Pagina:Il buon cuore - Anno IX, n. 44 - 29 ottobre 1910.pdf/1

Anno IX. Sabato, 29 Ottobre 1910. Num. 44.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —I coloni italiani nelle Fazendas dello Stato di S. Paolo del Brasile
Educazione ed Istruzione. —G. Nino Bazetta - A. M. Cornelio. Milano e il centenario di Fr. Maria Piave. Ricordi milanesi ― Amor vero (racconto).
Religione. —Vangelo della domenica seconda dopo la Dedicazione ― Necrologio.
Società Amici del bene. —Elargizioni della settimana ― Per la Provvidenza Materna.
Notiziario. —Necrologio settimanale ― Diario

Beneficenza


I Coloni italiani

nelle Fazendas dello Stato di S. Paolo del Brasile



Lo Stato di S. Paolo nel Brasile, più di ogni altra regione transoceanica può dirsi redento dal lavoro Italiano: il sudore ed il sangue dei nostri lavoratori hanno letteralmente bagnate le terre delle sue fazende, esso è stato il teatro delle scene più tragiche e dolorose dell’emigrazione Italiana: tristi vicende da molti anni pesano su quella terra e vi coinvolgono una popolazione italiana di circa un milione di individui.

La fazenda è l’unità economica del sistema di coltivazione dell’immenso territorio Paulista, coltivato quasi esclusivamente a caffè.

Quando il Brasile, abolita la schiavitù, con legge 13 maggio 1888, volle dare un potente incremento alla produzione nazionale, si rivolse agli Stati Europei più densi di popolazione, per averne le braccia da sostituire: e nella fretta di popolare si servi di tutti i mezzi possibili per attrarre immigranti. Lo Stato di S. Paolo spiegò un’attività speciale in questa ricerca di uomini e mediante uffici di propaganda, viaggi gratuiti ed altri mezzi efficaci, trovò nell’Italia, quasi totalmente, la massa di coloni che gli abbisognavano. A migliaia i nostri Italiani, invasi dal desiderio della fortuna che si faceva loro intravedere nell’America sconosciuta, si riversarono in quello Stato.

Era il tempo in cui il caffè costava caro ed il prezzo di vendita permetteva ai proprietari di retribuire i
coloni con salari che davano loro modo di metter da parte del danaro.

Ma, dopo alcuni anni, l’enorme aumento di produzione determinò un disastroso rinvilio nel prezzo di quella derrata, che in breve volger di tempo discese da circa 8o lire l’arrobba di 60 chilogrammi alla media di 35 a 4o lire. I fazendeiros colpiti nell’unica risorsa economica, si videro costretti a diminuire i salari, non poterono più pagare puntualmente e le conseguenze pei nostri coloni furono tristissime.

Anche ai tempi in cui il caffè aveva un valore elevato, la condizione dei coloni italiani non era quella ideale, perchè nella fazenda essi erano semplicemente salariati, con stipendio assegnato secondo diversi sistemi, sia a cottimo sia a giornata, raramente a mezzadria, sempre in condizione precaria, sottoposti ovunque ad una disciplina, che rendeva evidente il fatto che essi sostituivano là gli schiavi liberati: ma col sopravvenire della crisi, dileguata la possibilità di ogni risparmio, che poteva in certo qual modo compensare la durezza del vivere e simili sacrifizi, cominciò per essi un’esistenza oltremodo penosa.

L’impossibilità materiale nei fazendeiros di retribuire regolarmente, anche in minima misura, i coltivatori, ed insieme la necessità, per salvare le loro proprietà dalla completa rovina, che non fossero da quelli abbandonate, fecero loro mettere in opera mezzi leciti ed illeciti per trattenerli nei fondi: ingiustizie, crudeltà, barbarie ed episodi della più dura servitù, si ebbero a danno dei poveri Italiani: fatti da non credersi, ma che furono resi possibili dalla ineluttabilità delle tristi condizioni economiche, verificatesi in un paese civilmente arretrato, dove mancavano leggi civili e la possibilità di farle rispettare, dove la classe dei fazendeiros aveva la padronanza assoluta su tutta la popolazione, e deteneva quesi esclusivamente il potere di governo.

Fu nel 1902 che il nostro Governo, impressionato di tali miserevoli condizioni, su cui riferivano chiaramente, con amare parole, i nostri Consoli in quel paese, impotenti a qualunque opera di assistenza o di repressione, e specialmente dalla relazione dell’Ispettore Adolfo Rossi, espressamente inviato colà, emise il decreto che porta il nome del Ministro Prinetti, col quale si vieta il trasporto gratuito o sussidiato di emigranti pel Bra-