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IL BUON CUORE 141
celebrare ed esaltare praticamente le bellezze della natura e i vantaggi della vita campestre.

È ai nostri maestri che spetta, sopratutto, codesto apostolato, perchè sono essi che sono chiamati per i primi a modellare l’anima del fanciullo. Non occorre mica ch’essi siano tutti dei poeti; si può ispirare al fanciullo l’amore della natura senza fare del lirismo. La minima nozione di storia naturale o di chimica, bene impartita vale un poema; l’esame dei grandi fenomeni naturali delle meravigliose manifestazioni della vita animale vegetale eleva l’anima e attacca l’uomo alla vita dei campi, allargandone l’orizzonte.

Ma, si osserva: perchè i nostri maestri possano soddisfare questo compito di educatori agricoli, occorre ne siano essi stessi preparati; per far dei proseliti, bisogna che abbiano la fede. Disgraziatamente, l’istruzione e l’educazipne che si dà oggidì nelle scuole normali ai nostri giovani maestri, non sono veramente fatte per prepararli a questo compito nuovo, perchè l’insegnamento agricolo vi è sempre più trascurato.

Ebbene, venga e presto l’Istituto Superiore d’agraria a Torino. Lì i maestri volenterosi potranno trovare il campo pei loro studi; e di lì usciranno i portatori della novella buona per tutta Italia. Perchè codesta scuola, senza prefiggersi di creare dei professori di agraria, riescirebbe ad apprestare un compiuto insegna. mento delle discipline agrarie a chi possegga una certa coltura.

Per lo sviluppo e per il miglioramento dell’agricoltura, se sono necessarie le cattedre ambulanti, che portino la parola della scienza tra i contadini per rompere la tradizione e creare la cultura nazionale, son altresì necessarie persone, che, senza dedicarsi direttamente all’insegnamento, posseggano una tale cultura in materia da poter influire su di esso direttamente o indirettamente. Non sarebbe quindi, l’insegnamento dell’Istituto erigendo, diretto a creare delle capacità puramente tecniche, ma delle personalità atte a poter dirigere ed equilibrare la produzione tenendo calcolo delle condizioni dei mercati interni e internazionali.

Ma se questo è un campo aperto ad alcuni maestri, non lo è per tutti; ed è quindi giusto formulare il voto che nel tanto discusso rimaneggiamento d’ogni ordine di scuole, si tenga il debito conto delle esigenze che l’insegnamento agrario ha in rapporto alla cultura dei maestri rurali.

Soltanto con tutti questi mezzi si sarà provveduto sufficientemente all’educazione professionale del nostro proletariato rurale, senza di che, l’agricoltura non potrà mai raggiungere quel grado di sviluppo che si deve e si può pretendere in Italia, perchè all’amor della terra deve congiungersi una chiara e precisa cognizione di quello che è e può essere l’agricoltura, se razionalmente praticata.

Paolo Cesare Rinaudo.




Il Municipio di Milano ha ordinato 150 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.




MAGNOLIA

(LEGGENDA ORIENTALE).


Era gemma dell’arabo päese
sovranamente bella:
bianca la cute e le pupille accese
Magnolia avea, castissima donzella.
Un di con la tribù delle sue genti
partìa dal suo villaggio:
erano donne, fanciulletti, armenti
che a meta ignota avean drizzato il viaggio
verso i paesi dove il sole muore.
Magnolia, nata sotto un ciel di foco,
perdeva a poco a poco
delle guancie di rosa il bel colore;
delle nordiche brezze al soffio immite
non reggevan le membra intirizzite
della fanciulla stanca,
che si faceva come neve bianca.
— O Magnolia, — dicevan le amiche —
perchè, perchè, dinne tu vuoi morire?
Tanto sospiri quelle piaggie apriche
ove la palma vedesi fiorire....
del paese natìo,
dolce amica, sì forte é in te il desìo?...
Ma la candida fronte reclinando,
più non udìa Magnolia que’ lamenti:
ella spirava con sospiro blando.
Quelle amiche dolenti
sparsero allor sì larga onda di pianto
e il duolo lor fu tanto,
che morte impietosita
alla bella Magnolia, strano incanto,
ridava ancor la vita,
mutata in pianta dalla folta chioma
dai fior’candidissimi di neve,
che hanno sì forte aroma
l’esistenza delicata e breve.

Oreste Beltrame.


ALLA MOSTRA DI CASTEL S. ANGELO


La mostra di Castel Sant’Angelo è oramai quasi definitivamente compiuta; giorni sono vidi giungere, con relativo e debito imballaggio, nè più nè meno che la testa di Michelangelo; veniva dal Castello Sforzesco di Milano, è in bronzo e vanta il valore dichiarato di venticinquemila franchi, naso non compreso; perchè questa testa bronzea lascia scoprire con viva evidenza anatomica lo scempio memorando che al profilo dell’artista grandissimo procurò quel grandissimo pugno che ebbe a fracassargli, formidabilmente, il naso....

Venticinquemila lire, naso non compreso....