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46 IL BUYON CUORE


A quel sepolcro già glorioso, è un concorso di gente che ogni dì più crescendo aumenta: una fiducia illimitata anima quei nuovi clienti a deporre sulla zolla santificata da Soeur Thérèse le loro pene, le loro speranze.

Appena fu deliberato di istruire il processo di Beatificazione, Monsignor Lemonnier, Vescovo di Bayeux, intuì la necessità di provvedere ad una migliore conservazione dei resti della religiosa di cui parliamo; quindi la esumazione delle sue ossa con una cerimonia patetica, quasi una scena delle Catacombe.

Ma chi era questa Suora Carmelitana che, appena morta, dopo una vita ben corta e seppellita in un Monastero ignorato da tutti, agita e fa convergere l’attenzione di milioni di cattolici sopra di sè?

Ve lo dirà lo splendido volume edito or ora dalla Casa Barbèra di Firenze, dal titolo: Storia di un’Anima — Suor Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo, — fregiato di lettere laudatorie d’insigni Prelati, come il Card. Gotti, Card. Mercier, ecc. ecc., entusiasti d’una visione così nuova, così stupefacente d’una santità facile, naturale, senza pose rigide e bizantine, ma snodata, moderna, tutta sorriso, fiducia, tutta slanci e trasporti di calda affettuosità infantile, ma soprannaturale, verso Dio — documentata però dall’eroismo di sofferenze atroci, portate con una disinvoltura, una gioia spinte all’estremo. Di quella religiosa è detto tutto dal versetto biblico: — in brevi explevit tempora multa.

Quella Storia d’un’Anima fu scritta dalla Serva di Dio, Suor Teresa istessa, per obbedienza alla sua Superiora presaga dell’avvenire. E la santa Carmelitana, colla massima naturalezza, racconta cento piccoli particolari, cento nonnulla — secondo lei — cominciando dai tre anni, quando l’intelligenza sua si destò alla realtà delle cose, su su, fino alla vigilia della sua morte. Di ottimo gusto, di delicato sentire, buona scrittrice, anche letterariamente parlando, attira, interessa, rapisce; la vita di famiglia — ambiente signorile ma fortunatamente santo — è reso con tocchi d’una poesia che fa pensare e trasalire; il sentimento della natura, e in quell’età, il senso del divino, del soprannaturale, in modo così sviluppato da strappare un grido di meraviglia, pur questi sono lì ad infiorare ogni pagina del libro che seduce più d’un romanzo. Tanto è vero che l’originale francese ha già avuto parecchie edizioni; e le domande affannose, rabbiose, quasi di affamati del soprannaturale, fioccano insistenti da cento parti, da molte case religiose e famiglie cristiane, chiedenti a Lisieux agli editori, una copia dell’impareggiabile Storia d’un’Anima, che appena stampata va a ruba in un entusiasmo delirante. Che stranezze! Si spiega il delirio per una stella del teatro, per un’artista di grido, per un celebre predicatore, per un libro d’autore idolatrato, ma per il libro d’una monaca!...

Noi segnaliamo ai nostri lettori, e questo fenomeno, così sintomatico nella vita prosastica dei nostri giorni — unico forse nella storia — ; e questo libro, sicuri che più d’un cuore si aprirà a ideali che soli nobilitano rendono felici anche quaggiù; più d’uno gioirà che tuttodì la nostra terra sia abbellita dal passaggio, per quanto fugace, di angeli in carne.... Non diciamo di più
per non compromettere il godimento di cotanta visione, che solo il libro può dare.

Vendibile presso la Lega Eucaristica, Chiesa del Corpur Domini e presso la Casa Editrice L. F. Cogliati, Corso P. Romana, 17, in edizione di gran lusso, illustrata, di pp. 535 — Prezzo L. 4.


Religione


Vangelo della domenica quinta dopo l’Epifania



Testo del Vangelo.

In quel tempo Gesù si ritirò in un luogo deserto del territorio di Betsaida. Risaputa la cosa, le genti gli tennero dietro. E accoltele, parlava loro del regno di Dio e risanava quanti abbisognassero di guarigione. Ma il giorno cominciava a declinare. E accostatisi a lui i Dodici gli dissero: Congeda il popolo, affinchè, andando pei castelli e pei villaggi all’intorno, cerchino alloggio e si trovino da mangiare, perchè qui siamo in luogo deserto. E rispose loro: Dategli voi da mangiare. Ed essi risposero: Non abbiamo altro che cinque pani e due pesci; se pur non andiamo noi a comprar cibi per tutta questa folla. Chè erano quasi cinquemila uomini. Ed egli disse ai suoi discepoli: Fateli sedere a brigata, da cinquanta ciascuna. E così eseguirono e li fecero seder tutti. Allora, presi i cinque pani e i due pesci, alzò lo sguardo al cielo, li benedisse e spezzò, e li diede ai discepoli perché li ponessero davanti alla gente. E mangiarono tutti e si saziarono.

S. LUCA, Cap. 9.


Pensieri.

Gesù si ritira in luogo deserto del territorio di Betsaida; vi si ritira co’ suoi discepoli, reduci dall’aver portato la buona novella per paesi e villaggi, reduci dall’aver per ogni dove, operato guarigioni. Ma risaputa la cosa, le genti gli tennero dietro.

Mi è dolce pensare a queste indiscrezioni delle turbe intorno a Gesù! Esse lo dovevano compensare di tante freddezze, di tante amarezze sparse sul suo cammino!

Oh, il vedere un po’ di fervore, un po’ di ardore per le cose dello spirito, mentre la massa non si interessa che di affari terreni, che conforto per un uomo divino!

Fu il conforto che a Gesù procurarono le semplici plebi e qualche eletto spirito; è il conforto che, agli apostoli, procurano le poche anime veramente staccate dalla terra e assetate del cielo!

Gesù, co’ suoi, si ritira, quasi si nasconde, come volesse conceder riposo a’ suoi discepoli, dopo le fatiche del loro apostolato....

Ma le turbe, attratte dal fascino del Maestro, non rispettano il suo rifugio, e, santamente prepotenti, vanno a rintracciarlo, e a chiedergli ancora le sue parole di vita.