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198 IL BUON CUORE


a lungo, l’accarezzò in uno spasimo creatore, vi si indugiò e compiacque come in una di quelle supreme voluttà che fanno dimenticare ogni altro piacere e gioia. L’abside sarà naturalmente il punto centrale ove convergano occhi è cuore. Al piano della Chiesa sorgerà un modesto altare; ma più in alto, e sempre entro l’abside, si aprirà una nicchia ampia ad accogliere un artistico altare in stile gotico, d’una stupefacente ricchezza recante nel centro l’immagine della Madonna della Salute che il pittore Cisterna andò appositamente a copiare a Roma dall’originale della Casa Madre.

La torre delle campane sorgerà sopra la facciata principale, alla maniera francese.

Originalissima la cupola della Chiesa, il cui cielo sarà un’ampia vetrata a colori da potersi illuminare a luce elettrica.

La forma della Chiesa è quella a croce latina, ma la periferia non è un rettilineo perfetto, sibbene poligonale; è lunga metri 39, larga all’incrocio 25, alta 15.

Per essere un dono di privati, Milano può ben ralgrarsi di avere una tal Chiesa di più....

Educazione ed Istruzione


Carteggio di Alessandro Manzoni

a cura di

Giovanni Sforza e di Giuseppe Gallavresi

Lungamente attesa, quest’edizione costituisce un vero avvenimento. Per gran tempo era invalsa l’erronea credenza che il Manzoni avesse scritto poche lettere e che quelle poche fossero di ben scarsa rilevanza agli occhi del critico. Tale opinione non poteva essere efficacemente smentita coi fatti finchè la miglior parte delle lettere manzoniane rimaneva sconosciuta. Il Bonghi aveva bensì annunciato, tosto dopo la morte del suo grande Maestro, ch’ei si sarebbe accinto alla pia e cara fatica di raccoglierne il carteggio.

Al Bonghi, distratto da altre molteplici cure, si era sostituito Giovanni Sforza, che si provò nel 1875 e nel 1882 a darci un saggio del prezioso epistolario. A sua volta lo Sforza, chiamato all’alto e geloso ufficio di Sovrintendente dei reali archivi del Piemonte, affidò il materiale ch’era venuto adunando, al prof. Giuseppe Gallavresi. Questi si è proposto di offrire, riprendendo e completando l’opera del provetto collaboratore, una edizione del Carteggio, condotta, quando appena fosse possibile, sugli autografi, o almeno su copie sicure. Il testo fu oggetto pertanto delle maggiori sollecitudini, essendo stato riveduto e collazionato per intero, ed indicandosene via via le fonti. L’annotazione, lungi dal pretendere a commenti morali ed estetici, non si prefisse che l’interpretazione delle lettere, mirando sopratutto ed identificare i luoghi e le persone citate.

La prima parte del Carteggio abbraccia si può dire l’intera giovinezza di Alessandro Manzoni, sino al 1821 e comprende ben 285 lettere. Nella serie ebbero luogo alcune poche reciproche di Vincenzo Monti, di Claudio Fauriel, di Ermes Visconti, della marchesa di Condorcet, del marchese Cesare d’Azeglio, di Charles Loyson, degli zii del Manzoni don Michele De Blasco e marchese Giulio Beccaria. Alquanto più numerose, e contraddistinte anch’esse da diverso carattere, sono lettere collaterali scambiate tra gli amici ed i congiunti del Manzoni e tali da irradiare nuova luce su moltissimi punti della vita di lui per i quali non soccorrono le sue stesse lettere.

Al primo manipolo della corrispondenza del Manzoni col Fauriel edito primieramente dal De Gubernatis, un nuovo preziosissimo fascio fu potuto aggiungere dal Gallavresi in seguito a fortunate ricerche nella Biblioteca dell’Istituto di Francia. Nella capitale francese gli fu dato di porre le mani su documenti rivelatori di mal note fasi della conversione del Manzoni alla vita cattolica, che avvenne sotto gli auspici dei Giansenisti.

Or è appunto dalle carte di uno dei maggiori rappresentanti di quel cenacolo religioso, don Eustachio Degola, che a questa prima vera edizione del Carteggio vennero utilissimi contributi. Si dischiusero del pari per la prima volta i preziosi depositi conservati dalle nipoti del Manzoni a Brusuglio, dai cugini di donna Enrichetta Manzoni Biondi e da parecchi privati raccoglitori. Altre porte, già appena dischiuse, come quelle della Raccolta Manzoniana di Brera, della Queriniana di Brescia, della Comunale di Zurigo, della Biblioteca della Sorbona, si spalancarono ormai di fronte alle metodiche indagini, dalle quali deriva quest’edizione definitiva, veramente interessante.

L’accennar così alle origini varie ed inattese dei tesori contenuti nella prima parte del Carteggio, basta a far comprendere ad ogni persona colta il grande valore della presente pubblicazione per la storia delle lettere italiane. Il Manzoni, vieppiù riservato nel tenor di vita e schivo da ogni contatto col gran pubblico, si rivela qui nelle sue più immediate, spontanee e libere manifestazioni. È una inestimabile materia ad osservazioni psicologiche.

Il volume, molto accuratamente stampato, va adorno di due fac-simili di lettere conservate nella Biblioteca Ambrosiana, e di una dozzina di ritratti dei principali corrispondenti, che figurano in questa prima parte del Carteggio. Un minutissimo indice alfabetico ed analitico agevola agli studiosi l’uso di un’opera destinata a divenire rapidamente un testo di lingua che non potrà mancare in alcuna biblioteca italiana.

Il complesso e i particolari di questa importantissima raccolta devono suscitare l’ammirazione di tutti gli studiosi, i quali apprezzeranno specialmente l’immane lavoro compiuto con intelligenza, pazienza e perseveranza dal prof. cav. Giuseppe Gallavresi, giovane dotto quant’altri mai e sospinto dalle più nobili energie.

L’editore Hoepli può compiacersi di questa sua edizione, che avrà una continuazione sempre più interessante.