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Anno XI. Sabato, 13 Luglio 1912. Num. 28.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Religione. —R. B., Vangelo della domenica settima dopo Pentecoste — L. Meregalli, «Noli me tangere....» (per la festività di Santa Maria Maddalena) ― La Divina Misericordia e la Maddalena del Vangelo.
Necrologio. —In memoria della Nobildonna Teresa Landriani.
Educazione ed Istruzione. —Ranieri Venerosi, La colonizzazione della Patagonia e l’emigrazione italiana ― Samarita, Rodi (poesia).
Società Amici del bene. —Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale ― Diario

Religione


Vangelo della domenica settima dopo Pentecoste



Testo del Vangelo.

Uscendo il Signore Gesù co’ suoi Discepoli da Gerico, andò dietro a lui una gran turba di popolo. Quand’ecco che due ciechi, i quali stavano a sedere lungo la strada, avendo udito dire che passava Gesù, alzaron la voce, dicendo: Signore, figliuolo di David, abbi pietà di noi. Ma il popolo li sgridava perché tacessero. Eglino però più forte gridavano, dicendo: Signore, figliuol di Davide, abbi pietà di noi. E Gesù soffermossi, li chiamò e disse loro: che volete ch’io vi faccia? Signore, risposero essi, che si aprano gli occhi nostri. E Gesù, mosso a compassione di essi, toccò i loro occhi: e subito videro e lo seguitarono.

S. MATTEO, cap. 20.


Pensieri.

In un confronto fra la turba che lascia le comodità di Gerico per seguire Gesù, udirne la santa parola di vita ed osservare la potenza dell’opere, e i due ciechi, che tranquilli aspettano Cristo lunghesso la strada, si può ben trarre un’osservazione — comune se si vuole — ma assai pratica.

Quando si è sentito Gesù, quando se ne è gustata la dolcezza che da lui emana, e se n’è provata la soavità dell’opere, non è tanto facile staccarsi e sciogliersi da lui. Una folla, mista d’uomini e di donne, assuefatti ai comodi, ai vantaggi della città — lascia il luogo
istesso di quei comodi, lascia le case proprie, le proprie abitudini — quasi seconda vita — i parenti, per seguire Gesù, da cui nulla possono sperare, giacchè — povero come Egli è — nulla di materiale vantaggio può dare, ma solo le parole del vero e la gran ’suggestione della carità e dell’amore. Eppur una forza misteriosa dietro li trae e li lega a Gesù, spezzando catene per uso e tempo saldissime.

Contrariamente i due ciechi non si muovono dalla strada. Là, sfruttando il via vai delle turbe, ci avevano passato la loro vita, grama e stentata: ci avevano fatto l’osso: la piccola elemosina soddisfaceva i loro minimi bisogni, quindi non si muovono: non sentono il bisogno di Cristo: non pregano di condurli.... al più grideranno quando Cristo passerà.... così buono, darà loro una maggior elemosina.

Oh! Cristo non è cercato, non è desiderato da chi vive lungo la strada dove è tanto passare di gente, di sesso, di condizione, età diversa.... La strada divaga, distrae, non dà modo di pensare alle proprie miserie, debolezze, bisogni, intenti come siamo ad osservare gli altri. La strada non è il luogo di raccoglimento, meditazione, ecc. Il vivere sulla strada è il vivere divagato, dissipato, è il luogo dell’anime frivole, leggere... è il luogo dove tutto si mette in vista per essere osservati, dove è impossibile la riflessione, dove è impossibile trovare Cristo, che suole darsi, manifestarsi, scoprirsi solo a coloro che lo cercano, che lo sentono, che lo sanno abitare non fra il tumulto delle passioni, ma nel chiuso del cuore, dello spirito: Non in commotione Dominus! disse il profeta.

Quando s’avvedono di Gesù — l’han loro suggerito gli amici, i buoni, coloro che già conoscevano Cristo — gridano a lui «...abbi pietà». Chiedono in genere pietà, forse l’elemosina.. sono così avviliti, che a lui dicono il solito grido, non sanno che cosa domandare mentre di tutto hanno bisogno.

Sì, il peccatore tante volte non chiede nulla. Sente il cumulo delle miserie: grida per le sofferenze del momento ma non osa.... non sa. Che stato terribile d’incoscienza, d’abbrutimento, di ben dura rassegnazione! La turba tenta farli tacere: il mondo, l’ambiente, i