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Anno IX. Sabato, 15 Ottobre 1910. Num. 42.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —I Problemi dell’Emigrazione al Parlamento italiano.
Educazione ed Istruzione. —L. Meregalli. Una scolara di Napoleone I — A. M. Ad un usignuolo — LUISA. Ricordando e benedicendo ― Amor vero (racconto).
Religione. —Vangelo della domenica terza d’Ottobre — Necrologia.
Società Amici del bene. —Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Beneficenza


I Problemi dell’Emigrazione

AL PARLAMENTO ITALIANO



(Continuazione e fine, vedi n. 40).


Finchè le cose proseguiranno con tal sistema, la grande massa della nostra emigrazione è destinata a formare nei continenti americani la classe meno agiata della popolazione, la meno considerata: infatti vediamo che solamente una parte relativamente esigua di essa ha potuto elevarsi, ed a prezzo di sforzi enormi; mentre emigrazioni che portano seco un’adeguata provvista di capitale, sebbene enormemente più scarse di numero, si vedono rapidamente acquistare considerevole importanza.

E bisogna notare che siamo ora in un momento decisivo: le vaste estensioni di terreno libero, nelle regioni favorevoli all’agricoltura, vanno rapidamente ritirandosi: in vista della ricerca sempre crescente, i prezzi aumentano, un’accorta speculazione accaparra già su ampia scala la terra, sicura di rivenderla presto a condizioni molto vantaggiose.

Se i nostri emigranti non sono solleciti ad acquistare oggi, che si può ottenere facilmente, la proprietà terriera, che si presenta come la base unica di un sicuro e costante elevamento economico nei continenti americani, fra non molto si vedranno resa molto più difficile quella via di fortuna, per la necessità di capitali sempre maggiori, di cui essi non dispongono.

Noi non intendiamo qui determinare il provvedimento
da adottarsi concretamente, ma vogliamo accennare in generale ad un sistema che a nostro parere s’impone, e sembra dover essere eminentemente efficace a dare alla nostra emigrazione una tutela che, oltre alle condizioni presenti, ne assicuri l’avvenire prospero, anche dal punto di vista dell’interesse nazionale.

Sappiamo che il Governo non può immischiarsi direttamente in imprese di colonizzazione, che tali operazioni aleatorie non devono gravare il bilancio della nazione; ma ci sembra che se esso indirettamete aiutasse e promuovesse l’iniziativa privata, che è spesso lenta riluttante ad investire capitali in paesi lontani, farebbe cosa utilissima. Se istituti nazionali somministrassero credito con avvedutezza ai nostri emigrati in regioni che si mostrano favorevoli ad una colonizzazione italiana, crediamo che l’elevamento ed il successo della nostra emigrazione sarebbe grandemente aiutato.

Il Ministro nel suo discorso, deplorava il fenomeno dell’urbanesimo, e lo additava come uno dei più forti argomenti invocati da coloro che vogliono provvedimenti restrittivi all’immigrazione, specialmente negli Stati Uniti. Egli diceva che tal fatto deriva da cause che è difficile eliminare, e fra le altre la condizione nella quale si svolge l’agricoltura negli Stati Uniti, che non si presta ai nostri contadini, e la tentazione dei subiti guadagni che offrono le grandi città. A noi sembra che certamente l’istituzione del credito che rendesse relativamente facile l’acquisto della proprietà sarebbe valido mezzo per risolvere anche questo problema ed attrarre i nostri alle campagne.

Ma un’altra tutela, abbiamo detto, specialmente sociale, morale e nazionale, è necessario spiegare con intensità fra gli emigrati italiani. E questo compito spetta essenzialmente all’opera volonterosa dei privati: esso è della massima importanza perchè gli emigranti, con poca o punta cultura in generale, giunti nel paese straniero, si preoccupano solo di ciò che è indispensabile per vivere, e questo li assorbe completamente; essi non hanno per altra ragione contatto coll’elemento locale, e le buone istituzioni straniere non si accostano non si confanno a loro; onde sovente vivono estranei ad ogni istituto di educazione civile e morale.