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IL BUON CUORE 35


dagli italiani, raggruppati, pigiati come le acciughe. L’opera di assistenza per provvedere convenientemente ai bisogni di questa colonia apre subito nell’entrante 1911, una succursale del Segretariato di Kandersteg con sede propria sulla Rampa. È inutile ripetere che le paghe di tutti gli operai sono misere, considerate le esigenze della vita.

I manovali, quasi tutti con famiglia, ricevono lire 4.20 giornaliere. È una meschinità!! Quando si è pensato al vitto costosissimo quassù, ed al vestito, non rimane più nulla, se pure non si contraggono dei pegni. Nell’inverno poi, in cui le spese aumentano assai, bisogna stentare, patir la fame.

Del resto è una vera beneficenza del Signore che si possano aprire nuovi segretariati. Quando gli operai odono che in un dato luogo vi è l’opera di assistenza si sentono allargare il cuore e colà vi accorrono con contentezza e con soddisfazione».

Fin qui la relazione del Segretariato. Ma non dobbiamo dimenticare che il titolare di questo ufficio «Kandersteg» come in quasi tutte le altre stazioni dell’opera Bonomelliana è il missionario, al quale è pure affidata dalle competenti autorità ecclesiastiche la cura pastorale degli emigrati italiani. Il lavoro compiuto dal rev. Tarino in questo campo, quale risulta dal rapporto da lui inviato alla Consulta ecclesiastica dell’opera di assistenza, sarà argomento d’un altro articolo, che prometto sin d’ora agli amici dell’Unione.

Fin quì il rapporto compendiato del mio amico Don Emilio Tarino, che si chiude con queste testuali parole, nelle quali è espresso il programma d’azione d’ogni missionario dell’opera: «Il sacerdote italiano compie quassù un’opera altamente civile e umanitaria portando nelle famiglie, tra gli operai spesso in balia di pregiudizi e di prevenzioni, e indulgenti ai partiti più avanzati, una parola d’amore, di conforto, di ispirazioni ai più nobili ideali, di richiamo di doveri paterni ed al rispetto della patria lontana, che Dio prosperi e benedica lungamente!»

D. Stein.


PIO ISTITUTO OFTALMICO

Domenica 15 corr. ebbe luogo all’Istituto Oftalmico l’assemblea ordinaria dei benefattori alla quale intervennero i signori: marchese Gioachimo d’Adda Salvaterra in rappresentanza di S. Maestà la Regina Madre; cav. Bertolazzi in rappresentanza di S. E. il Ministro degli Interni e del Prefetto; Monsignor Emilio Girola in rappresentanza di S. E. il Cardinale Arcivescovo; del Consiglio: il vice Presidente conte Febo Borromeo e diversi Consiglieri. Intervennero inoltre benefattori e invitati.

L’avv. Tenca segretario del Consiglio informa sullo
stato morale e finanziario della gestione 1909 e segnala il nome di benemeriti che nel corso della anzidetta gestione vollero in particolar modo beneficare l’Istituto; fra essi primeggiano la grande benefattrice Carla Francetti Frova e la locale Cassa di risparmio.

Il Direttore del Pio Istituto cav. prof. Luigi Ferri informa sull’andamento sanitario. L’ambulanza diede 3839 ammalati di prima visita e l’Istituto ricoverò n. 777 ammalati i quali consumarono giornate 1590o di degenza.

Il Direttore dopo breve cenno alle migliorate condizioni finanziarie dell’Istituto, per effetto specialmente della eredità Francetti, fa rilevare come alla soluzione dell’arduo problema ospitaliero di Milano, potrebbero dare valido aiuto, in concorso coll’Ospedale Maggiore, i minori Istituti congeneri della città, quando essi venissero messi in condizioni finanziarie tali da poter più ampiamente svolgere la loro azione ciascuna nel campo della sua specialità, ad avocare a sè il contingente di questi ammalati.

Il soverchio ingombro dell’Ospedale Maggiore verrebbe così ripartito fra gli Istituti minori e la gestione ospitaliera si avvierebbe alla sua soluzione più naturale, più conforme ai bisogni della pratica ed ai postulati della scienza.

Questa soluzione risponde non solamente agli assodati criteri del decentramento amministrativo, ma sopratutto, ed ognuno lo vede, risponde ai criteri ben più imperiosi del decentramento igienico.

Il fatto stesso che in un trentennio la opinione pubblica e la filantropia milanese diedero vita e vigore a cinque nuove opere ospitaliere, prova come questa e non altra sia la via che l’opinione stessa segnava fin dal passato alla soluzione di questo problema.

I Revisori danno informazione dell’esame del conto consuntivo nelle seguenti risultanze: Il patrimonio che al principio dell’anno era di L. 523.545.16 per sopravenienze attive ed avanzo di rendita, aumentò alla fine dell’anno a L. 568.120.77.

A Presidente dell’Istituto, per rinuncia dell’ing. cav. Carones, venne eletto l’avv. nob. Giulio Greppi ed a Consiglieri vennero riconfermati gli uscenti. Al posto di due Consiglieri dimissionari vennero eletti i signori ing. cav. Giovanni Carones e ing. cav. Carlo Radice Fossati. Vennero inoltre riconfermati in carica i tre Revisori.

CASA DI RIPOSO PEI CIECHI VECCHI


OBLAZIONI.

Somma retro L. 7030 —

Monsignor Bernardino Nogara |||
 L. 10 —
Totale L. 7040 —




Il Municipio di Milano ha ordinato 150 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.