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IL BUON CUORE 199


Religione


Vangelo della seconda domenica dopo Pentecoste


Testo del Vangelo.

Essendo Gesù a mensa nella casa di Levi, ecco che, venutivi molli pubblicani e peccatori, si misero a tavola con Lui e co’ suoi discepoli. E i Farisei, vedendo ciò, dicevano ai discepoli di Lui: perchè mai il vostro Maestro mangia coi pubblicani e coi Peccatori? Ma Gesù ciò udendo, disse loro: Non è ai sani che il medico faccia di bisogno, ma agli ammalati! Ma andate e imparate ciò che vuol dire: Io amo meglio la misericordia che il sacrificio: imperocchè io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. Allora si accostarono a Lui i discepoli di Giovanni, dicendo: per qual motivo noi e i Farisei digiuniamo frequentemente, e i tuoi discepoli non digiunano? E Gesù disse loro: Possono forse i compagni dello sposo essere in lutto, fin tantochè lo sposo è con essi? Ma verranno i giorni che sarà loro tolto lo sposo, e allora digiuneranno.

S. GIOVANNI, Cap. 9.


Pensieri.

«Perchè mai il vostro maestro mangia co’ pubblicani e co’ peccatori?»

Quante volte, leggendo il Vangelo, abbiam trovato questo scandalo dei Farisei davanti alla sapiente bontà, alla dolce condiscendenza di Cristo!

E come vien naturale l’osservazione che, allora come oggi, quelli che s’arrogano il mandato di biasimare e di indagare nella vita dei migliori, mostrandosi gelosi custodi dello spirito, sono coloro che lo spirito non possiedono, non intendono, non posson capire nella mente limitata, nel cuore atrofizzato...

Oh, sarebbe troppo amara e pesante croce l’incomprensione e il biasimo altrui se non si potesse, con sicura e schietta coscienza davanti a Dio, pensare che questa croce fu anche quella di Gesù.

La malevole domanda dei Farisei giunge alle orecchie del Maestro e non i discepoli suoi, ma egli stesso risponde: «Non han bisogno del medico i sani, ma gl’infermi.»

Che fine sottile ironia, che biasimo coperto, ma profondo nella divina parola!

Voi perfetti, voi santi non avete bisogno alcuno di me, voi bastate a voi stessi: ma io devo avvicinarmi agli altri, miseri e colpevoli e mi devo adattare ad essi per salvarli e star con essi per guadagnarli al cielo!

Oh, beata miseria che chiama divino aiuto, divina cura! Ma che dire di quella giustizia, di quella sanità che allontana la sorgente della perfezione e il principio della salute?...

C’è qualcosa di misterioso, di profondo che noi vogliam meditare umilmente senza cercar d’indagare. Nel versetto io del brano evangelico di Matteo che oggi noi leggiamo troviamo che, intorno a Gesù, che era a
tavola, in casa, molti pubblicani e peccatori si erano raggruppati: i Farisei osservavano da lontano. Perchè i peccatori intuiscono i tesori chiusi in Cristo e i Farisei no? Perchè i peccatori sono attratti e i reputati giusti rimangono indifferenti?

Oh, i peccatori, nei loro falli, sono umili e l’umiltà interiore è preziosa dote agli occhi divini e attira le più grandi misericordie.

I Farisei si credono santi, son gonfi d’orgoglio nell’intimo del loro cuore....

Gesù passa loro vicino, ma essi non gli chiedono nulla. Qui c’è un avvertimento solenne per noi. Supplichiamo il Signore che ci faccia sentir tutte le nostre morali necessità; ringraziamolo quando ci concede di vederle fin quasi a restarne sgomenti: nel nostro sgomento, nella nostra umiliazione è il principio della nostra salvezza.

A Gesù s’accostano poi i discepoli di Giovanni e lo richiedono del perchè egli e i suoi non digiunano.

La domanda di costoro non è irriverente come quella dei Farisei, ma dice anch’essa uno stato di limitazione e di incertezza e la preoccupazione delle pratiche esteriori, visibili, controllabili.

Per quante ragioni può mancare una esteriore dimostrazione di pietà, senza che manchi la pietà del cuore! E pur avendo un doveroso rispetto per le osservanze visibili e una diligente premura di compierle, è però necessario ci si avvezzi a non meravigliarci, a non formalizzarci se non le vediamo. A sentir alcuni pare che l’essenza della pietà risieda negli atti esterni e che più nulla, o ben poco, conti l’affetto del cuore. Ciò è falso, ciò nuoce soprattutto a coloro che da questa inversione di valore, da questa grettezza di apprezzamenti vengono urtati e disgustati.... forse allontanati dalla casa del Padre.

Dimentichiamo le nostre piccolezze e guardiamo a Gesù, il Modello, il Maestro, vediamolo nella sua sovrana libertà in mezzo al legalismo spinto all’ultimo limite e ammiriamo i suoi santi trionfi: trionfi spirituali, conquiste di anime che iniziate fra le contrade di Galilea Egli continua traverso i secoli sull’universo.

Enciclopedia dei ragazzi

È uscita la 29.a dispensa.


Contiene:
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