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314 IL BUON CUORE


dante questa parte, tenendo in vista specialmente le recenti aggiunte, e tutta l’opera spiegata a questo obbietto dal Governo, sia direttamente, sia per mezzo di private istituzioni.

Un’azione fondamentale si spiega in questo senso dall’Italia come da tutti gli Stati, per mezzo degli agenti diplomatici e consolari; per esso si assicurano nel nuovo Stato ai cittadini emigrati, il principio di rispetto e di eguaglianza dei diritti civili, si concludono accordi di reciproco interesse per le relazioni commerciali e industriali dei due popoli: ma tale azione è molto delicata e limitata, essa deve tenersi in un ambiente a sè, perchè gli Stati non tollerano alcuna ingerenza di altri Governi nel proprio territorio, nè forma qualsiasi di sindacato per la protezione giuridica dei sudditi di quelli.

Fra le istituzioni mantenute esclusivamente dal Governo in paesi transoceanici vengono primi per importanza, l’Ufficio Italiano del lavoro, gli addetti per l’emigrazione e gli uffici legali di assistenza. L’ufficio del lavoro in New York, è l’organo che dovrebbe spiegare l’azione, di capitale importanza, di farsi il distributore illuminato di tutta la nostra corrente emigratoria in quella grande Confederazione, azione dalla quale dipende essenzialmente l’avvenire di quella nostra emigrazione. Se fino ad ora non ha dato i frutti di cui deve essere capace, è sperabile che col tempo, quando esso sia giunto a collegarsi e ad ingranare le sue ruote con quelle di tutti gli altri uffici di collocamento, società di patronato ed istituti industriali e coloniali in genere, contribuirà validamente alla direzione di quella vasta corrente.

Ma riguardo a questo compito provvidenziale di distribuzione degli emigranti, non possiamo non manifestare la speranza e la fiducia maggiore che abbiamo nell’Italica Gens; perchè crediamo che essa, quando sia giunta alla completa organizzazione, sarà l’organismo più vasto di qualsiasi altro, più numeroso, più in contatto colle masse lavoratrici, più atto ad aver cognizione esatta di tutti i luoghi e le condizioni di lavoro.

Gli addetti per l’emigrazione e gli uffici legali di assistenza fanno pure opera di massima utilità negli Stati Uniti, dove per lo sviluppo meraviglioso di industrie pericolose di ogni genere, e la legislazione sul lavoro non ancor ben progredita, si hanno frequentissimi casi di operai vittime di infortunio, cui non è agevole conseguire giusti indennizzi.

Anche qui, bene ha detto il Ministro, nel suo recente discorso alla Camera; «un grande progresso si è fatto, poichè abbiamo ormai tre addetti di emigrazione a Nuova York, a Filadelfia, ed a Nuova Orleans; e sopratutto abbiamo uffici legali a Nuova York, Filadelfia, Chicago, Denver e S. Francisco, i quali costano al bilancio dell’emigrazione 160 mila lire all’anno ed hanno dato questi risultati: a S. Francisco nel 1909 hanno realizzato per infortuni 360 mila lire; a Chicago 425 mila; a Denver 125 mila; a Filadelfia 500 mila; a Nuova York 229 mila».

E tale opera sarà presto intensificata e facilitata aumentando il numero dei consolati negli Stati Uniti.

«Ora ve ne sono soltanto otto di prima categoria, ha soggiunto l’Onorevole di San Giuliano, per due milioni

di italiani e con le immense estensioni che conoscete in quel grande paese. Appena le condizioni del bilancio lo permetteranno, cercherò di istituirne dei nuovi, particolarmente a Cleveland, a Providence, a Galveston, che è uno degli interessanti centri di emigrazione dei nostri italiani, i quali dalla valle del Mississipì si recano a Cuba, ritornando poi secondo il variare delle stagioni, a Providence, Galveston, ecc.; a Buffalo nello Stato di Nuova York, deve sono i mirabili orti che hanno piantato e coltivano, intorno a quella rigogliosa città, i nostri emigranti; e a Detroit e così via».


Ma accanto, e coordinata all’opera di questi organi governativi, più estesa si presenta l’azione privata, aiutata e sussidiata dal Governo.

Non staremo qui ad enumerare e descrivere il compito ed il funzionamento di tutti gli istituti di patronato che si occupano di emigranti italiani in America; essi sono ben conosciuti: i più importanti sono nel Nord America, a Nuova York: La Society for Italian immigrants, la Saint Raphael, il Columbus Hospital; altri in Boston, in San Francisco, in New Orleans: nel Sud America i Patronati di Buenos Aires in Argentina, dove rende utilissimo servizio anche il Ricovero degli emigranti con annesso Ufficio del lavoro, mantenuto dal Governo locale; quelli di Cordova e di Entre Rios, e, nel Brasile, quelli di Santos e di S. Paolo.

Il lavoro di tutti questi patronati pertanto, pure opportunamente suddiviso, si fa per massima parte nei grandi centri, e raramente esce dai confini della città. Certamente esso riesce oltremodo utile ai nostri emigranti, specialmente nelle città di sbarco, per aiuiarli nelle molteplici difficoltà che incontrano nel nuovo paese, ignari della lingua e dei costumi, incerti sul da fare; senza di quelli si verificherebbero necessariamente gravi disordini e miserie. Ma se si osservi che il campo di applicazione dei nostri emigrati è vastissimo, che anzi il miglior avvenire per essi è fuori delle grandi città, bisogna riconoscere che l’assistenza che abbiamo sopra esposta è effettivamente insufficientemente al bisogno.

Due rami essenziali di tutela veramente efficace, crediamo che restino ancora da esplicarsi: l’uno di carattere prevalentemente economico, l’altro sociale e nazionale.

Economicamente, il maggior aiuto, il miglior fattore di avvenire che può darsi alla nostra emigrazione in questo momento, è il capitale, e particolarmente il capitale destinato all’incremento dell’agricoltura esercitata da braccia italiane.

È noto che gli emigranti italiani sono poveri, sprovvisti di qualsiasi peculio, di modo che cercano, non appena giunti, di impiegarsi in un mestiere qualsiasi, pur di guadagnar subito da vivere; ciò è la causa prima che ferma molti di essi nella città di sbarco, e che costringe quelli che vanno nelle campagne a lavorare come salariati, per conto di proprietari del suolo.

(Continua).



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