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338 il buon cuore
dalla popolazione, che attendeva principalmente il guadagno dalla vendita delle frutta, degli erbaggi e cose simili, era difficile di poter aspettarsi un gran progresso. Ma il padre Bandini mosse cielo e terra finchè riuscì ad avere una strada ferrata che adesso è ultimata e congiunge la nuova colonia coi grandi mercati di Kansas City, St. Louis, Memphis e altri conosciutissimi mercati dell’America del Nord. I tempi sono considerevolmente cambiati. Gli italiani che dapprima erano disprezzati, ora sono molto stimati e ben visti dappertutto e non vi è luogo negli Ozarks dove non si desideri di avere una colonia italiana.

«In proporzione potrei dire lo stesso di altre piccole colonie di italiani che si trovano nello Stnto del Missuri, dello Arkansas, dell’Oklahoma e del Texas, delle quali io ho sentito parlare molto bene, ma che non ho potuto personalmente visitare. Il padre Bandini però, che fu mandato a visitare il Texas, per le stesse ragioni per cui io visitai l’Arkansas, ritornò da quelle contrade assai soddisfatto, assicurandomi che, oltre ai terreni ch’egli aveva personalmente visitati con persone competenti e che aveva trovato molto idonei allo scopo di stabilirvi colonie agricole, esistono già in quelle contrade, oltre a colonie floridissime di altre nazionalità, anche alcune colonie italiane, che vanno assai bene; e questo successo è un argomento validissimo per provare che quei paesi sono idonei alla colonizzazione, come la si vuole dalla Società Cattolica di Colonizzazione.

«Io stesso mi sono facilmente convinto che gli italiani posseggono virtù religiose, civili e domestiche, che li rendono cittadini ottimi e desiderabili nel nostro paese, e particolarmente atti alla formazione di colonie agricole; ciò che chiaramente apparisce dai resultati che essi in tal campo conseguirono ogni qual volta furono convenientemente diretti ed aiutati».

Rev. Julius E. Devos.

Educazione ed Istruzione


Per Antonio Rosmini a Stresa

Domenica ebbe luogo in Milano una importante adunanza del Comitato per l’erezione di un ricordo monumentale ad Antonio Rosmini sulla sponda di Stresa.

Il Comitato, costituitosi da parecchio tempo sotto la presidenza onoraria del sen. Tancredi Canonico — presidente effettivo il Sindaco di Stresa, comm. avvocato Eugenio Ottolini, vice presidente il cav. dottore F. Pestalozza pure di Stresa — aperse una sottoscrizione che ottenne numerose adesioni ed offerte pervenute da tutta l’Italia ed anche dall’estero.

L’adunanza in Milano, presieduta dal Sindaco di Stresa, era inspirata al proposito di addivenire ad una deliberazione definitiva.

Constatata l'esistenza di una somma che assicura l’erezione di un monumento degno dell’Uomo che si vuole onorare, e tenuto corto delle adesioni di cospicui personaggi che si riservano di rispondere con generose offerte alla presentazione di un progetto concreto, dietro proposta del prof. Billia, il Comitato ha deliberato di dare ampio mandato al Sindaco di Stresa a’ suoi immediati cooperatori per l’effettuazione del nobile proposito.

Il prof. Billia avrebbe anche voluto che si pensasse ad onorare Rosmini con una splendida edizione delle sue opere; ma su questo punto il collega A. M. Cornelio ricordò il concetto espresso nitidamente dall’onorevole Falcioni, cioè di non deviare dal mandato avuto per un monumento da un solenne comizio tenutosi a Stresa.

Il Sindaco, comm. Ottolini, consentì all’idea di concentrare tutti gli sforzi nell’effettuazione di un decoroso ricordo monumentale, come ad unanime votazione de’ suoi concittadini.

Infatti a Stresa più che altrove si sente profondo il dovere di rendere al Rosmini un perenne tributo di onore, di amore, di riconoscenza. Gli abitanti di quella ridente sponda — orgogliosi di possedere i resti mortali del Sommo filosofo italiano — memori ancora delle sue venerate sembianze, che, come splendore a splendore, colà videro più volte far riscontro alle sembianze di Alessandro Manzoni — grati dei benefici che Stresa ancor direttamente raccoglie dall’Istituto fiorente che vanta il possesso della più grande opera del Vela — vogliono che un’altr’opera scultoria ripresenti sulla sponda del Verbano la soave figura del grande benefattore.

Questo voto, per la deliberazione presa ieri, potrà presto essere appagato, tanto più avendo il Sindaco di Stresa assicurato un concorso anche per risorse locali, mentre il prof. Brentari si assumeva volonterosamente l’incarico di un nuovo appello agli abitanti di Rovereto agli altri del Trentino.

In fine dell’adunanza, il comm. Ottolini dispose perchè nel verbale venissero commemorati i colleghi defunti, cioè il senatore Canonico, il generale Revel, il comm. avv. Baisini, il conte Stefano Stampa ed altri, purtroppo passati nel regno dell’infinito.

IL SIGNORE E SAN PIETRO



Il Signore e San Pietro erano entrati in Paradiso dopo aver errato per molti anni fra le miserie terrene aver molto sofferto.

Si può immaginare qual fosse la gioia di San Pietro. Era ben altra cosa vedere il mondo stando seduto sul monte del Paradiso, anzichè andar errando, come un mendico, di porta in porta.

Era ben altra cosa passeggiare lentamente pei giocondi giardini paradisiaci, anzichè camminar sulla terra