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Anno X. Sabato, 28 Ottobre 1911. Num. 44.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —Rev. Pietro Bandini. Per la salvezza dei nostri emigranti — Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi.
Educazione ed Istruzione. —Pasquale Parisi. Per una restaurazione della musica italiana. — F. Crispolti. Progressi internazionali dell’antiduellismo.
Religione. —Vangelo della domenica seconda dopo la Dedicazione — L. Vitali. Marchese Emanuele D’Adda, Senatore del Regno.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario — Piccola Posta.

Beneficenza


Per la salvezza dei nostri emigranti


Dell’ITALICA GENS


Che l’emigrazione, la quale da tanto tempo è oggetto degli studi della gente interessata al bene comune e che da alcuni viene chiamato il problema sociale, da altri un fenomeno e da qualcun altro, con parola forse più espressiva del vero, valvola di sicurezza, sia un fatto tanto antico quanto il mondo, nessuno è che non sappia.

La genesi intera non è che un volume di una storia d’emigrazione. L’uomo emigra perchè vi è spinto da legge.

Oggigiorno noi siamo testimoni di una emigrazione di popoli numerosa, costante e nello stesso tempo pacifica. sempre però l’emigrazione di gente che, non possedendo terra o non avendone a sufficienza, si porta in nuove contrade in cerca di essa. Più di un milione di emigrati europei sbarca ogni anno sulle spiagge del Nord America, anzi per strano che sembri, nello stesso Nord America moltissimi sono coloro che si muovono da una regione all’altra in cerca di terre da far loro proprie. Ma costoro sono pacifici conquistatori del suolo, i quali diventeranno padroni della terra che vanno occupando, ed un giorno non lontano saranno anche i reggitori dei nuovi Stati, i quali su quelle si verranno formando.

L’emigrazione, in qualsiasi forma si presenti, è una fiumana potentissima che si può con molto studio incanalare, dirigere e forse anche sparpagliare, arrestare
giammai, senza correre pericolo che dilaghi là dove potrebbe portare rovina maggiore nella sua strada di distruzione.

Egli è perciò che da molti anni persone dottissime, filantropiche e caritatevoli hanno fatto sacrificio delle loro persone, dei loro studi ed anche delle loro sostanze allo scopo di trovare mezzi pratici per ovviare ai grandi inconvenienti ai quali vanno esposti gli emigranti, e per dirigere le masse a quelle contrade ed a quelle occupazioni dalle quali si può ragionevolmente aspettare il benessere di questa gente, che con tanto sacrificio lascia il patrio suolo per guadagnarsi il pane della vita. Ed io mi faccio ardito, calcando le orme e ripetendo i detti di tante che mi precedono e per senno e per cognizione e per autorità, di suggerire che uno dei mezzi più potenti e più sicuri per ridare la pace ed il benessere alle nostre popolazioni emigranti, per mettere un certo tal quale equilibrio nelle masse irrequiete e fameliche, per assicurare il loro avvenire, si è di indirizzarli al lavoro dei campi, ai quali sono di già per la massima parte abituati; nella coltura dei quali, mentre ricaveranno quanto è necessario alla vita, potranno altresì conservare quelle morali qualità che tanto distinguono il popolo nostro; avranno la simpatia dei popoli in mezzo ai quali vivranno e manterranno il decoro di quella patria che loro diede i natali.

Quattro quinti degli emigranti che sbarcano sui lidi dell’America del Nord vengono dalle contrade bagnate dalle acque del Mediterraneo e nove decimi di questi lasciarono addietro il campicello che possedevano o lavoravano su qualche balza del paese nativo, dove, a grandi stenti e coi primitivi e semplicissimi attrezzi di agricoltura, si sforzavano di procurare il necessario alla vita per sè e la famigliola. Sono quindi forti, esperti ed ingegnosi agricoltori che, venendo agli Stati Uniti a migliorare la loro fortuna, potrebbero di leggeri venire in possesso di immensi campi o vicino a fiumi superbi o nell’immense praterie, nelle vallate lussureggianti, sui verdi colli oppure dentro a vergini foreste. Essi potrebbero stabilirsi in colonie sia al Nord come al Sud, nelle montagne come nelle pianure, nelle regioni umide come nelle secche a seconda degli abiti delle tendenze e dei desideri di ciascuno. Perocchè tanto negli Stati del Nord quanto in quelli del Sud