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IL BUON CUORE 61


Per acclamazione furono nominati Presidenti onorari del Comitato l’on. Luzzatti e l’on. Greppi ed a Presidente effettivo il comm. Gabba, la signora Teresita Friedmann Coduri, Segretaria, l’ing. cav. E. G. Pedrazzini a cassiere.

A far parte del Comitato vennero quindi chiamati i signori:

Comm. ing. Luigi Alzona — Prof. cav. Paolo Arcari On. sen. Guido Baccelli — Comm. Emilio Banfi — Prof. Giovanni Bertacchi — Giuseppe Bianchi — Prof. cav. Gaspare Colombi — Sen. comm. prof. Giuseppe Colombo — Dott. cav. Alfredo Colombo (Como) — A. M. Cornelio — Myriam Cornelio Massa — Comm. sen. Emilio Conti — Comm. Alberto Corbetta — Nob. comm. avv. Capitani d’Arzago — Comm. Ambrogio Dellachà (Torino) — Dott. sen. Malachia De Cristoforis Teresita Friedmann Coduri (segretaria) — Dott. Tommaso Gallarati Scotti — Cav. dott. Giuseppe Gallavresi Comm. gen. Alberto Gabba — Comm. avv. Bassano Gabba — Comm. sen. prof. Camillo Golgi — Comm. Francesco Gondrand — On, comm. Angelo Lucchini Cav. E. A. Marescotti — Sen. comm. Miraglia — E. T. Moneta — Comm. prof. Francesco Novati — Comm. sen. avv. Carlo Panizzardi — Cav. uff. Roberto Perego — Cav. ing. E. G. Pedrazzini (cassiere) — Sen. comm. G. B. Pirelli — Sen. march. Ettore Ponti Cav. Ernesto Reinach — Cesare Prandoni Comm. Giulio Ricordi — Gaetano Rocca — Cav. prof. Michele Scherillo — Grand’uff. sen. Giuseppe Speroni — Principe Trivulzio Della Somaglia — Dott. cav. Ettore Verga — Cav. uff. Giordano Zocchi.

Dopo un telegramma inviato all’on. Luzzatti, la seduta si sciolse, e fra poco il Comitato sarà convocato per le definitive disposizioni.

Si ritiene di poter inaugurare il monumento, affidato al Barcaglia, il giorno anniversario della morte dell’Uomo da tutti rimpianto.

INDISCREZIONE

Un’amica dell’anima mia volle fosse per me un quadernino di sue note interiori, dove essa si effondeva, davanti a Dio, come in una preghiera. Il libriccino modesto, rilegato in tela nera, lucida, che si screpola qua e là, rappresenta un tesoro per me, un tesoro come le sono tutte le testimonianze vissute dello spirito. Ne copio qualche pagina: forse non a tutti passerà inosservata e, giovasse anche a un’anima sola, quel profitto morale di un’anima sorella basterà a giustificare l’indiscrezione.

15 novembre 18....

La piena, l’insistenza del dolore m’avevano esaurita ed esasperata insieme: i miei ideali infranti, incompresi, pareva avessero perduto il loro fascino benefico, e li pensavo come si pensa a un’illusione che fu immensamente cara, ma della quale non saremo vittima più, dopo la dura esperienza.... Credevo così e cedevo,
mi adagiavo nel mio affanno cocente e mi strascinavo, compiangendomi e compassionandomi..... Ma quando proprio non reggevo più, venne la luce dall’alto. Fu l’ispirazione di visitare l’amico di babbo, che mi tien cara come una figliola, che, quasi, mi è una guida spirituale....

Sono stata a trovarlo stamani, e gli ho narrato tutta l’anima mia, tutto il buio che avevo dentro, e l’avvilimento e la decisione di cambiar strada, di mutar strada, di mutar meta, visto che, con il mirar troppo alto, mi logoravo e non trovavo che amarezza.....

Il buon amico non mi ha contradetta, non mi ha rimproverata, non ha avuto una parola amara, ma una solenne, paterna dolcezza; un sentimento che mi avvolgeva, lo sentivo, anche mentre taceva, ascoltandomi, e che poi risonò, ammonitore e benefico, nella cara, venerata parola.

«Ebbene, e per queste cose tu vuoi rinunziare al bene?! Tu lo sai dove solo puoi trovare felicità: se rinunzi a quello che ti resta? Rammenta che non c’è felicità senza virtù, nè virtù senza dolore».

Io tacevo, io penetrevo in me stessa, io risentivo in me, nel profondo, che era vera quella parola, che spento davvero l’ideale della mia vita, sarei stata la più misera delle creature, che solo nel lavoro umile e costante, nonostante il dolore, io potevo trovare la ragione e il pregio della mia esistenza....

Io tacevo, ma sentivo l’efficacia di quella parola, che l’uomo venerando, prima che a me, aveva detto a sè. La sua parola, egli stesso mi pareva l’incarnazione di quella verità.... ed ho arrossito, io, ch’egli benefica della sua amicizia, d’aver chiuso gli occhi e lasciato, quasi, inaridire il cuore: ne ho provato rimorso e, nel pentimento, ho sentito in me risorger l’ardore....

Son rimasta a lungo, ritemprando lo spirito in quella conversazione, che per me ha avuto qualcosa di sacro, ed ora son qui, co’ miei dolori, ma con una speranza rinata che quasi li trasfigura.

L’amico del babbo mio prega, la molta coltura e l’ingegno eletto non diminuiscono l’ardore della sua pietà, la freschezza della sua fede: io son sicura che la sua preghiera mi raggiunge ed io ci conto come su una protezione celeste!

23 dicembre 18....

Sono stata a visitare la signora Giovanna.

L’ho trovata, nella sua povera stanza a terreno, serena e forte, in mezzo alla povertà e all’oblio come l’ho vista, un tempo, nell’agiatezza e nella società.

Che esempio in queste vite di martirio e di eroismo! M’ha parlato della tregua che, in questi giorni, trova a’ suoi patimenti, e poi ha soggiunto: «Eppure come si prega bene, quando si soffre!» Ho pensato alla frase ardente di Teresa: o patire, o morire! Pareva che invocasse il soffrire come, quasi, condizione di più profonda unione con Dio!

24 dicembre 18....

Oggi sono stata a confessarmi: l’ho fatto con conforto infinito e la voce autorevole del sacerdote, che m’ha conosciuta fin da quando era una bimba, ha gio-