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2 IL BUON CUORE 383


scritto: Ecco che io spedisco innanzi a te il mio angelo, il quale preparerà la tua strada davanti a te. In verità io vi dico: Fra i nati di donna non venne al mondo chi sia maggiore di Giovanni Battista: ma quegli che è minore del regno de’ cieli, è maggiore di lui. Ora dal tempo di Giovanni Battista infin adesso, il regno dei cieli si acquista colla forza; ed è preda di coloro che usano violenza. Imperocchè tutti i profeti e la legge hanno profetato sino a Giovanni: e se voi volete capirla egli è quell’Elio che doveva venire. Chi ha orecchie da intendere, intenda.

S. MATTEO, cap. ii.


Pensieri.

Il dolce, meraviglioso apostolato di Gesù portava una ricca, nuova corrente di vita religiosa nel mondo dello spirito: era quella elevazione che le anime più nobili desideravano: era quella purezza che i cuori più santi invocavano; quel pane di cui le persone più interiori erano affamate.... La pia riconoscenza di coloro che in Gesù trovavano l’appagamento, il ristoro per le loro aspirazioni migliori e, pur troppo, anche l’odio di coloro che in Gesù vedevano il ribelle, il disturbatore, lo sconvolgitore di una consuetudine religiosa divenuta una comoda, proficua formalità.... questi diversi e così opposti sentimenti creavano una certa pubblicità intorno a Cristo, e, nonostante il riserbo di Lui, la sua fama si spargeva, si diffondeva per le contrade del suo paese. E questa fama giunge anche alla prigione dove un apostolo languiva, scontando con la privazione della libertà esteriore la piena e sovrana libertà del suo spirito e della sua parola. Giunge la fama di Gesù anche a Giovanni e l’animo suo si commove, s’apre alla speranza, alla letizia, perchè, se quella fama risponde a verità, la causa del bene non è perduta, e, mentre egli che I’ ha sostenuta fino alla prigione, sta per scomparire dal mondo, un altro ben più degno di lui ne continua la diffusione, la predicazione.... E Giovanni vuole averlo questo conforto prima di morire e manda i suoi discepoli a interrogare Gesù.

Qui quanto c’è da meditare e da ammirare!

Come nella forma stessa della richiesta del Precursore: Sei tu colui che ha da venire o aspetteremo un altro? vibra l’anima sua, il suo schietto ardore del vero, il suo forte desiderio del bene, la smania che alla sua domanda segna una risposta che riempia di ineffabile gioia il suo cuore e rianimi la sua speranza per la salvazione del mondo! E che fiducia in Gesù! Come qui c’è qualcosa che riposa, che consola, specialmente se pensiamo a quanti s’avvicinarono a Gesù, non con la fiducia e la fede di Giovanni, ma con ben diverso sentimento, con nera malvagità nel cuore!

Come lo stato d’animo del Precursore dovrebbe

essere quello di ognuno che studia, che indaga, che interroga per avvicinarsi al vero! Forse la strada più sicura per arrivarci è appunto questa delle schiette disposizioni e della mente e del cuore.

Gesù non risponde con argomentazioni e ragionamenti: alla schietta e fiduciosa domanda dà semplice e confidente risposta. Che i discepoli di Giovanni ripetano al loro Maestro i prodigi di cui furon testimoni. Per un’anima di buona volontà e retta, come si dimostra quella di Giovanni, nulla può valere quanto la testimonianza che la vita di un uomo gli rende. Chi può compiere le opere che Gesù compie sul suo cammino non può essere che il Cristo, l’unto del Signore!

Dio non opera che traverso-i suoi santi! La santità ha una divina, sovrana parola per le anime di buona volontà.... e Gesù s’affida ad essa per rispondere al Precursore.

E quando i discepoli di lui se ne sono partiti, Egli proclama la grandezza di Giovanni, lo loda davanti alle turbe, lo sublima davanti ad esse e davanti a tutta la posterità!


Don LUCIANO CATTORINI


Ordinato nel 1857, fu nominato nel 1884 Proposto e Vicario Foraneo di Lurago d’Erba. Contava quindi 53 anni di carriera sacerdotale, una carriera brillante non per distinzioni di gradi, bensì per l’elevatezza della mente, che suscitava l’ammirazione dei colleghi, dei parrocchiani, degli amici. La sua nobile figura, pur tra lunghe sofferenze, apparve sempre tra le più eminenti di quel drappello del clero lombardo, che ebbe un gran culto per Alessandro Manzoni e per Antonio Rosmini.

Don Luciano Cattorini fu anche tra i collaboratori del periodico che si fregiava del nome dell’illustre e santo Filosofo Roveretano. Lo vedemmo l’ultima volta ai funerali del rimpianto Conte Stefano Stampa, al quale, malgrado la rigida giornata e la salute scossa, volle dare l’ultimo tributo d’un’amicizia intessuta da comunanza di idee e da nobili aspirazioni.

Lunga e penosa fu la sua preparazione alla vita d’oltretomba, e certamente grande sarà il premio alle sue virtù e a’ suoi sacrifici.

C.





Il Municipio di Milano ha ordinato 150 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.