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188 IL BUON CUORE


tuoso commiato, io non dubito della corrispondenza dei sentimenti di questa Assemblea.
Signore e Signori,

Al 1911, tiene dietro nella serie del tempo il 1912, l’anno, voi ben lo sapete, in cui gli sguardi, le sollecitudini, i provvedimenti di ogni natura, sono conversi alle sponde Libiche e sull’onde dell’Egeo; in cui per forza e per amore si delinea una forma novissima di derelitti, alla quale la nostra istituzione, come le congeneri, soggiace; ebbene, l’incontro felice di tanti elementi operosi, che abbiamo rapidamente riassunti, dovrà forse infrangersi, o almeno isterilirsi di fronte all’indeprecabile rigore delle cifre?

Sapremo, non è vero? raccoglierci, come ci siamo raccolti all’indomani del disastro di Reggio e di Messina. Non è possibile che poi, non si dischiudano verso dell’Ospedale infantile i cuori generosi; non è possibile che perinsigni Istituti di oculata beneficenza torquano, dalle sue penurie lo sguardo fecondatore, e gli anni grami faranno luogo a quella rifiorenza, che è nella mente e nel cuore di tutti noi.

Carlo Bassi.

Il Consiglio d’arnministrazione dell’Ospedale dei bambini in Milano, è così costituito:

Bassi nob. dott. cav. Carlo, Presidente

Sigurtà cav. uff. Eugenio, Vice-presidente

Stanga marchese contro. Ferdinando, Vice presidente.

Consiglieri: Bagatti Valsecchi barone comm. Giuseppe — Cornaggia Castiglioni conte on. Carlo Ottavio — Gnocchi corro. Francesco — Grassi avv. cav. Virgilio — Marazzani ing. cav. uff. Enrico — Moretti dott. cav. Angelo — Morlacchi Gritti conte comm. Emilio — Polvara mons. cav. Giuseppe.

Bella funzione della Cresima

all’Istituto dei Ciechi.

Sua Eminenza l’Arcivescovo nel pomeriggio di giovedì, 13 corrente, si recò ad amministrare la Cresima nell’Istituto dei Ciechi ad una schiera di bambini e di bambine, parte dell’Istituto, parte dell’Asilo Infantile. Erano sotto l’atrio a ricevere Sua Eminenza, il Presidente dell’Istituto, cav. prof. Denti, il consigliere ing. Radice Fossati, il Rettore e tutti i membri componenti l’Amministrazione. Erano pure convenute molte altre distinte persone, per far da padrino o da madrina, o per assistere alla funzione. Appena Sua Eminenza fu sul palco del Salone per entrare in Chiesa, una bambina dell’Asilo, col velo bianco in testa, una delle cresimande, si fece innanzi, e con voce chiara e piena di espressione, recitò le seguenti strofette:

Come le rose spuntano
Sul verdeggiante ramo,
Cosi dal cor prorompere
Sento la voce — o caro Padre — io t’amo!
Tu del divino Spirito
Vieni a recarci i doni:
Oh, sempre nei pericoli
Ci faccian salvi e insieme ognor più buoni.
Se grata in ciel dei pargoli
S’innalza la preghiera,
Che i voti tuoi si compiano
Pel ben di tutti, o caro Padre, spera.

Ecce Sacerdos magnus, cantarono poi le cieche colla loro voce soave, angelica, mentre l’Arcivescovo benedicendo si recava verso l’altare. Dopo breve preghiera, si rivolse, e tenne un breve discorso con quella forma semplice e piana, così caratteristica del nostro Pastore, tutta inspirata dal cuore, compresa da tutti, ricordando la grandezza del Sacramento e il dovere di corrispondere alla grazia di Dio.

La funzione della Cresima si compie poi con tutta la solennità, mediante l’intervento di sacerdoti della Parrocchia e del vicino convento dei Cappuccini. Il signor Presidente fece da padrino a un bambino, e la sua signora fece da madrina a una bambina: madrine furono pure altre signore del Comitato dell’Asilo, la contessina Ottavia Thaon di Revel, la segretaria Matelda Cajrati.

La benedizione col SS. Sacramento, anche come chiusura dell’ottava del Corpus Domini, pose termine alla funzione, fatta ancora più bella dalla sallenda O salutaris Hostia, cantata dalle allieve, e da un pezzo di quartetto d’archi, eseguito squisitamente dagli allevi.

Davvero si sentiva che lo spirito di Dio era disceso sulla terra.

Uscito dalla chiesa, Sua Eminenza andò a visitare l’Asilo Infantile; fece un giro sotto i portici, ove erano schierati gli allievi e le allieve, distribuendo medaglie, benedicendo a tutti. Uno scoppio di applausi lo salutò sulla soglia dell’Istituto mentre partiva, espressione della viva compiacenza che aveva lasciato nel cuore di tutti.

Offersero pei bambini della Cresima:

Donna Bice Greppi, una scattola di cioccolata.

Signorina Gina Chierichetti, biscottini.

I bambini Ercole e Luisa Perego De Cremnago, una scatola di pics-nics.

Signorina Sofia Osculati, dolci.

Per l’11.° Bersaglieri


Con simpatica animazione e con profitto, si è chiusa la pesca durata quattro giorni nelle sale della Pensione Benefica per giovani lavoratrici, a beneficio delle famiglie maggiormente colpite dai cimenti incontrati dall’11.° Bersaglieri.

Signore e signorine, patronesse e pensionanti, fecero a gara nell’accogliere pescatrici e pescatori, che uscivano dalla casa ospitale con svariati pesci e pesciolini.

Un gruppo di ragazzine e ragazzini gentili distribuirono ricordi patriottici, tra i quali dei bellissimi fermagli tripolini col tricolore e il ritratto del generale Fara.

Una nota interessante fu portata da due bersaglieri autentici dell’11.°, Giovanni Cassaghi e Battista Bossi, i quali, conoscendo la benefica istituzione, vollero fare guardia d’onore alla pesca coll’elmo piumato e la divisa parlante delle più aspre battaglie.

I due reduci si intrattennero colle signore e con noi, narrando nel loro schietto, modesto linguaggio, più che le loro gesta, quelle dei loro ufficiali, duce il Fara, divenuto pe’ suoi soldati leggendario come Garibaldi. «Se non avessimo avuto il Fara — diceva il Cassaghi, rimasto leggermente ferito a Bir-Tobras, insidiati, accerchiati nell’oasi infida — saremmo rimasti tutti sul campo».

La somma raccolta sarà distribuita col tramite militare del famoso 11.°.