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90 IL BUON CUORE


infelici di lui, applicherebbe dignitosamente parte della pensione ottenuta co’ suoi giudiziosi risparmi (50 centesimi) alla concessione di un posto all’Albergo Trivulzio. E tale applicazione sarebbe accordata pure al vecchio previdente in genere, indipendentemente dalle derivazioni delle casse di previdenza. Ora, tenendo conto delle diverse eventualità nella vita, della possibilità di vedere un piccolo peculio divorato o sfruttato da malvagi o da egoisti, non risulta evidente, opportuna, conveniente la nuova sezione dedicata a canizie venerande, a vecchi dignitosi, che potrebbero essere felici di ottenere con mezza lira una ospitalità che altrimenti non troverebbero nemmeno per cinque volte tanto? E mancando la pensione, mancando il peculio, in quanti casi la famiglia del vecchio potrebbe e dovrebbe corrispondere la piccola cifra stabilita per il ricovero semigratuito!

Sarebbe davvero una elevazione morale nella beneficenza, e sarebbe anche un incontro conforme a giustizia. E s’intende che appunto per stare scrupolosamente colla giustizia, la combinazione si effettuerebbe a vantaggio della osservanza di ogni tavola di fondazione, erogando i redditi a totale vantaggio dei vecchi abbandonati.

A ragione il comm. De Capitani osserva come i ricoverati del Pio Albergo Trivulzio, per tradizione, non siano un’accolta di mendicanti, e come il bisogno del ricovero semigratuito sia stato più e più volte profondamente sentito in quella grande, rinnovantesi famiglia, che ha avuto nel proprio seno architetti, capimastri, chirurghi, scrittori, notai, ragionieri, nonchè impiegati e inservienti che morendo lasciarono i loro risparmi al pio Istituto. È poi da notarsi il dott. Giuseppe Valli che, nel 1805, donava tutto il suo, L. 8000, per solennizzare la sua ammissione al Pio Albergo.

Ma per funzionare con certa ampiezza, il ricovero semigratuito deve contare sopra un fondo speciale da costituirsi all’uopo, onde integrare il contributo del ricoverando colla misura occorrente per il mantenimento.

Su questo argomento importante ritorneremo dopo il convegno alla Baggina, che avrà effetto giovedì prossimo con intervento numeroso, speriamo, di persone competenti ed animate da buona volontà.

La visione di quel villaggio della carità ispiri i visitatori e dia efficace impulso alla nobile iniziativa, rendendola feconda di bene a vantaggio di vecchi onesti e buoni, che benediranno alla previdenza ed alla provvidenza, pur riconoscendo i meriti di saggi, amorevoli amministratori.

A. M. Cornelio.



Nel prossimo numero, daremo notizia del convegno, che ha avuto ottimo esito per intervento di cospicue personalità e per serietà di propositi.



Il Municipio di Milano ha ordinato 200 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.

PRO VICTORIA1


Mentre la melodia,
sirena dall’eterna anima errante,
qui ne suade e visioni sante
conduce a noi per l’agil fantasia;

con l’eco augurale
del patrio canto che il pensier ne esalta,
l’ala del voto mio, trepida ed alta
verso il libico ciel palpita e sale.

O luminoso cielo,
già noto al vol dell’aquila romana,
qual mai dall’aure tue fascino emana
che il nostro accende bellicoso zelo?...

Ricordo il giorno, quando,
fra il grigior delle prime ombre autunnali
e un intimo fluir d’aure vitali,
le prime schiere si partian cantando.

Ah chi può dir d’allora
quali e quante durammo ansie solenni!...
O insidiosa Sciara-Sciat! Oh Henni,
chi non v’impreca? Chi non piange ancora?...

Ricordo! Le bandiere
fremean nel vento che ingiallia le fronde;
oggi orgoglio d’eroi fremon gioconde
fra gli arabi palmeti e le trincere.

Noi sacri alla vittoria
d’ogni alto impulso; d’ogni bella idea
in questa di valor nuova epopea
nuovi attingiamo aneliti di gloria!

Figli e fratelli noi
de’ forti che all’Italia’ oggi son vanto,
de’ forti che impensate ore di schianto
reggono, alteri de’ trionfi suoi;

degli anni adolescenti
nostri, o compagni, il plauso mandiamo,
e il braccio e il sangue e l’anima votiamo
a questi de la Patria epici eventi.

Rivive in noi la fiamma
che gli antichi accendea patrii ideali;
una traccia di buone orme immortali
la via ci segna e al risalir c’infiamma.

Risuona in noi la voce
cui l’antica seguia balda fortuna:
invan tu attenti, o bieca Mezzaluna,
a l’avvenir de la Sabauda croce!


  1. Questa poesia fu letta a Monza nel Teatro Raiberti, il 10 corrente, in occasione del Concerto dato da alcuni Allievi Ciechi dell’Istituto di Milano, a favore della Società Ginnastica Pro Vittoria.