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IL BUON CUORE 381


sane. Vi sarà escluso il fattaccio e vi sarà esclusa la politica ridotta a brevi e sommarie informazioni. Abbiamo dinanzi agli occhi il primo numero della ricca pubblicazione. È sul serio un tentativo audace, al quale ben volentieri facciamo subito una spontanea réclame, perchè ci avvince l’iniziativa del direttore il quale affronta una lotta non facile quando si pensi che in Francia i giornali sono tanto più diffusi e preferiti per quanto più infettano le loro colonne con narrazioni perniciose.

L’Excelsior, scrive il suo direttore, non accorderà che una parte secondaria alla politica, le cui controversie e polemiche sono spesso eccessive e le cui discussioni appaiono qualche volta seccanti. Esso darà con una imparzialità rigorosa, tutte le informazioni necessarie sugli avvenimenti e sugli uomini. Nulla più.

Esso ridurrà a proporzioni sommarie il resoconto dei fatti sanguinosi o scandalosi il cui orrore e la cui volgarità sono cosi di sovente nauseanti per la gente di buon gusto. In compenso Excelsior seguirà tutte le trasformazioni brillanti e divertenti della attualità che li svolge. La letteratura, i teatri, la musica, le arti, la scienza colle loro mille applicazioni pratiche; le riunioni mondane, gli sports, di tutto ciò si occuperà il nuovo giornale per essere così il giornale necessario alle giovani generazioni.

In verità le promesse paiono belle e avvenenti. Il primo numero dell’Excelsior a 12 pagine per 10 centesimi, in Francia, pare avviarsi a mantenere degnamente quel che sui muri di Parigi annunciano i magnifici quadri réclame. Del resto la grandiosità del tentativo, oltre che alla provata intraprendenza del Laffitte, è sorretta dalla organizzazione della ditta editrice di pubblicazioni illustrate quali Femina, la Vie au grand air Je sais tout. Le maggiori attrattive dell’Excelsior saranno la collaborazione delle migliori penne di Francia (il primo numero s’inaugura con un articolo di Hxeury Lavedan) e le fotografie che il nuovo giornale scambierà con grandi periodici di Londra, di Berlino, di Madrid e di Milano.



Ricordatevi di comperare il 21.mo fascicolo dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI che uscì nella scorsa settimana.



Del teatro immorale


Il teatro dovrebbe veramente
Essere di virtù quasi una scuola,
Ma che lo sia ne temo grandemente,
Per non usare altra peggior parola;
Ai teatri oggidì corre la gente
E vi va quasi tutto l’anno in fola;
Ma so che più d’un critico si lagna
Che vi perde assai più che non guadagna.
Oggi guadagna assai lo spettatore
Se da’ teatri pubblici non riede
Di quello che v’andò molto peggiore,
Chè in quanto a migliorar v’ho poca fede;
Quivi si sente sol parlar d’amore,
E sospirar, e domandar mercede;
spesso ne’ teatri, a mio giudizio,
Non si corregge ma s’insegna il vizio.


Ogni cosa v’è troppo effeminata,
Vi son soggetti lubrici a guardarse,
Vi si balla e si salta all’impazzata
E vanno in alto le gonnelle sparse;
La modestia non v’è troppo serbata;
Si recitan talvolta certe farse
In cui è spento ogni benigno lume
Di morale, e che guastano il costume.


Non si sa porre un dramma in sulle scene
Che non sia pieno d’amorose inezie,
E le commedie anch’esse sono piene
Di vili amori e lubriche facezie;
S’ascoltano talor parole oscene,
Si vedou gesti, i quali certe spezie
Destano in mente, e certe idee fatali,
Cagion di mille guai, di mille mali.


Col mio franco parlar fastidio genero
Forse in più d’uno; ma ci vuol pazienza;
Molti dotti scrittori io stitno e venero;
Pur mi par ben che si potrebbe, senza
Dar cotanto nel dolce, o sia nel tenero,
Divertire oggigiorno l’udienza;
Si potrebbe anzi con tal passatempo
Ammaestrare e dilettare a un tempo....


Chè non mancano al mondo altri argomenti,
Nè materie piacevoli ed Oneste,
Senza pescar nel torbo e limaccioso
Fonte d’amore, il che approvar non oso....


Va un fanciullo al teatro, o una fanciulla,
E questa e quegli certe cose osserva
Che paiono a talun cose da nulla
E nella mente sua ne fa conserva;
Ciò che udi l’uno e l’altra in sè maciulla,
L’un libero divien, l’altra proterva...


Novo desio, novo voler gli accende,
E sentono nel core a poco a poco
Un certo non so che, che non s’intende;
Sentono un novo gelo, un novo fuoco
Che si propaga per la vita e stende;
Tornano spesso colla mente al loco
Ove udirono già la prima volta
Quel che all’animo lor la pace ha tolta.


....piaccia al ciel ch’io erri,
Ma nel teatro forse al tempo mio
V’è gran comodità d’offender Dio.