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IL BUON CUORE 277


che feconda le ubertose pianure padane, questo stesso sole scioglie le nevi delle candide scintillanti vette dei nostri monti, e le fresche acque raccolte e scorrenti per le segrete e lucide vie dei ghiacci, s’accolgono in ruscelli e formano gli impetuosi torrenti, che incanalati e coercizzati per entro i grandi tubi d’acciajo, precipitano urlando con impeto irresistibile e infrangersi contro le ali della turbina, per generare in questo furioso connubio quella forza misteriosa, della quale tante applicazioni veniamo facendo, senza ancor conoscerne l’intima natura. E queste stesse acque poichè avranno quì generata una sì gran forza, senza aver nulla perduto, ripigliando il loro corso normale giù pel risonante Frodolfo, andranno a raggiungere l’Abdua cérula, per ripetere più e più volte, in proporzioni assai maggiori, altre genesi di forza e di luce.

«O come misteriose e sapienti sono le leggi di natura! Come spontanea e logica ci occorre la bella, sintetica affermazione del divino poeta:

La gloria di Colui che tutto muove
Per l’universo penetra e risplende,
In una parte più e meno altrove.

e però con questa liturgica benedizione noi affidiamo riconoscenti questa suprema e sapiente Provvidenza che regge e governa l’universo intero».

I ministri poi intervennero al pranzo dato in loro onore, partecipandovi oltre alle autorità i numerosiItinerario geografico villeggianti, senatori, deputati in luogo, l’on. sindaco di Milano con una rappresentanza della Giunta.

Allo spumante hanno pronunziato applauditi brindisi l’ing. Viviani presidente della Società Giongo ed il senatore Taverna. Rispose l’on. Nitti inneggiando alla terra Valtellina, ferace di boschi, di acque e di uomini, ed augurando il vero benessere a S. Catterina ed a tutta la Valle.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi



OBLAZIONI.


Famiglia Pestalozza, in memoria della diletta Mamma |||
 L. 10 ―


ECHI E LETTURE



Anche le nostre gentili lo conoscono bene; lo hanno sulla punta delle dita, tutte. Parliamo del ditale, il quale ha pur esso la sua storia. Allorchè lo si ammira nelle sue multiple forme, sulla punta più o meno affusolata di un dito di donna, non si pensa che la sua invenzione è dovuta ad una premura gentile. Nè l’inventore pensò certo che quella sua semplice modesta e facile creazione avrebbe arricchito altri, che della sua idea poi si sarebbero fatti lanciatori. L’inventore del ditale è un olandese — insegna il Die Frau — di professione gioielliere e di nome Nicolò Di Benachaten. E fu certa signora Mytroniw Wan Nescler, quella alla quale il 19 gennaio 1684, il giorno del suo compleano, Nicolò inviò il primo ditale da lui inventato, accompagnando il dono con una graziosa lettera, con la quale la pregava di voler accettare quel modestissimo ricordo da lui inventato a difesa delle sue belle ed esperte dita nel cucire.

Per quanto in Olanda, da allora, prendesse sviluppo fra le donne l’uso del ditale, pur tuttavia esso divenne una industria lucrosa soltanto molti anni dopo, quando certo Giovanni Dotting andò in Inghilterra per vendere a Londra i ditali da lui fabbricati. Fu così che essi si incominciarono a fabbricare a Londra, d’onde si sparsero per tutto il mondo.

Il Corriere d’Italia ha parlato nobilmente del Nibby e delle relative condizioni finanziarie della sua famiglia che sono poco floride. Parliamo anche del Baedeker. Perchè no? Tanto più che se tutti sanno che cosa è un baedeker; pochi però si ricordano dell’uomo che ha dato il suo nome a quelle preziose a guide internazionali. Lo M. A. B. di maggio, dedica un articolo al «re dei ciceroni». Kari Baedeker, sul principio del secolo scorso, era a capo di una modesta Casa editrice, a Coblenza. Baedeker, ch’era un appassionato viaggiatore, notò che tutti i touristes inglesi e americani non muovevano un passo, senza consultare le guide edite dall’editore inglese Murray. Ma tali guide erano insufficienti e spesso inesatte. Fu allora che il Baedeker concepì l’idea di fornire il pubblico viaggiante di tutto il mondo, di guide sicure. Egli intraprese una lunga serie di viaggi, visitando e studiando a lungo i paesi che poi descriveva. Questi viaggi occuparono quasi tutta la sua vita. Il suo prime libro fu quello sui Paesi Bassi, pubblicato nel 1839; seguirono quelli sulla Germania e sull’Austria, tre anni dopo, e sulla Svizzera (1844). La guida di Londra fu delle ultime a comparire, nel 1862. Il successo di questi libri è stato sì grande, che oramai le cifre comparate della vendita annuale dei volumi del Baedeker, indicano con precisione il numero dei viaggiatori delle varie nazionalità, che visitano un dato paese. Così, nell’Europa Centrale, prevalgono i viaggiatori tedeschi. In Francia, in Italia, nella Spagna, in Egitto, il numero dei tedeschi è uguagliato o forse sorpassato dagli inglesi e dagli americani. Quelli che viaggiano meno di tutti sono i francesi.