Pagina:Il buon cuore - Anno XI, n. 03 - 20 gennaio 1912.pdf/5


IL BUON CUORE 21


nipoti, che ai figli vostri. Dimandatelo ai nonni! In questa stessa guisa io dico, non sono perduti i nostri fratelli che, costretti dalla necessità o dai vantaggi, si immedesimano coi popoli in mezzo ai quali vivono e dai quali essi ricavano i comodi della vita.

Non perdimo il tempo e l’occasione di ben fare per vane od inutili sentimentalità, aiutiamoli ora che si trovano in duri cimenti e stiamo certi che se li avviamo bene nei primi passi alla fortuna, saremo un giorno ricompensati non solo con la soddisfazione del bene che loro abbiamo procurato, ma molto più per l’interesse che ne verrà a noi ed alla patria nostra. Guardate, di grazia, e vedete come la Germania sia cresciuta gigante nei suoi rapporti commerciali col mondo intero, ma specialmente cogli Stati Uniti in siffatta guisa da competerne loro e seriamente il primato. Ma di dove venne tutto cio? Quei tedeschi, da parecchi anni or sono lasciarono la patria loro, come oggidì fanno tanti dei nostri, colla perseverante attività riuscirono a fare grandi fortune, che al giorno d’oggi sono la immediata causa del gigantesco movimento commerciale della patria loro.

Osservaste mai con quale perfetta organizzazione la Germania aiuta e protegge i figli suoi che sono sparsi nelle contrade straniere? Di quante cure le assedia, ma specialmente con quanto studio e costanza, con qual perfetto sistema essa ha saputo svolgere il piano della colonizzazione e mandare i figli suoi nelle campagne adesso produttrici di tanta ricchezza per loro! I tedeschi arrivati negli Stati Uniti, su per giù poveri come i nostri emigrati, quando specialmente in forza delle colonie agricole così ben sviluppate per ogni dove, salirono a buona fortuna, non si dimenticarono dei loro concittadini dai quali ebbero l’appoggio, nè di quella patria che loro diede i natali. E la Germania di oggi, nello spettacoloso incremento del suo commercio, raccoglie a mille doppi quello che anni sono aveva parcamente seminato pei suoi figliuoli.

E così sarà di tutte quelle nazioni che metteranno studio particolare nell’avviare il soprappiù della loro popolazione al lavoro della terra, dalla quale saranno largamente ricompensate, e quelle che ciò trascurano avranno ragione di pentirsi se avviene che il loro commercio venga sempre più ristretto, ed esse si trovino isolate.

Ed in quanto poi al mantenersi sempre vivo nel cuor dell’emigrato l’amor verso la sua patria non vi ha dubbio. Avviene come al figlio che mai non seppe che amava tanto la madre sua, come quando se ne trovò assai lontano: allora egli pone in oblio quante differenze e contrarietà egli credette di avere sofferto sotto il tetto materno: una cosa sola ricorda che ella è la madre e si strugge d’amore al solo pensiero di lei. Così sembra a me ed agli altri, che possono parlare per esperimento fatto, che la lontananza della patria non ne distrugge l’amore, che si ha per essa, anzi lo purifica e lo sveste di certe amarezze che forse inutili e meschine contese gli possono avere occasionato in patria; egli l’abbraccia tutta tutta intera di un solo amplesso, con un solo palpito; nè solamente si compiace
delle passate glorie, ma anela ad averla sempre più grande e torreggiante in mezzo alle altre nazioni.

Qnesto amore non sarà sterile, perchè si cercherà di rannodare col nativo paese i più stretti vincoli di commercio e d’interesse, per cui esso possa primeggiare nel mondo come una volta fece, quando le sue galee, salpando dai porti dell’Adriatico e del Mediterraneo, riscuotevano tributi per ogni dove, insegnando alle altre nazioni quella scienza di commercio, nella quale purtroppo alcune scolare sorpassarono la maestra.

Che del resto il conservare l’affetto e l’amore alla propria patria di origine è molto apprezzato nello stesso paese di adozione, perchè è segno di cuore ben fatto e caparra di sincera devozione al paese a cui si sono alleati. Vedete gli Irlandesi da quanto tempo essi hanno lasciato l’isola verde e vedete come essi si siano immedesimati nell’interesse e nell’affetto alla loro patria d’adozione! Dirassi perciò che è diminuito il lor amore verso l’Irlanda? Se ciò diceste, ben di leggeri trovereste che non siete nel giusto: basta ad esempio assistere alla grande dimostrazione che essi fanno ogni anno nel giorno di S. Patrizio. Orbene in una di queste solenni e grandi dimostrazioni di parecchie centinaia di migliaia di Irlandesi, che sfilavano in rivista sotto gli occhi del presidente Harrison, egli loro disse: «Saluto di cuore la bandiera verde che in tanto numero io vedo sventolare fra i vessilli della nostra Confederazione: la saluto perché questa vostra bandiera e questa vostra dimostrazione di affetto alla patria di origine è per me la più sicura caparra di vero amore e di sincero attaccamento alla vostra patria d’adozione. Perché certamente non è degno, nè può diventare buon cittadino americano colui che dimentica e non ama la sua patria di origine».

Così ragionevolmente si può dire dei nostri emigranti e possiamo essere sicuri che aiutando la colonizzazione agricola nei paesi nei quali essi hanno emigrato, noi resteremo sempre avvinti di comune affetto e di comune interesse, mentre all’istesso tempo provvederemo saggiamente al bene futuro della patria ed alla prosperità di questa grande nazione, l’Italia.

Offerte per l’Opera Pia Catena

(CURA DI SALSOMAGGIORE).


Signora Mina Beltrami Clementina |||
   » 10 ―
» Mina Lena Maria |||
   » 10 ―
Signor Mina Carlo |||
   » 10 ―
» Mina Giuseppe |||
   » 10 ―
Signora Mina Gianna |||
   » 10 ―
» Mina Carla |||
   » 10 ―
» Gnecchi Maria Sessa |||
   » 10 ―
» Grancini Virginia |||
   » 10 ―
» Bergonzoli Adele |||
   » 10 ―
» Bruni Maria |||
   » 10 ―
» Riva Mapelli Elisa |||
   » 10 ―
» Garbagnati Lamptrti Diamante |||
   » 10 ―
» Sessa Riva Carlotta |||
   » 10 ―
» Sessa Nella |||
   » 10 ―