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178 IL BUON CUORE


dinale arcivescovo. — In una sala si ammiravano i doni presentati al festeggiato: Bibliotheca del Ferraris, offerta dai padrini conte Guido Belgioioso e cav. Gaetano Carugati; pisside artistica, delle patronesse della casa; magnifico rocchetto, eseguito dalle ricoverate; servizio da caffè, offerto dalle pensionanti; grande fotografia del festeggiato, presentata dalle azioniste della casa, ecc., ecc.

Gli ultimi saranno i primi. A questo posto l’esimia superiora e le suore, le quali, benchè nascoste, non sono riuscite a celare le loro virtù e il loro valore letterario.

Questa la relazione rapida della festa, che, vagheggiata da molti cuori gentili e grati, è riuscita in armonia ai voti innalzati da molte anime buone, sempre memori dei benefici ricevuti dallo spirito generoso, conciliativo e illuminato di mons. Montonati.

È poi da rilevarsi il dono che le pie suore della Casa di S. Giuseppe, per incarico della Madre Provinciale, presentarono al festeggiato, cioè parecchi esemplari di un aureo volumetto illustrante il nuovo Santuario di Creva, eretto nel territorio di Luino.

Il gentile pensiero tendeva a rievocare la carriera luminosa di mons. Montonati, che si svolse particolarmente appunto a Luino, dove Monsignore fu prevosto amatissimo, come si rileva da un brano della prefazione che si legge nel grazioso volumetto.

«Oh, ben lo sapete voi, Monsignore, che siete vissuto accanto al vostro popolo, facendovi come il perno della sua vita spirituale e cristianamente sociale: lo sapete voi, che lo accompagnaste nelle ardue lotte e alle prime vittorie, per la causa santa di Maria!

«Ed è perciò che avete sorriso al nostro pensiero di perpetuare le prime memorie del Santuario di Maria Immacolata nella vostra Creva, non ultima parte delle vostre sacerdotali sollecitudini quando eravate Preposto Parroco di Luino.

«Che anzi, avete con paterna benevolenza accettata non solo la dedica di questo modesto libro, ma permetteste ancora che noi intrecciassimo i ricordi del Santuario con la bene auspicata ricorrenza del vostro Primo Giubileo sacerdotale, quasi a testimoniare che non vi ha maggior conforto per un Sacerdote di quello d’aver spesi i propri anni per illustrare la gran Madre di Dio!».

Un pensiero paterno del festeggiato fu di prepararsi alle nozze d’argento con un pellegrinaggio al bel Santuario, accompagnandovi le sue figlie adottive della Casa di S. Giuseppe.

Appunto nell’ultimo capitoletto del libriccino su Creva, si descrive con entusiasmo il riuscitissimo pellegrinaggio — il primo a quel Santuario — che doveva venire da Milano.

«Venne adunque in un rorido mattino di Maggio portando verso l’Immacolata Vergine uno stuolo di giovanette accompagnate dalle loro Suore: le ricoverate della Piccola Casa di San Giuseppe, precedute dal loro Direttore, l’illustrissimo Mons. Montonati. Era giusto
che a Lui fosse riserbata la mistica primizia, a Lui che — dopo aver visto compiuta l’opera di tante ansie — non sa, non può tralasciare di darle, come un tempo, tutto il suo cuore e tutto il suo pensiero.

«E la popolazione, la quale un giorno fu unicamente oggetto di sue cure e che oggi ancora, malgrado quasi quattro anni di lontananza, serba vivo in cuore l’affetto riconoscente che gli aveva votato, la popolazione accorse tripudiante ad accompagnare le pellegrine, a circondare là — nel bel santuario di Creva — l’amatissimo Monsignore».

Il bel Santuario ha ispirato al Dott. G. B. Reggiori una graziosa Ode, e di questa l’egregio maestro Luigi Cervi ha approfittato con affettuoso slancio per scrivere un’ottima composizione musicale, dedicandola a mons. Montonati.

Nel suo pregevole lavoro, di stile schiettamente religioso, il prof. Cervi ha mirato al rilievo dei concetti espressi in magnifica forma poetica dal Reggiori in omaggio alla Vergine, e l’esecuzione, benchè affidata alle semplici fanciulle della Casa di S. Giuseppe, suscitò commossa ammirazione e vivo desiderio di altre audizioni.

Così si sono festeggiate le nozze d’argento del nostro Pro-Vicario Generale, al quale porgiamo sinceri rallegramenti e rispettosi omaggi.

A. M. Cornelio.

Accademia Musicale

all’Istituto dei Ciechi.

Sabato e domenica, 1 e 2 giugno, alle ore 15 si tenne nell’Istituto dei Ciechi l’usata Accademia musicale estiva, nella quale gli allievi danno saggio dell’abilità ottenuta nei diversi rami di musica istrumentale e vocale.

Nel primo giorno rappresentavano il Consiglio il presidente cav. dott. Francesco Denti, e il consigliere ingegnere Carlo Radice Fossati; nel secondo l’avv. nobile Decio Arrigoni, ed era pure presente, in rappresentanza del Prefetto, un consigliere di Prefettura.

Il concorso del pubblico, grande nel primo giorno, fu ancor più grande nel secondo, concorrendovi la circostanza di essere giorno festivo. Un concorso non meno grande, formato da allievi e da allieve di diversi istituti di beneficenza, aveva già riempito il salone e la tribuna alla prova generale, tenutasi al venerdì. Una schiera numerosa di allieve era pure accorsa dal Collegio femminile delle Marcelline di Vimercate.

La soddisfazione nell’udire il concerto, con un programma dei pezzi assai ricco e variato, fu viva e generale. Si incominciò con una Marcia popolare in onore dei combattenti a Tripoli, composizione del maestro cieco Peliosanto Ambrogio, eseguita dall’orchestra, che suonò pure una Elegia di A. Lombard.

Seguirono poi tre pezzi di istrumenti speciali, il corno, il piano, il clarino, eseguiti successivamente dagli allievi Lecchi Pietro, Felloni Ambrogio, Lozza Pietro, vivamente applauditi.