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Anno X. Sabato, 24 Giugno 1911. Num. 26.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Ing. Riccardo Memmo. Una parola franca sulle vittime dell’aviazione — Fernanda Zorda. San Francesco d’Assisi e la poesia mistica umbra — F. Crispolti. Le signore e il duello — Pensieri — Oreste Beltrame. Notte di luna, poesia — Pio Istituto Oftalmico.
Religione. —Vangelo della terza domenica dopo Pentecoste — Per monsig. Venanzio Meroni — Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi — Casa di riposo pei ciechi vecchi.
Società Amici del bene. —Per Il Vicario Apostolico dell’Eritrea — Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Varietà — Diario ecclesiastico.

Educazione ed Istruzione


Una parola franca sulle vittime dell’aviazione

Le ultime notizie sulle gare aviatorie hanno dimostrato con tragica efficacia che l’aeroplano miete le sue vittime non soltanto fra chi vola, ma pur anche fra chi assiste al volo.

Il che potrebbe, se ce ne fosse il bisogno, concorrere a provare quanto il nuovissimo strumento di dominio dell’aria sia imperfetto e pericoloso e come si appalesi fallace la volontà dell’uomo al quale è asservito.

Dunque la nuova scienza, che ha messo superbamente l’umanità in una posizione di supremazia mai sperata, dovrebbe dirsi effimera?

Si devono abbandonare le vie dell’aria per ritornare a quelle della terra meno veloci ma anche meno malfide? No: il cammino del progresso non s’arresta nè si torna indietro nella gran marcia verso l’ideale della perfezione umana in tutti i campi dello scibile, che si annunzia sempre più feconda di risultati e più ricca di vittorie. Ma non conviene dinanzi a un simile dispendio di vite umane fermarsi a quelle considerazioni che la fredda logica consiglia per ridurre tale olocausto nel più ristretto limite possibile?

Tutte le nuove scoperte hanno voluto un lungo martirologio di vittime oscure e gloriose e nessuna conquista si ottenne senza un largo tributo alla morte che vigila e spia per trionfare dell’inesperienza e
dell’errore. Cerchiamo dunque di prevedere l’errore e di acquistare l’esperienza senza follie e senza perdere di vista lo scopo precipuo e finale di ogni intrapresa: la sicurezza nel risultato.

E incomincio subito col domandarmi se le gare di aviazione per la velocità e per l’altezza, per i lunghi percorsi e per le difficili prove siano veramente utili.

Francamente, non certo in quella maniera che dovrebbero. Sono senza dubbio da ammirarsi i magnifici sforzi di volontà di cui ci hanno dato prova i concorrenti alla Parigi-Roma, la tenacia dimostrata e la ferrea energia che non si piega nella lotta del piccolo uomo sul fragile sostegno contro le insidie del vento e le mille difficoltà del lungo cammino.

Ma purtroppo in tutti questi concorsi preme più la ricerca della gloria che inebria e del denaro che si guadagna, anzichè il severo studio dello strumento del volo e dei mutamenti da apportarvi per renderlo serio e sicuro.

L’aeroplano è essenzialmente una macchina complessa dove entrano in giuoco fattori di resistenza meccanica, di rendimento tecnico, di solidità di collegamento e di sicurezza di comando e di guida: tutto questo insieme è strettamente collegato all’uomo, ai suoi muscoli, ai suoi nervi, alla sua indole, talchè l’uomo stesso rimane assolutamente in potere della macchina.

E dovrebbe essere invece praticamente il contrario.

Ed è ciò tanto vero che un eroe dell’aviazione cadeva e moribondo diceva con entusiasmo: «La mia morte è certa, ma posso ora dirvi che il timone di profondità non ha funzionato!».

Dunque vi è qualche cosa che ad onta della volontà dell’abilità nostra non funziona.

Se si prende invece ad esempio un automobile completo e perfetto in ogni sua parte, se il conducente che lo guida dimentica la sua macchina, la vettura correrà ugualmente bene nella direzione datagli dallo sterzo e se un nuovo elemento, il terreno o un ostacolo non impedisce la marcia, non v’è ragione per cui s’arresti si guasti. E l’uomo permane incolume.

Se una macchina elettrica, a vapore o a gas di qualunque specie viene abbandonata dai macchinisti, essa continuerà a funzionare in una direzione sbagliata o in modo non rispondente allo scopo, ma funzionerà