Pagina:Il buon cuore - Anno X, n. 21 - 20 maggio 1911.pdf/1

Anno X. Sabato, 20 Maggio 1911. Num. 21.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —La festa delle ova — Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi, offerte — Casa famiglia per impiegate — Don Paolo Albera.
Religione. —Vangelo della quinta domenica dopo Pasqua.
Educazione ed Istruzione. —Leverrier, lo scopritore di Nettuno — Egilberto Martire. Alla mostra di Castel S. Angelo — Echi e letture — Oreste Beltrame. Ego sum flos campi, poesia.
Società Amici del bene. —Per mons. Camillo Carrara, Vicario Apostolico dell’Eritrea — Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario ecclesiastico.

Beneficenza


LA FESTA DELLE OVA

La sospirata festa si è felicemente compiuta nel fissato giorno 14 corrente.

Se fosse brillato nel cielo un sole splendido, se l’orizzonte fosse stato così puro e sereno, da rimovere ogni piccola nube, allontanando ogni preoccupazione, il concorso certo sarebbe stato maggiore. Ma se si pensa che il cielo ostinatamente plumbeo, poteva, da un momento all’altro, regalarci un acquazzone, e non l’ha fatto, c’è da rallegrarsi: anzi le poche goccioline che di tanto in tanto scendevano ed avvertivano del pericolo, diventavano una ragione di gioia: la poca acqua che veniva giù ci consolava col pensiero della molta che restava su.

Fino a mezza mattina, l’incertezza del tempo aveva tenuto dubbiosi se la festa si potesse fare all’aperto o al coperto: a mezzogiorno ogni dubbio era tolto: la si farà all’aperto, nel giardino, nei campi preparati.

Alle ore 2 già il pubblico comincia ad affluire. Nella prima corte a destra, dopo ricevuto il loro distintivo, i bambini si avviano al posto dei rispettivi colori, e formano i diversi gruppi. Furono formati subito sei gruppi di 25 bambini ciascuno: bisognava attendere prima di partire, che si formassero gli altri due gruppi; ma qualche gocciolina, che cominciò a farsi sentire, acuì il desiderio di recarsi subito nei campi, ed evitare il
pericolo che per aspettare gli ultimi, fossero sorpresi dall’acqua anche i primi; e così la prima volata anticipò la sua partenza.

I sopravvenuti, formavano gli ultimi due gruppi della prima volata, mentre si formavano già i gruppi della seconda: l’entrata nel giardino fu quindi nel seguito un po’ saltuaria: fu un piccolo disordine, che non danneggiò l’esito finale: tutti i campi furono invasi successivamente dai bambini, complessivamente quasi cinquecento: quando la venuta di bambini nuovi verso le ore i6 parve cessata, e c’erano ancora molte ova in serbo, i bambini che avevano fatto la prima ricerca, desiderarono di farne una seconda: ciò che fu loro concesso pagando una piccola offerta di complemento. E così tutti i bambini poterono essere completamente soddisfatti.

Sfollati i campi, fu la gara di recarsi ai diversi divertimenti: la baracca dei burattini, attrasse e divertì moltissimo il pubblico piccolo e il pubblico grande.

Sull’enorme elefante, in grande gualdrappa, strascinato sotto i portici, si assidevano alternativamente diverse coppie di bambini, seguiti intorno intorno da numerose torme di aspiranti a succedere nel giro successivo. Fu un diversivo divertentissimo.

Pure divertente il gioco delle pignatte sospese, ripiene di dolci. Con un fazzoletto si bendavano gli occhi ai bambini, i quali, con un bastone in mano, dovevano indovinare a percotere una pignatta; e la pignatta battuta compensava il vincitore col versare i suoi doni. Alle volte il bastone batteva nel voto, e il compenso erano le risa degli astanti.

Gioco consimile era quello dei testoni. Percossi con una palla, piegavano il capo, e versavano dolci: non colpiti, stavano fissi, quasi a deridere il poco esperto giocatore.

Ma il divertimento che attrasse un Numero maggiore non solo di piccoli ma anche di grandi, fu il gioco dello skating. Fu eseguito nel grande salone. Isolati, a coppie, volavano i giocatori, si intrecciavano, si rincorrevano; era una ridda vertiginosa. I pattinatori erano stimolati a mostrare la loro bravura al pubblico che li stava ad osservare.

Intanto nel giardino una banda militare del VII Reggimento allietava colle sue armonie il pubblico accorso