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Anno XI. | Sabato, 1 Giugno 1912. | Num. 22. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Beneficenza
Convegno alla Baggina
con S. E. l’on. Luzzatti.
Ieri, la iniziativa per la sezione semigratuita nel Pio Albergo Trivulzio ebbe una bella sanzione per un nuovo convegno sotto gli auspici di un personaggio competente, l’on. Luigi Luzzatti.
Nel grande atrio erano in attesa molti signori e non poche signore, nonchè rappresentanze dei Vecchioni, dei Martinitt e delle Stelline.
Le autorità.
Il Consiglio amministrativo era al completo, ed era pur presente il corpo delle visitatrici e dei visitatori del grande Albergo.
Puntuale come un re, l’on. Luzzatti giunse in automobile col Presidente nob. comm. avv. Giuseppe De Capitani d’Arzago, che stavolta era accompagnato dalla gentile sua signora, donna Maria, e col segretario.
L’illustre ospite, oltrecchè dai colleghi, dal Presidente e dalle signore visitatrici, fu complimentato dall’egregio nostro Sindaco nob. Emanuele Greppi, dall’assessore prof. Vittorio Ferrari, dall’on. Cornaggia, dal commendatore Carnelli, dall’avv. Mira, dal dott. Ambrogio Bertarelli, dal comm. Buffoli, dal conte Morlacchi e da molti altri che lo accompagnarono nel salone di ricevimento assai affollato.
Prende la parola il Presidente nob. De Capitani, ilUn esempio degno d’imitazione.
L’on. Luzzatti si alza e dice: «Sono stanco, ma abbastanza attivo per esprimere il mio plauso a questo mirabile connubio della previdenza colla beneficenza».
L’oratore, colla sua caratteristica bonarietà e con vena inesauribile, si dice lieto di trovarsi, lui vecchio, nella casa di riposo di vecchi onorati, e rievocando i ricordi de’ suoi uffici al governo, segnala mirabili esempi venuti dall’estero, tendenti alla soluzione del problema di allacciamento delle istituzioni tecniche di assicurazione e di previdenza colla grande risorsa che viene dalla pietà umana, dal sentimento di carità e dalle istituzioni che per tale sentimento sorgono e giganteggiano specialmente in Milano.
Proprio in Milano — afferma l’oratore — si è scoperto il legame, la cassa di pensioni che si collega al ricovero per la vecchiaia. Il De Capitani, da buon capitano, in un suo sintetico lavoro, ha qualificato come glorioso il grande istituto di previdenza; ma io dico che la sua trovata della congiunzione merita di essere segnalata come esempio anche all’estero.
La legge sulle assicurazioni.
Dobbiamo reverenza ai fanciulli e ai vecchi. Molto si è fatto e si fa per salvare l’uomo nel fanciullo, ma troppo poco si è fatto finora per i vecchi abbandonati a sè stessi. Pur troppo, molte canizie, dopo lungo lavoro, rappresentano un peso per famiglie povere, e non pochi vecchi, tollerati o respinti, presentano dolorosi spettacoli di esistenze invocanti la fine.
Nella giovinezza — dice l’oratore — ero ottimista e non avrei pensato mai che dovesse incombere la legge sul principio della previdenza. In questo debbo rendere omaggio ai socialisti che hanno avuto ragione. Basati solo sulla spontaneità, si ebbero infatti in quattro anni