Pagina:Il buon cuore - Anno IX, n. 41 - 8 ottobre 1910.pdf/7


IL BUON CUORE 327


Religione


Vangelo della domenica seconda d'Ottobre


Testo del Vangelo.


Il Signore Gesù se n’andò al Monte Oliveto: e di gran mattino, tornò nuovamente al tempio, e tutto il popolo andò da Lui, ed Egli stando a sedere insegnava. gli Scribi e i Farisei condussero a Lui una donna colta in peccato: e postala in mezzo, gli dissero: «Maestro, questa donna or ora è stata colta che commetteva peccato. Or Mosè nella legge ha comandato a noi che queste tali siano lapidate. Tu però che dici?» E ciò essi dicevano per tentarlo, e per avere onde accusarlo. Ma Gesù, abbassato in giù il volto, scriveva col dito sulla terra. Continuando quelli però ad interrogarlo si alzò e disse loro: «Quegli che è tra voi senza ’peccato, scagli il primo la pietra contro di lei». E di nuovo chinatosi scriveva sopra la terra. Ma coloro, udito che ebbero questo, uno dopo l’altro se ne andarono, principiando dai più vecchi: e rimase solo Gesù e la donna che si stava nel mezzo. E Gesù alzatosi le disse: «Donna, dove sono coloro che ti accusavano? nessuno ti ha condannata?» Ed ella: Nessuno, o Signore». E Gesù le disse: «Nemmeno io ti condannerò: vattene e non peccar più».

S. GIOVANNI, Cap. 8.


Pensieri.


Nel Vangelo d’oggi si legge dì una donna peccatrice, colta in flagrante e presentata a Gesù, per tentarlo, dagli Scribi e dai Farisei.

Dicon costoro a Gesù: Mosè, nella legge, ordina che queste tali siano lapidate: tu che ne dici?

Gesù non risponde, si china e scrive sul terreno.

Nessuna cosa più delicata, più tremenda che il dover giudicare e punire: a farlo si richiede una cognizione esatta della colpa e del colpevole è delle circostanze attenuanti o aggravanti; poi il silenzio assoluto d’ogni passione, d’ogni ricerca di sè... pare che il punire non appartenga che a Dio.

E a questo atto così grande gli Scribi e i Farisei chiamano Gesù, per tentarlo, perchè sperano, dalla sua risposta, avere un capo per accusarlo! Come doveva essere nauseato l’animo di Gesù davanti a questa condotta! Quale contegno più vile, più indegno di questo?

E sdegna rispondere, e si china verso terra, quasi per non vederli, quasi per dir loro il suo sdegno grande e divino.

I dottori credono Gesù nell’imbarazzo e insistono presso di lui e Gesù risponde: Chi è di voi senza peccato, getti la prima pietra.

Quanto profonda la risposta di Gesù!

Per giudicare e punire bisogna possedere una grande, vera superiorità morale. E unica, vera superiorità è quella che vien dalla virtù: tutte le altre superiorità non sono che funzioni sociali.

Pensiamo a questo noi educatori? Riflettiamo noi come dobbiamo essere sinceri, leali, buoni, perchè i nostri figlioli non abbiano a condannarci nella loro coscienza?

Il principe indegno è inferiore al contadino onesto che zappa la terra e questo ha il diritto di condannarlo.

Si può osservare che tutti i giudici di tribunale, ad esempio, non sono giusti: se però si sapesse che un giudice il quale condanna un ladro, ruba a sua volta, si comincerebbe a buttarlo dalla sua sedia giudiziale.

Poi, il giudice rappresenta la società, composta di tante persone oneste, e, in quanto rappresenta gli onesti, egli può giudicare.

In una società tutta viziosa il giudice sarebbe una sconvenienza. Tremando si deve assumere il dovere di giudicare! E i dottori se lo appropriano e accusano!

Pensiamo bene a quel che facciamo, per carità, quando noi accusiamo e condanniamo!

La risposta di Gesù fu tale che, avutala, tutti gli accusatori, dice il Vangelo, cominciando dai più vecchi, se ne andarono.

Rimasero Gesù e la donna e, intorno la turba.

Gesù, dapprima, aveva taciuto: si può parlare di perdono e di pietà in teoria, ma davanti a un delitto reale, che acuisce il senso di giustizia della folla, parlarne è vano. Chi lo facesse sarebbe giudicato connivente con il colpevole. Ma ormai l’eccitamento delle turbe era cessato. E Gesù chiede:

Dove sono, donna, i tuoi accusatori?

Risponde la donna:

Sono fuggiti tutti!

Resta solo Gesù, il solo santo che solo poteva punire.

E Gesù soggiunge:

Nessuno ti ha condannata? Neppur io ti condannerò: va in pace e non peccar più.

Perchè Gesù perdona?

Per una ragione semplicissima. La punizione ha solo ragione di essere quando può migliorare. Per l’uomo santo davanti al bene morale tutto il resto è nulla: per esso il colpevole, privo di questo bene, è un infelice: che cosa è anche la perdita della vita davanti a questa infelicità?!

Poi l’uomo santo ha una grande fiducia nell’umanità e nel bene: per questo è sempre pronto a perdonare.

Egli spera che stringendo il colpevole al suo seno, mettendolo a contatto con l’anima sua, facendogli sentire la misericordia e l’amore, lo convertirà.

Va in pace e non peccar più! È la parola sgorgata dal cuore di Cristo e noi siam figli di questa sua parola: ne vive la Chiesa e la ripetono i suoi ministri: va in pace e non peccare più.



Ricordatevi di comperare il 20.mo fascicolo dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI che usci in questa settimana.