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76 | IL BUON CUORE |
vincolo che l’ha unita e la unisce alla Comunità; è catena d’oro, perchè i sentimenti di questa unione non potrebbero essere più preziosi: da una parte l’amore e il sacrificio, dall’altra l’amore e la riconoscenza.
La vecchia maestra ricevendo il dono pianse!
Le maestre e le allieve applaudivano.
La solenne distribuzione dei Premi nell’Orfanotrofio Maschile ai “Martinitt„
Gentile omaggio al Conte di Torino.
(3 marzo 1912)
Quest’anno la festa annuale della distribuzione dei premi all’Orfanotrofio Maschile assunse un carattere solenne per la presenza di un principe della Casa Regnante, pel grande concorso di pubblico eletto, e per la speciale solennità che si volle ad essa attribuire, allo scopo di far convergere sopra l’Istituto, che si può ben chiamare glorioso, l’attenzione affettuosa della cittadinanza.
L’aula magna dell’Istituto in corso Vittoria era stata ornata con molto sfarzo: il palcoscenico appariva tutto tappezzato di drappi tricolori, di bandiere e di stemmi producendo un bellissimo effetto.
⁂
L’avvento del Conte di Torino fu salutato dalla fanfara dell’Istituto. Fra le autorità erano il prefetto senatore Panizzardi, il tenente generale Di Majo, comandante il corpo di armata, l’assessore prof. Ferrari, in rappresentanza del Sindaco, mons. Giuseppe Polvara, in rappresentanza del Cardinale Arcivescovo, il maggor generale Pirozzi, i senatori Sormani e Pirelli, l’ingegnere Edoardo De Marchi, il provveditore agli studi comm. Ronchetti, l’ingegnere Pestalozza, l’ex presidente Carnelli, il capitano Conte Caccia, ufficiale d’ordinanza del Principe, e gli ufficiali d’ordinanza dei generali, il colonnello d’Ajala, l’avv. cav. Giulini, il comm. Ricordi, l’ing. T. Brioschi, Luisa Anzoletti, l’avv. M. Gennari, e numerose altre notabilità.
Furono ricevuti con squisita gentilezza dall’illustre e benemerito presidente dell’Orfanotrofio avv. comm. Giuseppe De Capitani d’Arzago e dall’on. Consiglio.
Le autorità salirono sul palcoscenico del salone del teatro, decorato con fine eleganza, e la sala fu invasa dalla folla giovanile e dagli invitati.
Prima della distribuzione dei premi, il benemerito presidente comm. De Capitani pronunciò un discorso richiamando con accenni efficaci gli scopi dell’Orfanotrofio e specialmente trattando dell’educazione quivi impartita ai figli del popolo più disgraziati e bisognosi.
Disse come nell’Istituto gli educatori mirano sopratutto a formare il carattere morale dei giovanetti, in modo che questi usciti dalla vita di convittori portino sempre e profondamente radicati nella loro anima quei sentimenti elevati, quei sensi lealmente e saldamente professati che saranno loro usbergo nella vita di cittadini, di operai laboriosi ed esperti, allontanandoli da ogni malsana forma di scetticismo e di egoismo.
«L’opera didattica e paterna del nuovo direttore professor Brian — aggiunse l’oratore — che a questo obbietto è volta, con la fermezza, e la soavità, dà buon affidamento per questi alti principi di civile educazione che il Consiglio, con tutto l’animo, si propone di raggiungere per il bene dei convittori».
Accennò poi alla Commissione per lo studio delle riforme all’Istituto che i tempi nuovi esigono, per farne un organismo sempre più saldo, più vitale, più giovane, curando in primo luogo che meno crudo ed impetuoso sia il passaggio degli adolescenti ricoverati alle lotte della vita.
Terminò — con nobile perorazione — ricordando le nuove sorti della patria e il magnifico spettacolo dato dalle sue forze latenti, e salutando il Conte di Torino che con tanta premura — e dando con la sua presenza uno speciale significato — ha voluto essere presente alla cerimonia.
Il discorso fu vivamente applaudito.
Dopo che il Presidente ebbe parlato, fu presentata al Conte di Torino una pergamena, lavoro degli allievi dell’Orfanotrofio, dono che riuscì graditissimo. L’epigrafe è la seguente:
«A S. A. R. il Conte di Torino — per vincolo di mutua pietà patria — gli orfani di Milano — ardenti di giovinezza feconda — nel giorno della distribuzione dei premi — umilmente — offrono».
Parlò quindi il nuovo Direttore dell’Istituto, professore M. A. Brian, spiegando i suoi concetti per fare dei giovanetti affidati alle sue cure degli uomini con una coscienza virile ed elevata, e perciò appunto egli affermò doversi allontanare da ogni forma di volgare materialismo per raffinare invece gli alti sensi e le idee, che sono propagatrici di fede, di attività, di amor patrio.
Riaffermò poi le riforme già accennate dal Presidente e spiegò il nuovo ed ampio campa che — in questa rinnovata Italia — si apre specialmente alla intelligenza, al buon volere degli educatori.
Il Principe, consegnò poi, personalmente, i premi e i diplomi di merito, agli alunni, man mano che venivano chiamati. Per tutti ebbe parole buone incoraggianti; ed essi, che si presentavano seri, compunti, un po’ confusi, tornavano raggianti tra i compagni, stringendo il libretto di risparmio, o il volume educativo, o la menzione onorevole.
Dopo le premiazioni il Principe, accompagnato da tutte le Autorità, visitò l’Istituto, ammirandone l’ordine, la pulizia, le belle, ben disposte ed ariose camerate; e nel salone superiore ebbe luogo un piccolo trattenimento — un coro eseguito dagli allievi — che fu assai applaudito.
Una calorosa ovazione salutò il Conte di Torino mentre si allontanava lasciando in tutte le persone presenti alla cerimonia felicemente riuscita ottima impressione dell’Istituto, augurando ognora più al suo miglior avvenire.
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Siamo lieti di presentare ai nostri gentili lettori lo splendido discorso dell’ill.mo e nobil signor avvocato