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102 | IL BUON CUORE |
Vangelo della quarta domenica di Quaresima
Testo del Vangelo.
S. GIOVANNI, Cap. 9.
Pensieri.
«E passando vide un uomo cieco nato. E i suoi discepoli gli domandarono: Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, ch’è nato cieco? Rispose Gesù: Ne lui peccò, nè i suoi genitori; ma perchè in lui si manifestino le opere di Dio.»
Quante volte anche noi, abbiamo uditi discorsi, apprezzamenti come questo che il Vangelo racconta! Di ogni cosa, di ogni avvenimento, si vuol trovare la causa; ma, intendiamoci bene, non la causa determinante ogni effetto; ma una causa più profonda, più sottile... e si sente parlare in modo, come se Dio, ad alcuni, avesse comunicato i segreti divini della sua provvidenza. Un simile modo di parlare dà sempre un senso di disagio: suona così poco umile, così poco caritatevole! Perchè farci noi come i giudici dei nostri fratelli e assumere una funzione così grave, così delicata?
E perchè attribuire a Dio le nostre passioni di vendette, di rivendicazioni? Non è invece meglio vivere di questa fede: che su tutti e su tutto veglia la provvidenza del Signore, che è provvidenza di sapienza e d’amore, che nel mondo, si svolge e si attua un disegno divino; che gli uomini possono agitarsi, ma che Dio li conduce?
Da questa fede viene un senso di benevolenza verso i nostri simili, anche se ci sembran colpevoli: viene un senso di riverenza, quasi, davanti alle loro sventure; viene una grande forza anche nelle nostre proprie pene.
«Non è da Dio quest’uomo che non osserva il sabato.»
Ecco un’altra traccia dell’astio dei Farisei contro Gesù, della loro sistematica opposizione all’opera sua, che si continua nei secoli, che è diventata la opposizione dell’ipocrisia verso la virtù. Essa cerca di mettere le spalle al muro, di trincerarsi dietro un’arida, meticolosa, pedante osservanza di precetti, di leggi e, di là, crede poter lanciare sicuramente e senza danno i suoi strali. E colpisce, e ha vittorie, ma vittorie sin-