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366 il buon cuore
sone, che cerca spillar denari al villeggiante e non si arresta neanche dinanzi alla più vigorosa delle ripulse; ci pensano al caffè, dove vi fanno attendere ore intiere quello che avete chiesto e quando ve lo portano,... desiderereste che se ne fossero dimenticate del tutto. Ma l’occasione migliore per esercitare la pazienza, e in grado eroico, è offerta dalla quotidiana gita che deve farsi alla sorgente. Come è noto, per andare dal paese alla sorgente, c’è da superare una notevole distanza ed un forte dislivello, per una via ripida, polverosa, piena di sole, che non si può quindi, specialmente salendo, percorrere a piedi. E così, salvo i pochi che usufruiscono delle scarse automobili, i visitatori della sorgente sono nella grandissima maggioranza costretti a servirsi delle carrozze.

Finchè si tratta di scendere, il male è minore: più d’uno, profittando dell’ora mattutina, fa la via a piedi, gli altri, a seconda che sono più o meno mattinieri scendono ad ore diverse: tutti così finiscono a trovarsi senza troppo aspettare a Fiuggi. I guai grossi avvengono invece all’ora del ritorno e la colpa, bisogna pur riconoscerlo, va equamente divisa tra tutti. L’amministrazione comunale non sa regolare il servizio, i vetturini cercano, per quanto possono, sottrarsi alla tariffa, i villeggianti s’ostinano a voler risalire alla stessa ora. Le vetture passano e sono prese d’assalto, i vetturini dicono d’essere già impegnati, i villeggianti una volta credono o fingono di credere e si rassegnano ad attendere, un’altra volta non credono o fingono di non credere e occupano ugualmente le vetture, a costo di farsi male. L’automedonte protesta, la lite s’inizia, si prolunga e termina, ora colla sconfitta del villeggiante, perchè la vettura era realmente impegnata, ora colla prudente ritirata del vetturino, che aveva teso un inganno, sperando di farsi offrire un prezzo maggiore. E la scena si ripete uguale ogni mattina; ogni mattina si scambiano tra i presenti le stesse impressioni, si ripetono gli stessi lamenti, si ascoltano le stesse risposte. Le guardie, come sempre, scarseggiano o mancano affatto o l’agente più attivo e zelante è proprio — me lo perdonino i zoofili — il meno necessario: quello per la protezione degli animali. A sentir quelli che attendono, ci sarebbero mille rimedi, uno più efficace dell’altro; in realtà per colpa degli uomini e delle cose si finisce col non applicarne alcuno. Solo questo inconveniente, aggiunto agli altri, accentuerà il movimento già iniziato, per la costituzione di un nucleo di pensioni e di alberghi attorno alla sorgente. E quando ciò sarà, si potrà ben dire che tutto il male non è venuto per nuocere.

Del resto l’attesa un po’ mossa del ritorno, serve a terminare la mattinata. Alla sorgente, al contrario di quel che potrebbe sembrare, la mattinata si passa abbastanza gradevolmente e quella mezz’ora di attesa non dà che una irritazione superficiale, figlia più che altro del timore di restar senza vettura e di dover fare a piedi la via del ritorno. Il resto del tempo si passa attendendo alla cura, passeggiando, facendo colazione e conversando.

Non dico che non vi sieno degli inconvenienti; non tutto è perfetto al mondo e tanto meno a Fiuggi, ma è doveroso riconoscere, specialmente se si pensa alle condizioni in cui era la sorgente qualche hanno fa, che l’amministrazione ha molto operato a pro dei villeggianti e c’è da sperare che anche meglio opererà nell’avvenire. Il luogo quale l’ha fatto la natura è bello, ma non oso dire che gli uomini vi abbiano aggiunto molto: quel portico somiglia troppo all’ingresso di un cimitero e quei capitelli ionici sembrano minacciare ad ogni istante di cader sulla testa di chi passeggia. Una costruzione più semplice e meno pretenziosa sarebbe stata certamente preferibile. Ma il luogo come ho detto e ridetto è magnifico, e si perdoni tutto il resto.

Del qual resto vi consolate ripetendo il verso del poeta: Tout au monde est méle d’amertume et de charmes.

E di charmes ne offre, oltre il luogo incantevole, anche la società che si rinnova ogni quindici giorni sotto i castagni di Fiuggi, ove fiorisce, come in tutte le riunioni composte di nomini e di donne la causerie brillante, sinonimo eufemistico del più volgare, ma meno ipocrita, vocabolo di maldicenza. La maldicenza si fa naturalmente in gruppi più o meno numerosi, di due — che rappresenta il minimo indispensabile — di tre, di.... trentatrè....

In compenso sotto i castagni di Fiuggi fiorisce anche la carità. C’era ad Anticoli una bambina lacera, scalza ed abbandonata, che viveva la sua misera vita accattando. Due signori di Lecce venuti per la cura, l’hanno veduta, ne hanno inteso pietà ed hanno deliberato di condurla seco, per tenerla quale figlia. Sono andati al Municipio, hanno fatto le cose in regola, adottando la bambina che hanno portata subito rivestita da capo a piedi e accuratamente e prudentemente rasa alla sorgente ove tutti hanno accerchiato l’orfanella la quale, negli abiti nuovi di rozza stoffa paesana, che dovevano impacciarla, guardava come trasognata noi che le eravamo attorno a festeggiarla. E mentre era lì, io pensavo che è confortante assistere ancora ad un atto di carità che viene da un moto spontaneo del cuore, da un sentimento profondo di amore e di pietà, e che è anche una lezione severa per tutti noi, cui la miseria dà noia e disgusto. Qualche volta, è vero, il cuore non giudica bene e anche nella carità, non è giudice imparziale. Questa volta però non c’è da temere: l’impulso spontaneo del cuore ha tolto una vera miseria, ha compiuto un’opera santa.

La povera bimba non aveva nessuno al mondo... è vero che appena ha trovato chi se la prendeva come figlia, sono spuntati fuori i parenti.... Esistono dunque degli zii e delle zie anche per le bambine abbandonate.... quando non lo sono più!

Religione


Domenica prima d’Avvento


Testo del Vangelo.

Uscito Gesù dal Tempio, se n’andava. E se gli appressarono i suoi discepoli per fargli osservare le fabbriche del tempio. Ma egli prese a dir loro: Vedete voi tutte queste cose! In verità io vi dico, non resterà qui pietra sopra pietra senza eesere scompaginata. Ed essendo Egli a sedere sul monte Oliveto, se gli accostarono i discepoli di nascosto, e gli dissero: Di’ a noi quando succederanno queste cose? e qual segno avremo noi della tua venuta e della fine del secolo? E Gesù rispose e disse loro: Badate che alcuno non vi seduca. Imperocchè sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre. Badate di non turbarvi: conciossiachè bisogna che queste cose succedano; ma non finisce qui. Imperocchè si solleverà popolo contro popolo, e regno contro regno; e vi saranno delle pestilenze, e carestie, e terremuoti in questa e in quella parte. Ma tutte queste cose sono il principio dei dolori. Allora vi getteranno nella tribolazione e vi faranno morire; e sarete odiati da tutte le nazioni per causa del nome mio. E allora molti patiranno scandali, e l’uno tradirà l’altro, si odieranno