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66 IL BUON CUORE


giovani, si ebbero più di 500 domande, da parte di buone famiglie, che hanno fiducia nell’Opera di protezione; si collocarono 240 giovani quali cameriere o bambinaie, la maggior parte provenienti da Reggio Emilia, Modena, Bologna; alcune dal Trentino, altre dalla Toscana, dal Mantovano, dall’Udinese, ecc.

Per le giovani da noi collocate, si è aperta la scuola domenicale, nelle due aule, gentilmente concesse dal Municipio, dovei le lezioni furono impartite da brave maestre a cui si deve un grazie sentito e cordiale.

Sulla fine di Giugno, dopo un facile esperimento scritto e una prova orale, si distribuirono più di cinquanta regalucci, come incoraggiamento e premio alla frequenza e alla buona volontà.

Al Segretariato ricorsero Comitati italiani ed esteri, molti Corrispondenti e giovani bisognose di consiglio e di aiuto, per schiarimenti, per informazioni, per richieste di collocamento, per indagini di natura anche delicatissima, di modo che raggiunsero quasi il migliaio le lettere sbrigate quest’anno, compresa la corrispondenza mensile col Comitato Nazionale, che ha sede in Torino.

La Casa-Famiglia, dove sono ospitate giovani lavoratrici e modeste impiegate, funziona regolarmente, sotto la direzione delle pie Signore, che da anni vi consacrano le loro migliori energie. L’ambiente igienico, il nutrimento sano, la mitezza delle pensioni, la sorveglianza assidua, la disciplina materna, contribuiscono a rendere serena la vita alle nostre pensionanti, alle quali si è procurato di non lasciar mancare, nè l’assistenza religiosa, nè un po’ di svago onesto e gradito. Infatti, tanto alla solennità di Pasqua, quanto a quella dell’Immacolata, furono preparate con alcune facili istruzioni che valsero a render loro meno difficile e più gradito l’adempimento dei propri doveri. Durante il Carnevale si condussero a qualche onesta rappresentazione, si procurò loro una serata da valente illusionista e si permise facessero un po’ di musica in casa. Lo scorso Luglio, le giovani costrette a Milano dal loro impiego, furono condotte al Sacro Monte di Varese, dove, la visita al Santuario, l’aria pura e la gustosa refezione, sollevarono lo spirito alle care figliole che mostrarono contegno dignitoso, edificante pietà e viva riconoscenza.

La nostra Casa-Famiglia è sempre sotto la speciale direzione religiosa e morale del benemerito D. Giovanni Schenone, ora Prevosto di S. Francesco da Paola, il quale conserva al Comitato le sue preziose funzioni di Assistente Ecclesiastico.

Propaganda. ― Nel doveroso intento di favorire lo sviluppo dell’Opera, si fece larga distribuzione di circolari e di relazioni stampate, di opuscoli diversi e della sempre interessantissima conferenza «Missione di donna» dell’illustre presidente del Comitato Nazionale, Professor Rodolfo Bettazzi, il cavaliere e l’apostolo di ogni santa idealità, d’ogni opera preservativa e redentrice della gioventù. Inoltre si aggregarono altri nove corrispondenti, e cioè per Tradate, Magenta, Legnano, Limbiate, Cremona, Colico, Domaso, Menaggio e Moltrasio; di modo che ora i nostri corrispondenti som-
mano a trentaquattro; si ottenne una Conferenza illustrativa dal fecondo quaresimalista di St. Alessandro, Monsignor De-Donno; insomma nulla si risparmiò, perchè l’Opera fosse meglio conosciuta e più cordialmente amata.

Congresso. ― Il nostro Comitato, nella persona della sua Presidente contessa Paravicini e di tre consigliere, prese parte all’Adunanza generale dei Comitati italiani, che ebbe luogo in Torino, lo scorso Maggio, e ne riportò preziosi insegnamenti, grati e indimenticabili ricordi, efficace emulazione nel campo fecondo della cristiana carità, che è la quotidiana palestra dell’A. C. I. per la protezione della giovane.

Casi pietosi. — Innumerevoli furono, anche quest’anno, i casi pietosi di cui il nostro Comitato ebbe ad occuparsi: giovani rintracciate, dopo lunghe e pazienti ricerche; fanciulle inesperte smarrite nella vasta Metropoli e condotte all’Ospizio da vigili urbani o da altri, rifocillate, confortate e quindi onestamente collocate; giovani derelitte, disilluse e malandate in salute, giunte a Milano senza denari e senza recapiti, assistite e magari fatte ricoverare all’Ospedale Maggiore; infelici, vittime della propria leggerezza e dell’egoismo altrui, bisognose di asilo per nascondere le conseguenze dei loro trascorsi, che non si possono accettare all’Ospizio, che non si devono abbandonare... una serie di casi compassionevoli, che attestano il dilagare dell’immoralità, l’urgenza di ricorrere ai ripari, la provvidenziale efficacia dell’Opera di protezione, l’impellente necessità di sempre maggiori redditi e di una più numerosa cooperazione da parte delle buone Signore, per meglio e più degnamente corrispondere all’alto e caritatevole mandato.

Come sanguina il cuore quando, o per ragioni di prudenza, o per assoluta mancanza di posto, si è costretti a rifiutare l’ospitalità a chi la invoca! Che dolce soddisfazione si proverebbe, se si potesse portar sollievo ad ogni sventura!

Come già si disse, nella vita di quest’anno, al nostro Comitato, non è mancata qualche soave compiacenza. Si è riuscito a togliere da una compagnia di sedicenti artisti drammatici girovaghi, che lavorava in un baraccone della Fiera, una buona giovane, stanca di quella grama vita; dietro suo desiderio, si fecero le pratiche necessarie per il di lei rimpatrio; le si procurò il biglietto, la si provvide di tessera, si telegrafò al Comitato più vicino al suo paese, perchè si ricevesse alla stazione e la si facesse proseguire fino a destinazione.

La poveretta ringraziò con la più grande effusione chi si prese cura di lei e va benedicendo all’Opera di protezione che rappresentò per lei la divina Provvidenza!

Da un Comitato estero si ebbe notizia di una giovane artista che si trovava a Milano insidiata nell’onore e anche minacciata nella vita. Per cordiale cooperazione della benemerita Lega per la Moralità Pubblica, che fece le opportune pratiche, sia presso il Signor Console, che presso la Questura, la cara Signorina potè essere rimpatriata, ed ora tra le braccia di sua madre,