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IL BUON CUORE 303


ma parte, sono quasi illimitate. Anche il clima è un po’ migliore che nelle Salomon, dove invece esso mette a dura prova la salute degli europei. La Casa che ha mandato il Sutto cosi lontano impiega 3000 persone nella sola Parigi, e produce 150,000 metri di pellicole fotografiche al giorno, ciò che rappresenta un valore di circa sessantadue milioni di franchi all’anno. E tutto ciò pei cinematografi.

Religione


Vangelo della domenica terza dopo la Decollazione



Testo del Vangelo.


Allora alzatosi un certo dottor della legge per fintarlo, gli disse: Maestro, che debbo io fare per possedere la vita eterna? Ma Egli rispose a lui: Che è quello che sta scritto nella legge? Come leggi tu? Quegli rispose, e disse: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuor tuo, e con tutta l’anima tua, e con tutte le tue forze, e con tutto il tuo spirito, e il prossimo tuo come te stesso. E Gesù gli disse: Bene hai risposto: fa questo vivrai. Ma quegli volendo giustificare se stesso, disse a Gesù: E chi è mio prossimo? E Gesù prese la parola disse: Un uomo andava da Gerusalemme a Gerico, e diede negli assassini, i quali ancor lo spogliarono, e avendogli dato delle ferite se n’andarono, lasciandolo mezzo morto. Or avvenne che passò per l’istessa strada un sacerdote, il quale, vedutolo, passò oltre. Similmente anche un levita, arrivato vicino a quel luogo, e veduto colui tirò innanzi. Ma un Samaritano, che faceva il suo viaggio, giunse presso di lui, e vedutolo si mosse a compassione, e se gli accostò, e fasciò le ferite di lui, spargendovi sopra olio e vino; e messolo sul suo giumento, lo condusse all’albergo ed ebbe cura di esso. E il dà seguente tirò fuori due denari, e li diede all’oste dissegli: Abbi cura di lui, e tutto quello che spenderai di più, te le restituirò al mio ritorno. Chi di questi tre ti pare egli essere stato prossimo per colui che incappò negli assassini? E quegli rispose: Colui che osò ad esso misericordia. E Gesù gli disse: Va e fa anche tu lo stesso.

S. LUCA, Cap. 10.


Pensieri.


«Maestro che devo fare per ottenere la vita eterna? n un certo dottore della legge che così si rivolge a Gesù, e la frase, dall’apparenza umile e mite, diventa un delitto quando si rifletta da chi è pronunziata e perchè.

Gesù risponde, richiamando al suo interlecutore il precetto della legge. Quella legge aveva in sè l’alto precetto della fede e dell’amore e Gesù stimola il dottore a ritrovarlo, a destricarlo, il comando fondamentale, di fra la quantità di piccoli, minuziosi comandamenti dell’osservanza dei quali si compiaceva e si faceva gloria la pietà senza vita dei dottori e dei farisei.

Ma quel certo dottore vuol giustificare la sua domanda e chiede a Gesù chi è il suo prossimo. E il Maestro risponde con la nota parabola, che noi siam usi sentir ricordare in questo giro dell’anno liturgico, ma che forse, non- abbiamo ancora sufficientemente meditato.

Perchè Gesù anche in questa pagina del Vangelo, fa fare la miglior figura al disprezzato Samaritano e riserva la peggiore, la più innumana e crudele al Sacerdote e al Levita?

Per un perchè molto profondo duemila anni fa come oggi, penso.

Noi siamo uomini, cristiani, cattolici, e abbiamo doveri come uomini, come cristiani, come cattolici; anzi i più fondamentali doveri, quelli della carità, della purezza, della sincerità, vengono, sopratutto, dalla nostra dignità umana e dalla nostra vocazione cristiana. Ma il fiorire della pietà ha creato altre virtù che nel corso dei s( coli si sono aggiunte alle prime, ed è cosa egregia, quando vivono con e accanto alle prime. Ma è cosa egregia, quando queste, nuove venute soppiantano le prime e vivono a detrimento di esse?

E’ successa una confusione di valore e in tanti cristiani si son viste e si vedono conculcate e sprezzate le grandi virtù naturali, umane, quelle scritte da Dio nel cuore dell’uomo, per quelle fatte dall’uomo.

E questa inversione di cose si riscontra, specialmente, nelle persone di una certa pietà gretta e formalista.

Gli zelanti del tempo di Cristo lavoravan l’orlo dei piatti e avevano il cuore impuro; e oggi? Quante persone digiunerebbero piuttosto che prender carne in venerdì e poi, senza un rimorso, sparlano del prossimo, raccolgono tutte le voci malediche, ingiuriano anche un innocente! C’è una volgarità nella pratica della virtù diffusa in tutti gli stati sociali, ma che è tanto più dannosa quanto più scende dall’alto, dove valgon meno le attenuanti di cecità e d’ignoranza! E da questa volgarità, da questa inversione di valore deriva uno scandalo enorme per chi non può non vedere e un danno grave per chi di quella bassezza morale è maculato.

Quante cose bigie e penose si possono osservare in società che parrebbero, che dovrebbero essere le più spirituali, le più sante!

E come viene naturale il ricordo della parabola di Gesù, quando il precetto divino ed eterno si vede osservato da chi pare fuori dell’ovile e calpestato da chi vi è dentro.

Perchè noli pensiamo a queste cose e non ci facciamo premura di riformare i nostri concetti e la nostra condotta sulle divine pagine del Vangelo?

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi



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