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Anno X. Sabato, 28 Gennaio 1911. Num. 5.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —D. Stein. Al traforo del Loetschberg - L’incendio di una Missione nel cuore delle Alpi - La colonia italiana di Kandersteg e l’opera bonomelliana — Pio Istituto Oftalmico — Casa di riposo pei ciechi vecchi — Per l’Asilo Infantile Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi.
Educazione ed Istruzione. —L. Meregalli. Una pietosa avventura del poeta Millevoye — Il prof. Mercalli Direttore dell’Osservatorio vesuviano.
Religione. —Vangelo della Domenica quarta dopo l’Epitania — Adele Strambio Marietti, necrologio.
Società Amici del bene. —Fiera di beneficenza — Appello — Certificati dell’Unione Cooperativa — Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Beneficenza


Al traforo del Loetschberg - L’incendio di una Missione nel cuore delle Alpi - La colonia italiana di Kandersteg e l’opera bonomelliana.

Un espresso da Kandersteg mi riempiva stamattina l’anima di mestizia. Era l’amico D. Emilio Tarino, missionario dell’Opera di assistenza di monsignor Bonomelli, da oltre 15 mesi confinato all’estremità della valle del Kander, alla testa nord dei lavori pel traforo del Loetschberg, dove è stabilita tutta una colonia italiana di 5000 persone, di cui 3000 operai occupati nei lavori interni ed esterni del tunnel.

La lettera, che mi sta aperta sott’occhio, porta la data del 18 corrente, e dice: «Scrivo collo spavento, colle lagrime. Stamane alle 7 si sviluppava nella casa delle nostre scuole un tremendo fuoco che minacciava di travolgere ogni cosa, anche il SS. Sacramento. Come pazzo e fuori di me diedi l’allarme con la campana, col telefono, coll’tutti i mezzi a mia disposizione. Immediatamente con gli ingegneri e coi pompieri accorse l’intiera colonia. Il fuoco si potè limitare e circoscrivere per vero miracolo. Nè chi fu testimonio del furor delle fiamme, può pensare diversamente. Le suore piangono come bambine....».

E la lettera prosegue di questo tenore, tutta ad incisi che sembrano singulti, nei quali si intravede l’orrore della scena, svoltasi repentinamente nel cuore di quella pacifica colonia di lavoratori e tutti i sentimenti che s’agitano ancora nell’animo di chi scrive....

È la vita quotidiana della maggior parte dei missionari dell’opera Bonomelli, che pianta di preferenza le sue tende dove si agglomerano a migliaia i nostri operai pei grandi lavori richiesti dal traforo delle montagne. Come a Preda, a Briga, a Iselle, a Kaltbrunn, così anche a Goppenstein ed a Kandersteg (i due sbocchi a sud ed a nord del grandioso tunnel, che metterà in diretta comunicazione Berna colla linea del Sempione) si vennero rapidamente formando due villaggi italiani con una media di circa 5000 abitanti ciascuno e qualche centinaio di famiglie; e la vita che vi menano specialmente nella lunga stagione invernale, sempre tra valanghe e frane, col pericolo di incendi facilissimi a svilupparsi in quelle baracche di legno addossate l’una all’altra lungo i fianchi dei monti, è di quelle che non può rappresentarsi se non chi l’abbia vissuta, come la vivono i missionari e le suore dell’Opera di assistenza.

Per iniziativa ed a spese di quest’opera veramente provvidenziale, col concorso delle imprese, si costruirono, così a Kandersteg come a Goppenstein, l’Ospedale e la scuola dei bambini, l’uno e l’altra diretti dalle benemerite suore Giuseppine di Cuneo, che l’Opera di assistenza coadiuvarono si può dire fin dal suo primo sorgere.

Del bene grande compiuto così a vantaggio dei nostri operai dal 1907, epoca dell’apertura dei lavori nei due versanti (di Berna e del Vallese) fino ad oggi, sono documento le cifre allegate nelle relazioni che pubblica ogni anno l’Opera di assistenza e che si possono avere dalla cortesia del segretariato generale (via San Damiano, 44).

Senza rinunciare a scrivere di Goppenstein, dove il rev. cav. De Vita continua le prove di abnegazione e di apostolico zelo, di cui fu per tanti anni campo fecondo la stazione di Chiasso, debbo qui restringermi a parlare di Kandersteg, mentre ancora la popolazione atterrita guarda gli operai intenti a rifabbricare le baracche distrutte ed a rimettere le scuole in assetto per la ripresa dell’insegnamento.

Appena ricevuta la lettera qui in parte trascritta sono