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Anno X. | Sabato, 2 Dicembre 1911. | Num. 49. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Beneficenza
Patria e beneficenza
Quando questo numero del Buon Cuore arriverà nelle mani dei nostri lettori, la fiera a beneficio dell’Asilo Infantile dei Ciechi avrà già avuto principio.
Si hanno ragioni per sperare in un buon esito?
Moltissime; alcune comuni, altre speciali.
Ragioni comuni. Son le ragioni che han sempre militato nelle fiere precedenti, e che hanno dato dei risultati straordinari.
È la prima fiera che si fa all’ingresso della stagione invernale. Tutte le famiglie agiate e signorili sono tornate dalla campagna, e non furono ancora messe a contributo per altre beneficenze.
Gli oggetti da esporsi e vendersi nella fiera sono già stati preparati di lunga mano, durante il corso di tutto l’anno precedente: non c’è la sgradita sorpresa di un invito inaspettato.
Gli oggetti preferiti per la vendita sono indumenti utili pei bambini e pei poveri: sono oggetti che hanno potuto essere preparati simultaneamente da molte persone senza richiesta di grande abilità.
All’ingresso della stagione invernale, e nell’avvicinarsi delle feste natalizie, molte persone hanno in costume di offrire doni ai bambini degli asili infantili urbani, ed ai poveri degenti all’ospedale, o che stanno per uscirne: qual felice combinazione di potersi provvedere di questi oggetti, acquistandoli alla fiera dei Bambini Ciechi? Sanno di poter trovare quanto desiderano, a modico prezzo, facendo una doppia beneficenza.
Una promessa di splendido risultato di questa fiera è il Comitato delle signore che vi presiedono, comitato numeroso, formato dalla rappresentanza di tutte le alte classi sociali, comitato già affiatato per lunga consuetudine, coll’incitamento di non lasciar languire i trionfi passati: la fiera pei Bambini Ciechi non è soltanto una fiera, è un convegno gradito, è uno splendido salotto di conversazione, in un momento e in ore che non è facile riunirsi gradevolmente altrove.
Il cattivo tempo, che sarebbe un impedimento all’affluenza, diventa una spinta ad aumentarla e conservarla: uscire di casa si vuole in qualche modo: non si può andare al corso, ai giardini, al parco... c’è la fiera nel salone dei Ciechi: andiamo ai Ciechi.
Il primo anno che si fece la fiera, cominciò a nevicare: si provò un senso di sgomento: la fiera, si disse, è rovinata: non verrà più nessuno... Fu l’anno in cui si fece un introito maggiore. La via Vivajo formicolava di carrozze e di automobili.
Ma vi è quest’anno una ragione speciale che promette alla fiera uno splendido risultato.
Si è pensato, e fu pensiero gentile, generoso, indovinatissimo, di associare nella divisione degli introiti della fiera un’opera altamente patriottica.
L’Italia è impegnata nella guerra d’Africa, nell’affermazione della sua assoluta e intera sovranità sulla Tripolitania e la Cirenaica.
Questa impresa ha dato una scossa potente a tutta l’anima della nazione.
È stata come una risurrezione. L’Italia ha finalmente ritrovato sè stessa. Da troppo tempo l’Italia era accasciata, infiacchita, nelle lotte interne dei partiti: guardando al passato, due date si affacciavano che ci avvilivano dinanzi a noi, che aiutavano il disprezzo dei nostri nemici, Lissa ed Adua. Nel Mediterraneo eravamo vicini ad essere chiusi in un cerchio di ferro, qualora la Tripolitania e la Cirenaica fossero state conquistate da potenze straniere: l’Italia sarebbe discesa inevitabilmente al livello di potenza di secondo ordine: tutte le glorie del passato, tutte le speranze del risorgimento politico svanivano a un tempo: l’Italia si sentiva sul petto un peso che la soffocava.
Scoppia la guerra di Tripoli. Il cuore si allarga. — È il sole che compare sull’orizzonte dopo una notte