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IL BUON CUORE | 47 |
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Gesù accoglie tutte quelle genti e parla loro del regno di Dio e le sana dai loro malori. L’esempio di Gesù ha un dolce riscontro nella condotta de’ suoi veri discepoli.
I veri suoi figli non si chiudono egoisticamente in sè e per sè, non si legano nemmeno con le loro pratiche pie, ma son pronti a lasciarle, sereni ed ilari, quando nei loro disagi morali, intellettuali, anche materiali e fisici, i fratelli invocano soccorso.....
Essi sentono che, operando largamente così, dando la loro vita ora alla preghiera, ora all’azione, tanto nell’uno, quanto nell’altro modo, accolgono ed attuano la volontà del Signore che, ad ognuno, si manifesta nelle circostanze esteriori in cui viene a trovarsi.
Nulla è troppo grande o troppo piccolo per questi eroi; essi son tutto a tutti e non si rifiutano a nessuno: accolgono con la medesima carità la povera donna e la dama; il mendicante che chiede un tozzo di pane e lo studioso cui gravi problemi agitano l’animo; chi si duole di piccoli guai e chi piega sotto il peso della sciagura..... Che mirabile spettacolo di carità e di amore! ciò, a volte, eccita a scandalo coloro che trovano eccessiva ogni cosa che esuli dai confini della loro mente⁂
Ma volgiamo anche su noi la nostra meditazione, perchè se noi dobbiamo cercare di valutare secondo verità e giustizia le azioni del prossimo nostro, dobbiamo pure fare ogni sforzo per il nostro miglioramento morale.
Da queste considerazioni mi pare si posson trarre due insegnamenti importanti:
Primo. Dobbiamo avvezzarci a lasciar Dio per Dio, a invertire l’ordine dei nostri esercizi di pietà, a tralasciarli anche, quando la carità lo richieda. Come sarebbe più simpatica la nostra pietà se fosse più malleabile, meno rigida confessiamolo, meno egoista.
Se noi cercassimo Dio e non la soddisfazione nostra, forse, certo, saremmo più agili nell’interrompere una lettura, una preghiera, per compiacere una assennata richiesta, un giusto desiderio dei nostri famigliari, del nostro prossimo e l’anima nostra, operando, non sarebbe più lontana da Gesù....
Secondo: disporci e dedicarci a ognuno che si rivolga a noi.
A tutti Gesù volse le sue parole divine. È libera, fraterna così la nostra carità?
Siamo pronti a dare ogni sorta d’aiuto e a darlo a tutti? Siamo ugualmente disposti verso i poveri? Siam scevri di antipatie o verso l’alto o verso il basso?
Esaminiamoci sinceramente e ricordiamo l’ammonimento di Paolo: davanti a Dio non c’è distinzione di persone!Società Amici del bene
Elargizioni della settimana
Certificati dell’Unione Cooperativa1
- ↑ Su queste somme si esigerà il dividendo a beneficio dei poveri.
FRANCOBOLLI USATI
Monsig. Giuseppe Polvara, un pacco francobolli su buste.
NOTIZIARIO
Milano Sacro 1911. — Questa ottima, utile e pratica Guida che si pubblica ininterrottamente da 151 anni a questa parte, dalla Casa Edit. G. Agnelli di Milano, ha veduto in questi giorni la luce del nuovo anno.
Dalla Guida togliamo i seguenti dati statistici, che offrono un lato curioso e interessante pei nostri lettori.
L’Arcidiocesi, cioè quanto dire la Provincia ecclesiastica milanese, ha una popolazione di 1.432.688 anime (abitanti), la cura delle quali è affidata a 1715 sacerdoti, suddivisi in 723 parrocchie.
Quest’anno il Clero milanese ebbe 34 Sacerdoti defunti e in compenso 64 furono i Chierici promossi al Presbiterato.
Un accurato elenco della Corte Pontificia, ci apprende che i Cardinali sono: 5 dell’ordine dei Vescovi, 41 dell’ordine dei Preti e 4 dell’ordine dei diaconi. Segue la Famiglia e Cappella Pontificia, la distinta delle Sacre Congregazioni, i Nunzi Apostolici, il Corpo diplomatico accreditato presso la S. Sede, i Vescovi e Arcivescovi d’Italia,Vendibile presso la Casa Editrice L. F. Cogliati, Corso P. Romana, 17. — Prezzo L. 1,50, legata L. 2.
Beneficenza. — Alla Società Internazionale per la pace le sorelle Irma, Maria e Letizia Paladini, facendosi interpreti delle ultime volontà del loro amatissimo nonno, cav. Attilio Galliani, hanno inviato un dono di lire 500.
⁂ Il sig. Carlo Ponti ha donato una cartella di rendita di L. 4000 nominali a favore della Scuola di lavoro per storpi e mutilati, in memoria della compianta di lui madre.
Per il Pio Istituto Teatrale. — Il comm. Mattia Battistini, l’eminente artista tanto festeggiato testé alla Scala, volle dare segno di generoso animo nel lasciare il teatro, finiti i suoi impegni.
Essendogli stata presentata dal Duca Visconti di Modrone, Presidente del Pio Istituto Teatrale, una bella Pergamena — pregiato lavoro delle buone e brave Orfane Stelline — con la nomina di Socio benemerito del Pio Istituto, il comm. Battistini elargiva, a favore di questo, la somma di 500 lire.