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Anno X. Sabato, 7 Ottobre 1911. Num. 41.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




Ai nostri soldati, che partendo per un ideale di dovere e di diritto, ci rivolgono ogni giorno il loro saluto, giunga, anche da queste pagine, l’augurio che li accompagni: caldo come l’affetto, potente come la preghiera.

SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Graziella Monachesi. Antonio Stoppani in un suo epistolario intimo — Preziosillo. Ancora sull’isolamento della Basilica Ambrosiana — Can. Pietro Gorla. Storia breve di un’anima penitente — Teresita Guazzaroni. La «Gioconda» di Leonardo da Vinci.
Religione. —Vangelo della domenica seconda d’Ottobre.
Società Amici del bene. —Elargizioni.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario — Piccola Posta.

ANTONIO STOPPANI

IN UN SUO EPISTOLARIO INTIMO

Quando la storia, le opere, la fama d’un grande ingegno ed il tempo elevano l’uomo al disopra della folla, come il gigante della favola che tocca solo con un piede il terreno e col capo spazia nell’infinito, l’ammirazione nostra devota ed intensa verso di lui, è amareggiata da un senso ineffabile che ha in sè lo spasimo della nostalgia. Ci sembra ch’egli sfugga alle leggi della vita normale ed umana, che non abbia nulla in comune con noi, e che perciò non potremo mai comprenderlo pienamente. Il letterato, lo scienziato, il filosofo, l’artista mettono quasi sempre nell’ombra l’uomo e la coscienza chiara di questa distanza diviene, per noi, cruda e dolorosa. Ecco perchè interessano profondamente le lettere intime che non furono scritte per tutti, che sono la rivelazione sincera dell’anima ad uno solo, che mettono a nudo le sue
luci e le ombre, i dolori e le gioie, i dubbi e le speranze, gli scoraggiamenti e le audacie, a cui nessuna creatura umana sfugge e che sono anzi il nimbo di luce ove gli spiriti eccelsi ed umili palpitano, accomunandosi nel grande dramma unico della vita. Esse, riavvicinando a noi le grandi creature, le afiratellano al resto dell’umanità pur conservandone intatta la grandezza e quasi sempre accrescendola di nuovi elementi necessari.

Nel XX anniversario della morte di Antonio Stoppani, Angelo Maria Cornelio e Giuseppe Morando pubblicano le lettere che il grande scienziato e l’ardente patriotta scrisse all’amico suo, il Padre Cesare Maggioni, nell’intimità più che fraterna che concede l’amicizia1. A parte l’interesse che esse destano per la questione rosminiana di quei tempi drammatici, non si sfugge ad un’attrazione spirituale caratteristica, di religiosa simpatia verso la veneranda figura d’un uomo che amò la verità, l’ideale e l’Italia, non solo con la frigida ammirazione della mente acuta e severa dello scienziato e d’un’anima retta, ma col calore dell’entusiasmo e della dolcezza.

La testa bellissima che abbiamo conosciuto fin da bambini sulla prima pagina del Bel Paese, libro meraviglioso che ci svelò, per il primo, bellezze e tesori sconosciuti della nostra terra e specialmente dei luoghi cari a Manzoni, delle Alpi boscose, dei picchi eccelsi, dei dirupi fantastici, dei ghiacci azzurri, eterne fonti di fiumi e di torrenti, dei colli fioriti, dei laghi ridenti; si anima di tutte le espressioni più intime, dì tutti gli affetti più commossi ed il viso aperto, i capelli candidi, la fronte intelligente e franca, gli occhi luminosi e dolci ringiovaniscono al fuoco gagliardo di un’anima battagliera e generosa, ferrea e sensibilissima, d’un carattere fiero e dolce insieme, rimasto integro dopo bufere terribili d’ingiustizie e di dolori. L’abbandono sincero nell’amico, la gajezza limpida che anche negli affanni sboccia improvvisa ed affettuosa sul labbro, come un zampillo d’acqua purificatrice, l’evidenza trasparente dello stile, per cui tra rigo e rigo e nei segni convenzionali delle parole s’intravvedono le profondità

  1. Antonio Stoppani nel XX Anniversario della morte — Lettere di A. Stoppani al P. Cesare Maggioni. — Milano.