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IL BUON CUORE 13


Pensieri.

In due riprese, a mezzo di due angeli, a due santissime persone il cielo manifesta in terra il nome di Gesù. Primamente alla Vergine Maria innanzi al felicissimo parto di lui. L’angelo che la riverisce la Madre del Salvatore le aggiunge che lei gli avrebbe posto nome Gesù. A Giuseppe — lo sposo fortunato di Maria — che è preso da dubbi sullo stato anormale della sua sposa e nel dubbio s’agita e tormenta, l’angelo manifesta il mistero dell’operazione divina, ed il frutto di tale operazione egli l’avrebbe chiamato Gesù.

Mirabile davvero l’azione divina circa questo nome! Un nome serve solitamente a distinguere l’una dall’altra le cose di quaggiù che sono indistinte e confuse, ne mai s’usa regalare un nome a ciò che non esiste. È solo davanti al Figlio di Maria — unica e sola eccezione! — che il cielo medesimo si commuove, che previene l’uomo!... L’uomo avrebbe dato un nome, vago, incerto suono nella battaglia della vita... solo il cielo — divinando i tempi e l’opera di lui — avrebbe detto chiaramente col nome l’opera di Colui che sarebbe apparso in terra, dimezzo agli uomini.

Unico caso, singolarità di privilegio che doveva e deve interessare gli uomini tutti d’allora e d’oggi circa quest’unica e privilegiata comparsa d’un uomo. Non sarebbe stato ragionevole e meno necessaria una eccezione, e così straordinaria, nell’imporre un nome se questo doveva notare nel libro della vita umana un bambino od un uomo comune, che dagli altri bambini od uomini non si distinguesse... no, no, quel nome straordinario quell’eccezione ad una regola universale, costante innanzi a lui che fosse e dopo di lui che apparve, mi dice che niuno fra gli uomini mai — e prima e dopo lui — si presentò, che gli sia stato somigliante o siasi potuto confondere.

Nome eccezionale mi dice l’essere eccezionale.., nome dal cielo per chi dal cielo scendeva... nome che preannunciava l’opera di redenzione sua in terra....

Il cielo ci ha detto di lui che è Dio: con Gesù ce lo dice Dio Salvatore... Ecco Gesù descritto dalla culla di Betlem, al tempio, fra le ville, le genti ebree, nell’agonia dell’orto all’orrore del Golgota... ecco Gesù fra i popoli a Roma soggetti, fra l’orde barbariche calate a preda sulla patria nostra.., ecco Gesù fra le scienze, l’arti, le lettere del medio evo... ecco Gesù nei nostri popoli, nelle città popolose, nei placidi villaggi, nelle solitudini del deserto, sulle cime alpestri deì monti... ecco Gesù, ecco il Salvatore!... Innanzi a Lui....

Innanzi a Gesù passa l’ebreo antico sprezzante il placido dominio, senza il fastigio dell’oro, della scienza, del potere....

Innanzi a Lui passa il pagano dei nostri giorni che folleggia nel senso, nel piacere bruto, che la maggior energia di salute, intelletto, cuore piega all’orgie ed all’ebbrezza della carne... oh! innanzi a lui sale l’onda delle bestemmie, l’insulto delle folle anelanti all’oro, che odiano la semplicità e lo squallore, del presepio... oh! buon Dio che terribile spettacolo!

No! ti confessa e ti invoca il credente. Nel tuo nome piega l’intelletto, doma l’impeto del suo cuore: ti confessa redentore, salute: ti confessa Dio, t’ama come fratello, t’adora fiore elettissimo dell’umana famiglia... al tuo nome, alla tua dolce figura leva il sorriso dell’anima che lotta, da te lo sguardo che sostiene... per te l’ultimo pensiero e parola!

Gesù tu sei per il peccatore... tu soccorri al fratello che cade, tu soccorri a lui che ferito a morte tormenta e muore... in te versa con pianto le sue miserie perchè vi domini la tua misericordia....

Gesù ti grida chi soffre, chi lotta, chi combatte... Gesù ritorni dolce al labbro della pia e tenera fanciulla, della sposa fedele, dell’ansia madre che veglia ed attende alla prole....

Gesù tu pieghi e ti chini a raccogliere il prode che muore.... Vedilo, Gesù.... Steso sull’arida terra, dilaniata dal piombo più nulla ode della mischia che infuria, arde ed incendia.... Il suo sguardo ormai gli sfugge... nel vuoto, nell’abbandono con moto incosciente egli cerca... no, non una madre che agonizza lontana, non le carezze d’una tenera.... Una vergine dal bianco lino grigio vestita gli si china vicino; gli sorregge il capo che è ricoperto dal grumo sanguigno, gli suggerisce un nome che avviva e da pace e conforto....

Invoca, amico, il nome di Gesù!...

R. B.

Adveniat Regnum Tuum Eucharistiam!


Nella nostra Milano è sorta, or non è molto, una cara Associazione che ha l’intento di circondare la SS. Eucaristia di un angelica coorte, la quale risponda al grido che erompe dal Cuor di Colui che si pasce fra i gigli «Sinite parvulus venire ad me». È la Società dei Piccoli Paggi del SS. Sacramento.

Iniziata in Piacenza nell’anno 1905, si diffuse rapidamente, approvata, benedetta, incoraggiata da S. Santità Pio X il S. Papa dell’Eucaristia, il quale volendo (ristaurare omnia in Cristo) anche col recente decreto Ommiam singularis, ecc., ha fatto palese l’ardente sete del Cuor di Gesù, di circondarsi d’innocenza e di candore. Qui da noi, l’augusta Basilica di S. Stefano rispose per la prima a questa grand’opera. Sono oltre cinquanta gli ascritti, che celebreranno in questo mese la festa anniversaria della fondazione. In tutta l’annata, i cari bambini, furono fedeli al piccolo regolamento e a gloria di Gesù Ostia, a soddisfazione dei pii zelatori, si può dire sono mirabili e dolci frutti, specie dopo gli Spirituali Esercizi, che si tennero proprio per loro.

Oh! si diffonda dappertutto nella nostra Milano la Società dei Paggi, anche con qualche sacrificio, Dio ce ne saprà grato.

Conduciamo a Gesù i bambini. Essi, gli offriranno l’omaggio delle loro infantili adorazioni, il sorriso della loro purezza, il profumo del loro giglio immacolato, e il Divin Amico dei pargoli, colle sue misteriose azioni di grazia, li preparerà a riceverlo degnamente nel loro