la religione dell’evidenza, per dar luogo alla religione fatta tutta di fede. La prima prova vien eseguita sulla Maddalena; subito interrotta, come più sopra si è detto, con una concessione indulgente all’antico programma dell’evidenza; prova che su più larga scala ebbe luogo nei quaranta giorni di vita risorta da Gesù trascorsi sulla terra, tutta un’alternativa di fede e di evidenza, con prevalenza di maggior durata alla vita di fede, certo per prepararne gradatamente a quest’ultima senza più altri conforti della vita d’evidenza riserbata da godere nel cielo.

Noli me tangere indicherebbe adunque il nuovo programma di religiosità dei seguaci di Cristo e della più spirituale delle forme di culto sacro, per cui nella vita presente si vegga, si abbia a constatare e credere per via di fede, non per la esperienza dei sensi. Indicherebbe dell’altro: che la fede della Maddalena non aveva bisogno di toccare per credere, ma solo l’affetto, per quanto puro, voleva un appagamento. E questo non fu permesso ad un’anima così innanzi nella perfezione, così illuminata; mentre S. Tommaso, la cui fede aveva bisogno di toccare per credere — non l’affetto cercava appagamento di sorta — fu invitato, forzato a toccare Gesù per crederlo presente nella realtà della carne risorta. E assieme ad una lezione di dura prova, si potrebbe anche riscontrarvi una lezione di moderazione nel fervore d’un affetto non abbastanza purificato quanto meritava il Corpo di Cristo trasfigurato nel bagno della morte e della risurrezione. Si vegga altressì una insinuazione che le primizie vanno riservate a Chi ne
ha solo e prima d’ogni altro il diritto: al celeste Padre. Dopo che sulle carni verginali di Cristo si fosse posato il più casto e affettuoso e ardente bacio di un Padre che concentrava le sue delizie e compiacenze in tanto Figlio, anche i fratelli della terra avrebbero potuto toccare le immacolate membra di Gesù. Intanto quel Corpo restasse vergine di contatto umano.

Tanto più che urgeva fare ben altro e di maggior momento che abbandonarsi ad espansioni materiate per le quali veniva accordata una proroga della definitiva partenza dalla terra per parte di Gesù. Cioè, annunciare subito ai fratelli la avvenuta risurrezione, allo scopo di abbreviare il più possibile le loro angoscie.

Questa missione così onorifica e così delicata di annunciare alla Chiesa ufficiale, lei donna, lei stata schiava del peccato e di Satana, lei addetta ai più umili uffici del collegio apostolico, l’avvenimento essenziale della nuova Fede, finirà di delineare il nuovo ordine di cose inaugurato colle parole che ne saranno anche il motto riassuntivo «Noli me tangere»: vale a dire che i fedeli del Cristo quindi innanzi accolgano la buona Novella per il tramite della parola umana, spesso pronunciata dai più umili, e indirizzata, tramandata, attraverso le masse compatte del popolo, ai più dotti, ai più grandi, ai più forti, dal momento che Gesù apparve per prima ad una donna e ad una donna commise di evangelizzare la sua risurrezione ai capi della nascente Chiesa.

Qui è la glorificazione della penitenza, qui la paga magnifica, degna di Dio, di leali e affettuosi servigi, qui la rivincita della donna tenuta tanto tempo nella più ingiusta, brutale abiezione da chi non era nè più grande nè migliore di lei.

La Divina Misericordia

e la Maddalena del Vangelo.

L’egregio canonico don Pietro Gorla ha pubblicato su questo argomento uno splendido volume di oltre 600 pagine, che siamo lieti di presentare colle parole stesse dell’Autore, cioè colla sua prefazione:

«Con quali parole presentare al pubblico queste pagine che amerebbero tanto essere portate via nel silenzio delle anime, per farsi leggere nella intimità di una camera, dove si è soliti ritirarsi a pensare e a pregare, lontano da ogni voce del mondo, o nella solitudine di una campagna, quasi fossero traccie di religiose meditazioni?

«Sono certe note incominciate in matita sui margini del Vangelo, continuate poi durante un lungo viaggio dello spirito in compagnia dei Padri della nostra fede e dei Dottori della Chiesa, in mezzo alle grandezze della natura e agli spettacoli più belli della grazia, cantati dal loro genio e dal loro amore. Esse vorrebbero ritrarre almeno in qualche sua linea, il cuore più bello e più grande che sia mai esistito, il cuore del Figlio di Dio e di Maria, in cerca di una grande anima per-