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Anno XI. Sabato, 16 Marzo 1912. Num. 11.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




ROMA - MILANO
“Commemorazione Costantiniana„

Un dotto scrittore di storia, parlando di Roma pagana, dice che essa era la madre dell’idolatria. Prima che la Croce di Cristo fosse piantata vittoriosa sulla reggia deserta dei Cesari, Roma faceva adorare i suoi dei a tutta la terra, e fra questi dei, gli imperatori suoi sopra tutti. Essa faceva adorare sè medesima, e le provincie soggiogate le innalzavano templi, e tremebonde rendevano omaggio divino alla potenza di una città, che sotto l’ali delle aquile sue adunava tutto il mondo. Roma si vantava di essere per l’origine sua, una città santa, consacrata con augurî propizi e fabbricata sotto fausti presagi. Giove, il Signore degli dei, aveva eletto il suo trono nel Campidoglio; e si credeva che ivi abitasse più che nell’Olimpo stesso e nel cielo ove egli regnava. Romolo l’aveva dedicata a Marte, di cui era figliolo; per cui ella divenne sì bellicosa e vittoriosa. Gli dei, che nel suo seno abitavano, le avevano segnato un destino sotto il quale tutta la terra doveva curvarsi. L’impero suo doveva essere eterno; tutti gli dei degli altri popoli e delle altre città dovevano cedere a lei, e fra gli dei vinti, ella contava pure il Dio dei Giudei. Del resto, siccome credeva che le sue vittorie fossero dovute alla religione, teneva per nemici dell’impero suo, quelli che si rifiutavano di adorare i suoi dei, i suoi cesari e lei medesima; e il combattere la sua religione era per lei lo stesso che intaccare i fondamenti della Romana dominazione.

Tale fu il motivo delle persecuzioni che la Chiesa patì nel corso di trecento anni, perchè fu in ogni tempo una delle massime di Roma di non tollerare altra religione all’infuori di quella che il Senato suo autorizzava. Per cui la Chiesa nascente fu segno alla sua avversione, e Roma immolava a’ suoi numi il sangue dei primi cristiani per tutta l’estensione dell’impero suo; ma nello stesso tempo non dimenticava
se stessa, anzi, più che tutte le altre città, al grandioso Anfiteatro accorreva festante per inebriarsi nel sangue dei Martiri. Così esigeva la romana politica e l’odio insaziabile dei popoli.

E noi vedemmo succedersi le feroci persecuzioniS. S. Pio X.