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90 | IL BUON CUORE |
SOCI AZIONISTI.
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(cura di salsomaggiore).
NUOVE PATRONESSE.
Signore Viganò Broglia Rosa — Binda Flaminia.
Educazione ed Istruzione
L’ARTE IN UNA CITTÀ DI ROMAGNA
Impressioni di Fra Paolo Mussini
Padre Antonio, guardiano dei cappuccini di Faenza, mi scrisse: Frate Paolo, nella chiesa del nostro convento sull’altare maggiore eravi una volta la Madonna dei Cappuccini di Guido Reni, che il nobil uomo Vincenzo Serpa di Bologna, fattosi cappuccino e chiamatosi Frate Illuminato da Bologna, fece dipingere al celebre maestro per noi. I cappuccini e il popolo di Faenza sempre amarono il capolavoro di Guido che per duecentocinquantatre anni abbellì la nostra chiesetta e per la quale il maestro, studiandone le condizioni di luce e di ambiente sul posto, lo dipinse. Ma venne il 1866, fummo dispersi dalla legge di soppressione, e il bel quadro, rapitoci con tutte le cose nostre, fu strappato alla nostra chiesetta e al popolo che lo venerava e rinchiuso nella pinacoteca comunale in pessima luce: là il popolo non ci va, perchè davanti alle belle Madonne e ai Santi austeri più non può pregare!.... Nel 1874, ricomprato quel che potemmo, per carità di popolo, delle cose nostre è ricostituito il convento, non però ci riesci ad avere la nostra cara Madonna con San Francesco pregante e Santa Cristina vergine martire. Vi sostituimmo alla meglio una vecchia copia annerita e sgretolantesi; ora nemmeno vale più la pena di tentare a restaurarla: noi vorremmo al suo posto un quadro nuovo, non copia dell’antico ma originale, pure collo stesso soggetto. Frate Paolo, fateci la carità di dipingerlo voi.
Io risposi: — Non è facile sostituire degnamente un quadro di Guido, ma farò come meglio saprò, cercherò di fare cosa non indegna; voi però oltre alle spese vive necessarie al lavoro, trovatemi fra il buon popolo faentino un po’ di aiuto per la mia chiesetta di Quintodecimo; questo è il compenso che vi chiedo, e promettetemi anche, se l’opera mia vi sarà cara, di difenderla per quanto potrete dai futuri rapinatori, chè a me non piace dipingere per le necropoli dove le opere d’arte stanno sepolte e mummificate e il popolo non ci va, perchè l’anima sua non più vi sente cantare nella bellezza dell’arte la gloria di Dio.
E così venni la prima volta, alla città di Evangelista Torricelli, alla gentile Faenza, la cui anima artistica ancora ci sorride nelle belle maioliche del rinascimento.
E conobbi Padre Antonio dall’aspetto patriarcale, popolarissimo, poichè egli ha per tutti un lieto sorriso e una buona parola, un conforto e un consiglio. È di quegli uomini non rari fra i cappuccini, che sanno il secreto di farsi amare e di fare amare l’Ordine dei poverelli di San Francesco dal popolo, e riescono simpatici pure a quelli che di frati più non vorrebbero sentire parola!... Ha pure questo piacevole frate lo spirito di antico mecenate; ogni sua cura infatti, è rivolta